Archivio commenti

Su: Annunzio vobis
 
Sostengo la causa :-D

Grazie per la solidarietà! Hasta la victoria siempre!

Su L’architettura della poesia 4

CHE MERAVIGLIA!!! Complimenti :-D

Grazie mille. Li ho fatti come opportunità per conoscere una disciplina a torto considerata per addetti ai lavori e per invogliare una riflessione interdisciplinare sull'arte.

Su: Acque di mezzo

Che dire? SINTONIA!!! :-D

MAGNIFICO!!!sono onorata... Grazie mille,direi che ha centrato in pieno il mio sentire
Buonissima giornata,

Come sempre, è stato un piacere.
Grazie a lei.

Su: La poetica delle immagini 3

Sono sempre più onorata nel leggere e nel vedere che meraviglioso accostamento sia possibile attuare tra una mia immagine ed un pensiero,una poesia. Ovviamente ciò che ispira un mio scatto non può nascere dallo stesso sentire di chi autonomamente scrive,ma il cammino parallelo compiuto è di grande effetto.
Grazie Renato. Anche oggi sono alta un centimetro in più,
Laura

Sì, anch’io credo che molte considerazioni si possano fare in una lettura parallela fra immagine e poesia. Non dimentichiamoci che la struttura della pittura orientale (Cina, Corea, Giappone) consisteva di una poesia, un’immagine pittorica che la commentasse e uno spazio bianco nel quale l’osservatore poteva proiettare i suoi sentimenti e le sue considerazioni: parola, dipinto e vuoto. Perciò esorto in questo post chi legge, e so che qualcuno legge, a non essere timido ma a comunicare le sue sensazioni per quanto semplici possano essere. Sarebbe una conferma di quello che stiamo dicendo e ci farebbe anche piacere. O no, Laura?
Ricambio l’onore e confermo che è stato un piacere per me. Ringrazio anche per l’apprezzamento delle poesie che mi ha comunicato in forma privata. Così sono alto un centimetro in più anch’io.

Su: la poetica delle immagini 2

Magnificenza!!! Grazie...fantastico...seguirà commento prolisso...

Grazie mille. Attendo con ansia il commento prolisso. Alla fine il commento è arrivato, a volte google fa un po' ammattire...
Saluti.
 Su: La poetica delle immagini 1
  
Laura Caligiuri 5 marzo 2015 14:57
Enchante'...
Bellissime parole,bellissimi pensieri...grazie :-)

Grazie a lei. Sono contento di aver colto degli aspetti che condivide. E a l'è minga finida...

Su: Chi scrive e chi legge

Piera Iovaldi 27 febbraio 2015 15:01
Ciao Renato, sono riuscita a entrare nel tuo blog senza aiuti. Tutto sommato non è complicato. Non è facile invece capire cosa ha nel cuore il poeta quando scrive. Penso, come dici tu, che le poesie non vadano commentate, per lasciare alla fantasia di chi le legge l'interpretazione istintiva, immediata. Secondo me la poesia è qualcosa di personale ma che non riguarda solo chi le scrive, ma anche chi le legge. La percezione è differente da persona a persona, a seconda della sensibilità, della cultura, del modo di intendere la vita, ecc. E sulla base di queste caratteristiche ognuno libera le sue emozioni.
Stamattina mi sono alzata con la speranza che ci fosse la neve (non è stato così), ma mi è venuta voglia di rileggere la tua poesia "grazie dea per questi fiocchi di neve.....".Non so quale sia stata per te l'ispirazione, ma per me riguarda proprio la neve, che mi emoziona sempre così tanto per l'dea di purezza che emana dalle cose che copre, e per qualcos'altro che non so descrivere e che si esprime solo come gioia. Non ricordavo su quale quaderno fosse scritta, e ne ho sfogliati un paio prima di trovare quello che cercavo. En passant mi è capitata sotto gli occhi la tua "ragazza d'oro" e d'istinto ho pensato che ti riferissi alla POESIA. Invece ho letto poi che riguardava la tua katana! E' bella questa universalità di interpretazione delle poesie. Pensare che a scuola ci davano i commenti di qualcuno come oro colato, anche se a noi studenti poteva ispirare qualcosa d'altro.
Complimenti per il blog che è realizzato molto bene. Mi sono fermata alla prima parte perché mi è venuta voglia di scriverti. Il seguito alla prossima puntata.
A presto e un abbraccio. Piera.


Ti ringrazio tanto per la visita e per le belle e accurate parole a commento. Mi fa piacere che concordi con la possibilità di lettura autonoma e, chiamiamola, interattiva. Penso che sia più stimolante e, se non si è degli egoici senza remissione, anche la più appagante per chi scrive. Allo stesso tempo è quella che rende la lettura maggiormente propria di chi legge, e la meno noiosa. Pensa a quanti grandi della poesia che si studiano con la nota per l’interpretazione a ogni verso.
Nello specifico, l’ispirazione a “ Grazie Dea per questi fiocchi di neve ” era proprio la neve. I fiocchi che turbinavano attorno a un lampione mi hanno fatto pensare alle ali del cigno che spesso ricordi. Poi quando nevica sembra tutto più puro.
Riguardo alla ‘ ragazza d’oro ’: e perché no? Potrebbe benissimo essere la poesia, in fondo un poeta parla sempre per prima cosa di poesia, qualunque cosa dica. E poi la poesia è l’arma del poeta.
Nel post ricordo che negli stessi anni cominciavo con la mia ‘ ragazza d’oro ’ sia nel senso della katana, sia nel senso dei versi poetici.
Un abbraccio.

Piera Iovaldi 5 maggio 2015 10:46 
Ciao Renato, mi sono piaciute molto le fotografie della fotografa Laura, specialmente la terza, che per me ha il colore dei sogni. La poesia serve anche a scatenare la fantasia LIBERA, individuale, unica. Come mi piace questa cosa! E a proposito di fantasia, è molto bello anche il lavoro di tua sorella per il tuo compleanno. Lo vedrò dal vero molto volentieri.

Ciao Piera, grazie per il commento anche se sei un filino off topic, nel senso che si può commentare sotto al post relativo. Ma non fa niente: sto scherzando.
Mi fa piacere che ribadisci quello che vorrei dire attraverso questo blog ossia liberare la voglia di comunicare, l’avventurarsi dietro la propria fantasia.
Scusami ma non riesco a capire quale sia la terza foto, “ del colore dei sogni ? ”.
Solo che... le foto sono belle, la composizione floreale pure, ma tutti vi dimenticate di dire che le poesie non sono male: andiamo bene... Sarà perché non volete che mi monti la testa.
Ci vediamo presto e un abbraccio.

Piera Iovaldi 8 maggio 2015 17:41
Ti scrivo ancora off topic, ma abbi pazienza: qui mi sento inserita. La foto che mi piace maggiormente è quella alla sinistra di "L'oca si ferma su un'isola di canne presso la riva, ma non c'è mai sosta per le acque del fiume." Non mi dimentico di dirti che le poesie "non sono male". Lo sai da quando mi hai dato, tempo fa, il cartaceo dei tuoi scritti. Ci vediamo.

Grazie, ma sai com'è, arrivate a una certa età a noi donne piace sentirci dire che siamo belle...
E così sogni verde acqua, bello! E poi sai come si dice: i sogni annegano all'alba.
I see you.
 
Flavio ha commentato su " Concetto e forma" 1 dic 2020
" Mi hanno insegnato che l'estetica è un "settore" della filosofia.Cosa si intende per bellezza e per bello?A mio avviso la bellezza non esiste.forse starai pensando "questo è pazzo". Lascia che ti spieghi xD Ciò che esiste è la sensazione che prova un soggetto quando posa per la prima volta gli occhi ed è vicino ad un altro soggetto, un'opera architettonica, paesaggio naturale, dipinto, statua ecc...Prova una sensazione piacevole e traduce il tutto in parola e utilizza i termini in base al suo bagaglio culturale. Ecco sono stufo di usare parole a caso e vorrei capire come stanno veramente le cose. Insomma ho letto i tuoi ottimi articoli sulla architettura contemporanea dove facevi luce sulla questione. Non sono un esperto di architettura anche se amo l' ART DECO, ebbene potresti farmi da "lanterna" sulla questione bellezza / bello? "


Renato Pagnoncelli 1 dic 2020 In risposta a un commento, di Flavio
Credo che queste siano le domande più ostiche anche per un filosofo. Vediamo i termini estetica e bello. Estetica viene dal greco αἰσϑητικός (aisthetikos) che significa sensazione dunque potremmo dire che è lo studio delle sensazioni. Sensazione è qualcosa che si percepisce attraverso i sensi, quelli fisici, intellettivi ed emotivi. Probabilmente perché si presume sia nella natura umana di ricercare sensazioni piacevoli è stata correlata con il concetto di bellezza e di arte. Bello viene dal latino e significa ' bello e buono ' un po' come nell'inglese good rispetto a nice: good è buono nel senso di bello, giusto mentre nice è solo gradevole. Le tre cose: estetica, bellezza e arte non sono immediatamente legate fra loro. Potremmo dire che è bello quel che piace ma sarebbe troppo comodo. Partiamo da bello. Bello è qualcosa che guardandolo produce una sensazione gradevole oltre la quale intuiamo ci siano dei significati più solidi, dunque siamo portati a godere del bello osservandolo e prolungando la sua vista oltre la normale percezione di un fatto o di un oggetto. Ma anche qui, chi può decidere cosa sia bello e cosa no? Spesso l'arte è chiamata in causa per definire ciò che è bello, ma anche qui la relazione non è naturale. Per esempio si tende spesso a sentire che in un determinato periodo della storia dell'arte vi era una specie di accordo su cosa fosse bello e pertanto ciò che poteva essere contenuto in quella categoria era bello. Il problema è che questa affermazione non è affatto reale. Durante il Rinascimento, a esempio, l'arte alla moda (è un termine tecnico non va inteso come fashion) aveva senz'altro molte connotazioni basate su una teoria solidissima come lo studio dell'arte classica intesa come massimo prodotto del genio umano e si facevano proprie tutte le teorie filosofiche sul bello espresse nella classicità. Ma non è affatto vero che tutti fossero concordi: il gusto tardogotico continuò a convincere moltissimi di essere dalla parte giusta della bellezza. Allora vediamo come si possa tentare di dare ai termini in questione una discriminante per poterli giudicare.
Uno è a mio parere la possibilità che la visione di qualcosa che definiamo bello possa lasciarci arricchiti di conoscenza e sia in ultima analisi evolutivo per la nostra personalità: intellettuale, culturale e 'spirituale' se riteniamo possibile questa evenienza. Cioè vogliamo che la visione di un oggetto (o ascolto o tatto o lettura ecc... ovviamente) non sia solo un puro riscontro di sensazioni o stati d'animo labili e fuggenti. Il secondo è l'effetto sociale del bello. A nessuno è negato di avere proprie preferenze estetiche e dunque di definirsi un piacevole o bello o buono o giusto. Non si può prescindere dal significato sociale che però quella preferenza può avere. Sia in senso di collettivizzazione del significato della bellezza o dell'arte sia come crescita personale all'interno di una comunità sociale. Quindi ogni sensazione può essere interessante per qualcuno, ma non per tutti può essere tale da indurre una sorta di allettamento che ci fa sentire migliori. Sembra che oltreché naturale vi sia una necessità di condivisione sociale al bello. Lo stabilire poi quale siano gli scopi, per così dire, del bello è un problema di cultura e di educazione, di conoscenza e di sviluppo della capacità critica e di un proprio livello di giudizio che abbandonino la semplice fruizione momentanea e senza sedimenti di una qualsiasi opera d'arte o oggetto di bellezza o portatore di una sensazione prolifica. Questo credo sia un modo per fare rientrare la bellezza nell'estetica e l'arte nella bellezza. Un modo per non relativizzare troppo confondendo la legittima presa di posizione per un'arte e una bellezza con l'accettazione di ogni cosa. Valutare insomma cosa produce di buono e giusto il bello e l'arte. Si sente dire che oggi l'arte prescinde dal concetto di bello, ma al di là della giustezza di questa affermazione ci si dovrebbe chiedere come mai possiamo riscontrare un tale atteggiamento nella storia dell'arte, al punto che l'estetica è definita come studio del bello, e di conseguenza quali portati nuovi e solidamente fondati si possono addurre per compiere questo atto eversivo. Siamo una società talmente elevata da poter capovolgere il senso che l'arte ha avuto in millenni di storia? Ne ho parlato nel post “ Come è morta l'architettura ”. È senz'altro più semplice parlarne in relazione a precisi oggetti o opere d'arte che non in maniera così astratta, è questo un piacere che lascio ai filosofi, è anche molto più divertente, almeno per me.

Flavio
Ciao Renato e grazie mille per la tua risposta e disponibilità. Rileggerò e rifletterò su ciò che hai scritto di sicuro posso dire che il tuo "trattato" è bello perché mi arricchisce di conoscenza e migliora il mio intelletto. Continuerò a leggere il tuo blog e visiterò il tuo canale youtube quindi sicuramente continueremo a scriverci. La prima volta che scrivo in una sezioni commenti di un blog spero di non aver fatto confusione. A presto e ancora tante grazie.
 
Renato Pagnoncelli
 Il commento è arrivato senza problemi, attiva le notifiche se non lo hai già fatto. E metti il nome (Flavio) se no arriva come Anonimo. Per il resto, grazie a te e meno male che qualcuno ha il coraggio di mettere un commento, se avevano paura che mordessi adesso dovrebbero aver capito... Ciao.
 
Flavio su " Playlist su You Tube " 27 luglio 2021
 Ciao Renato spero di non disturbare, non voglio approfittare... noto che in ogni tua creazione audio-visiva vi è sempre un dipinto o se preferisci una rappresentazione visiva mi permetto di chiederti quando posi gli occhi su un dipinto cerchi solo(si fa per dire) il piacere attraverso il senso della vista oppure conosci bene la pittura e magari cerchi altro? spero di essere stato chiaro p.s. ancora non ho confidenza con la sezione commenti spero di aver inserito il nome e non aver fatto confusione grazie per il tempo a me dedicato
 
Renato Pagnoncelli in risposta a Flavio 27 luglio 2021
Ciao Flavio, disturbare? ma scherzi: il blog dovrebbe servire proprio come spazio di scambio di opinioni. Non ho capito bene se la domanda si riferisce a ogni volta che vedo un'opera d'arte o al metodo con cui inserisco le immagini a corredo delle poesie o delle musiche, dunque risponderò a entrambe. La materia che in assoluto conosco di più è l'architettura in particolare la composizione architettonica, ma ho insegnato anche storia dell'arte dunque ho un quadro abbastanza completo sul come guardare un'opera d'arte. Be', l'arte o meglio gli artisti hanno un gramo destino: faticano molto a completare tutti i particolari della loro opera in senso tecnico e disciplinare (poetico, espressivo, dialettico) e poi spesso l'osservatore rimane colpito da un solo aspetto. È chiaro che più si conosce la storia dell'arte più si trovano le relazioni fra le parti. Dipende quindi dal tempo di contemplazione scoprire quanto più possibile sull'opera che abbiamo davanti. Quello che tu chiami il piacere della vista è sostanzialmente questo. Quanto alle immagini che inserisco cerco di mettere quelle che mi hanno colpito di più in passato o che mi pare servano, unendosi alla poesia e/o al commento musicale, a comporre una storia. Non una storia di fatti o di concetti ma di emozioni che provochino in chi vede la ricaduta estetica, la 'reazione a catena' che con i versi, nella mia intenzione di poeta, vorrei che avvenisse. Reazione di cosa? Di quello che ognuno sente che si muove dentro di sé, che gli fa sembrare quei versi significativi e interessanti. Belli insomma. Nella mia poesia metto tante cose ma di sicuro non tutto quello che gli altri ci possano vedere. Non cerco mai di influenzare con le immagini o la musica l'interpretazione ' vera ' dei versi perché non c'è un'interpretazione vera. Se ci fosse una verità unica nei miei versi comporrei dei fossili, e mi dispiacerebbe. Se non sono stato chiaro non ti fare scrupolo e dimmelo. Va tutto bene nel commento e sono io che ti ringrazio. A presto. Renato.
 
Flavio su " Pulcritudine " 28 luglio 2021
 Corpo della donna. Le persone giudicano il corpo di una donna usando le solite parole bellissimo, bello, magnifico ecc... ma chi stabilisce il canone, i cambiamenti del canone senza dimenticare che quello che piace a Milano magari non piace a Tokyo anche se con la globalizzazione siamo tutti più vicini, forse... mi sposto un pochino e metto il focus su noi uomini quello che ci incendia dentro, quello che ci permette di superare prove, imprese, scrivere canzoni, poesie, canoni ecc non è forse l'attrazione? La bellezza e l'attrazione magari sono correlate ma non sempre infatti sempre più spesso negli ultimi tempi non parlo più di bellezza ma di attrazione mi sentiresti dire infatti... che donna attraente, mi attrae ecc è una riflessione che avevo voglia di condividere con te e con i lettori del blog del resto tu che ami le donne, l'arte e la cucina sicuramente aggiungerai qualcosa di interessante che mi farà riflettere grazie per l'eventuale attenzione.
 
Renato Pagnoncelli in risposta a Flavio 29 luglio 2021
 Mi fai venire in mente una cosa. Quando studiavo e coi miei compagni di università analizzavamo un progetto, i primi anni argomentavamo molto sul perché e il percome delle varie soluzioni compositive. Man mano che aumentava la conoscenza e l'esperienza il nostro lessico si faceva sempre più essenziale fino alla fine quando francescanamente restava ' bello' o ' brutto '. Dietro queste parole c'erano però, ormai condivisi, tutti gli argomenti imparati negli anni precedenti. Il corpo umano è da così tanto oggetto di considerazione artistica che forse anche per esso si usano parole franche e dirette. Parli di canone di bellezza femminile e forse esiste. Spesso trovo che al di là delle mode, che in quanto tali non sempre sono state seguite da tutti, esista un'invarianza di alcuni elementi, che desumo da ciò che vedo nei dipinti o nelle sculture. Vado di getto: i capelli, gli occhi, le labbra, i denti per quello che riguarda il volto. I fianchi, il seno, le mani per il corpo. Voglio dire che credo che in tutte le epoche o le culture evolute, a meno di complicati motivi rituali o ideologici in generale, dei capelli folti o lunghi, degli occhi espressivi, delle labbra avvincenti e dei denti regolari e puliti siano sempre piaciuti. Così dei bei fianchi (per me la parte più bella di una donna) un seno florido, grande o piccolo che fosse, delle mani attraenti, perché eleganti o delicate, magre o paffute, siano in linea generale piaciute sempre. Prova a dare un'occhiata al post “ Pulcritudine ”. I cambiamenti sono determinati dal fatto che una certa connotazione fisica esprimerebbe qualcosa di trascendente, ma a volte sono stati più enunciati e enfatizzati che seguiti, un po' come la presunta donna angelicata della poesia. Per me il corpo di una donna è già materia trascendente di per sé. Ci sono le differenze di razza e provenienza ma mi spingo a dire che una bella donna è bella in assoluto, accettando appunto la differenza di forme. La globalizzazione o meglio la mondializzazione sta agendo in modo nocivo perché invece di esprimere veracemente le differenze sta optando per un modello unico appiattito su un mix di un po' di tutto e un po' di niente. Io le chiamo le ' rettiliane ': donne aggressive, con labbra e seno finto e prepotente, ma bacino stretto e magrezza eccessiva, arti sottili e lunghi ecc... Come il vino: gusto e produzione standard, buono per ogni angolo del globo. Un discorso articolato sul cambiamento di canone lo trovi nel post “ Quando si cambia stile ” che è sull'architettura, materia ostica ai più, ma in cui si possono fare degli interessanti percorsi analoghi in altri campi. Quello che ho detto sopra risponde anche al tema dell'attrazione, almeno credo, nella misura in cui l'attrazione è il proiettare o vedere in una donna quello che la sua bellezza ci pare prometta e nasconda. Doti umane, intelligenza, carattere, tutto insomma. Penso che una donna, a parte i casi disperati, abbia sempre qualcosa di bello, sia nel corpo sia nel modo di fare e magari, un po' per arte innata della nostra prediletta creatura un po' per nostra semantizzazione, sia sufficiente per farcela apparire più attraente di un'altra. Poi c'è ovviamente un modo di vedere la bellezza femminile in modo assoluto, per così dire, e un altro se ci mettiamo di mezzo i sentimenti, ma questo esula dal tema, comincia a esulare... Grazie a te e un saluto cordiale.
 
Flavio su " Fenomenologia, etica ed epistemica del Risotto alla Milanese " 30 luglio 2021
 Ciao Renato(ho ricevuto la risposta in privato ora è tutto chiaro) dunque visto che una delle tue passioni è la cucina... che rapporto hai con essa? Ami il vino? Come si può diventare un intenditore di leccornie raffinato e colto magari facendo bella figura a tavola con una signora o signorina? Piatti prelibati da consigliare? Un caro saluto.
 
Renato Pagnoncelli in risposta a un commento, di Flavio
Far da mangiare è una delle mie grandi passioni. A parte dei panini o tramezzini o le torte con tutto già pronto nella scatola, ho cominciato sul serio con un brasato al barolo a quattordici anni cioè quarantasei anni fa. Insieme al cibo è nata la mia passione per il vino (allora dopo la cresima si accedeva al vino). Ero appassionato di quello che diceva e scriveva Luigi Veronelli, che poi ho scoperto essere anarchico come me. Da allora ho sempre cucinato e mangiato e bevuto, cercando di farlo sempre meglio. Poi, siccome la cucina italiana me la facevo da me, da giovane ho frequentato i ristoranti di cucine estere e anche da lì ho imparato ad affinare il gusto. Il vino per me è bevanda sacra agli Dei. Del resto i Greci chiamavano l'Italia Enotria: la terra del vino. Io ho avuto la fortuna di imparare a cucinare e a bere in un periodo dove non c'erano molte mode ma l'impostazione era quella classica da cuoco che sa fare il suo mestiere, senza tante menate di piatti light o creativi o esotici. L'educazione al gusto è importante come ogni altra esperienza che produce evoluzione, che è il principio divino in cui credo. Non credo in dio o nella trascendenza astratta o nel volemose bene, credo nell'evoluzione della coscienza che avviene quando ci si educa, in modo esoterico o essoterico, a migliorare sé stessi, nel senso di salire a un livello e non scendere più da lì. E tutto può servire. Fra l'altro nutrirsi è un bisogno primario e dunque non può avere solo un significato di sopravvivenza di ciò che non può durare, o sia il corpo. L'educazione al gusto si fa come tutte le altre cose: si prova senza pregiudizi, si comprende e si giudica da sé stessi senza farsi influenzare da mode o da chef superstellati. Come far bella figura con una donna? Ma mi hai preso per Califano? Non sono un esperto. Cunt i tusann del dì d'inchöö a savaria nanca 'se dit (tradotto per i diversamente milanesi: con le ragazze d'oggi non saprei cosa dirti). Piatti prelibati ce ne sono troppi. Preferisco decisamente il salato al dolce che mi stufa. Non sopporto i video di ricette su YT perché ognuno ha la verità su come si fa un certo piatto quando si sa che ognuno lo fa come vuole. Ho visto gente stravolgersi perché un certo piatto non era come quello di mammina. E poi cominciano le squallide risse tra nord e sud, tra salutisti e più salutisti. E coi vini è lo stesso, ce ne sono molti. Ricordati il proverbio: “ bianco e negro fa l'uomo allegro ”. Ecco, per concludere, un buon esercizio è provare ad associare un piatto con un vino e vedere le differenze e quali preferiamo. Veronelli parlava di seduzione che il vino fa al cibo e viceversa. Saluti. 
 
 
 Anonimo 8 aprile 2023  su " La primavera viene languida ".

Bellissima, Renato, complimenti

Renato Pagnoncelli 8 aprile 2023 in risposta a Anonimo

Grazie 'Anonimo' mi fa piacere che ti piaccia.