Questa sesta raccolta di poesie
composte fra la fine del 2011 e la fine del 2014 è formata da venti canoni e
sette tankabaiku.
Per canone intendo una composizione in
cui le rime seguono uno schema di sviluppo musicale, come appunto una fuga o canone,
così come è esplicitato nello schema. Attribuendo una nota per ogni sillaba finale si ottengono dei piccoli temi musicali che si potrebbero sviluppare.
Tankabaiku è una parola che ho
inventato per definire una poesia composta di tanka e haiku che si susseguono
liberamente, mantenendo però la metrica specifica (haiku: 5-7-5 ; tanka:
5-7-5-7-7).
Il titolo Lykauges che significa in
greco ‘ occhi da lupo ’ o ‘ luce da lupi ’ è un attributo di Apollo e Artemide,
come figli di Leto, e denota il momento della giornata sacro alle due divinità.
Indica quella capacità di vedere durante i crepuscoli, alba e tramonto, cioè
quando sono compresenti il giorno e la notte. S’intende la facoltà di vedere fra
due opposti complementari.
Presento sette canoni e tre
tankabaiku.
Sette
canoni
Viene
l’alba dopo una notte insonne,
pian
piano il mondo si sveglia indenne,
con
calma, in silenzio, senza timore,
lasciando
l’oscurità alla sua quiete.
C’è
il silenzio che manca in altre ore.
Qualcuno
si desta per iniziare
il
suo daffare, le sue giornate.
Qualcuno
scivola sul marciapiede
per
ciò che ha fatto o ne ha fatto le spese.
Ognuno
è contento delle sue cose
senza
l’affanno del sole che splende.
e
non si è ancora svegliato il cane:
l’inquietudine
del giorno che viene.
(
schema: AABCBBCDEEDDAA )
Per Didone, nel lamento ultimo,
Amori
gettate sul suo trono
petali
di fiori leggeri e dolci
come
lo fu il suo cuore amabile.
Cieli
apparite in albe di chiarità
come
i suoi occhi dallo sguardo buono.
Arie
spirate nobili e limpide:
così
lei ha dispiegato la sua vita.
Perdonate
l’uomo che l’abbandonò,
simile
a Medea vinta dall’Ellade,
per
inseguire le glorie del mondo.
E
non fatele alcun biasimo
perché
ella stessa si giudicherà
se
diede sempre amore bastante,
lei
sarà la più spietata giudice
di
sé stessa e del suo destino.
(schema:
ABCDEBFEBFGAHILB)
(Pachelbel)
È un
attimo e un uccellino
si posa
sul piolo di una scala.
anche
hanno bisogno di una scala
per
salire in alto nei cieli
dove
prima andavano volando.
Ma poi
parte così com’è venuto
e mi
lascia lì a pensare al mondo
mentre
lui con le ali è ormai sparito.
(schema:
ABCBCDEDE)
Vedo il cielo confuso sopra di me,
guardo
le nuvole tinte di scuro
che
corrono basse seguendo i venti
e
vanno veloci come il pensiero.
Foschie
di nubi che passano calme
davanti
alle tue iridi celesti
come
fumo di quieti dolori
e
battiti di ciglia incerti e stanchi.
Ci
vogliono sempre più precari,
approssimativi
e rassegnati,
forse
mi volevi dire con gli occhi.
Ma
non mi sono ancora arreso.
Forse
dici che ormai di me disperi,
ma
mai m’hai così tanto amato e illuso
come
ora, mentre sopra di me ti specchi.
(schema:
ABCBACDEDCEFDFE
Insieme, sospinti dal destino
non
riconosciamo più il futuro
né
l’eden da cui siamo nati.
A
echi sento la tua voce lontano
come
arrivasse in punta di piedi.
Noi,
mio dolce angelo in esilio,
croco
fiorito invano sulla pietra
e
non fra l’ultima neve d’inverno,
non
rassegniamoci a un suolo duro,
viviamo
ancora camminando uniti
sulla
tenera erba dei ricordi,
torniamo
alla felicità, cuore mio,
d’una
vita che va ma è ancora nostra.
(schema:
ABCADEFABCDEF)
La
primavera viene languida
col
suo odore, timida e ritrosa,
col
profumo di rosa d’inverno,
della
primula, pieno di promessa
d’una
favola rossa, d’illusioni
come
dolci canzoni d’amore,
mendaci
e lusinghiere che si canta
con
melodia intonata lieti dentro,
ma
poi si lascia dietro, va lontano
sui
rami che oscillano a dire che
qualcosa
c’è stata anche lì dove ora
ci
resta solo premura di foglie,
di
fiori bianchi e voglie di frutta,
e
erba e umidità della sera.
E
la poesia, se è vera, è illusione
di
sincera passione, la più vera
di
ogni realtà, e ancora apparizione
che
appaga e dispone la natura
alla
nostra maniera e il senso
che
noi diamo lo stesso alla vita.
(schema:
rime in cesura di settenario e cadenza finale
nA
aB bC cB bD dE eF fG gC cH hI iL lM mI iN nI iN nI iO oF)
Quando
una precoce primavera
col
tepore dei raggi del suo sole
arriccia
i petali delle margherite,
sembrano
gli occhi tristi di certe donne:
stelle
deluse che vogliono mostrare
d’avere
ancora molto amore da offrire,
che
la freschezza per cui un giorno
non
lontano furono dette belle
non
ha consunto tutta la passione
e
l’ansia trepida del loro affetto,
pur
se non c’è più nessuno a cantare,
declamando
lo sguardo e le loro luci,
come
ognuna d’esse volle e vuole,
sull’aria:
“ vi diria che sete belle,
vaghe
stelle, più di Velia e più del Sole ”.
(schema:
dodecasillabi ABCDEEFBDGHBBB)
Tre tankabaiku
Il mondo
Un
fiore nasce
sapendo
d’appassire.
da
un fiore passo
nasce
un frutto e un albero etc…
tutto
va com’è giusto.
Nessuno
impone
leggi
immutabili
e
perciò giuste.
Ma
ogni volta,
quando
muore un fiore,
muore
con lui
la
bellezza del mondo
e
tutta la bellezza.
Senza
bellezza
l’uomo
si rivela
l’animale
sbagliato.
Bianco, grigio e azzurro
Nuvole
bianche
e
le nuvole scure
le
une sulle altre
scorrono
alternate
come
il bene e il male.
Fra
le nuvole
si
aprono dei mari
con
coste erranti.
Dentro
il mare
del
bene e del male,
sparsi
naufraghi,
noi
navighiamo come
marinai
ubriachi.
Due lune
Luna
d’agosto
gialla
e vaporosa
di
fienagione,
luna
d’ottobre
porta
gocce di miele.
Odore
d’erba
dolce
e insinuante,
luce
verde e oro.
Foglie
e grappoli
come
cuori rossi
d’innamorati.
Braccia
di sole
che
ci accolgono calde
e
innocenti.