venerdì 31 maggio 2019

Adesso basta così o...?

Metto solo il grafico delle visualizzazioni nei mesi precedenti le elezioni europee. È stato un caso anche questa volta? Dopo quello che è successo su Facebook e Twitter? Giudicate voi.



Poi i risultati sono quelli che sono... Infatti già si parla di eliminare il suffragio universale per eliminare quelli che votano “sbagliato”.

domenica 12 maggio 2019

Madrigali, canoni in terzine e tankabaiku

La quinta raccolta è “ Madrugada ”. Il titolo, che in portoghese significa alba, aurora, è in relazione al mio emblema: il fior di croco. L'Aurora è la luce che permette di vedere e nei Veda è madre del Sole. Dal punto di vista percettivo, che è l'osservazione più reale e a un tempo naturale, in effetti prima vediamo la luce dell'alba, poi l'oro dell'aurora e solo dopo il sorgere del sole. Quindi Aurora come luce di conoscenza che nasce dall'oscurità della notte, ma anche come madre del giorno. 


 
Dunque è una raccolta tematica, cosa di cui di solito non mi preoccupo o solo relativamente, come nel titolo della raccolta precedente.

Ci sono composizioni in forma di madrigale, che allude ai due significati sopra detti, e altri che chiamai canoni in terzine. Canoni per via del fatto che le terzine sono libere e lo sviluppo della composizione è potenzialmente illimitato senza riprodurre un criterio vincolante di sviluppo.

Lo schema del madrigale è composto da terzine, quali che siano, e un distico finale. È uno schema riassumibile così: T T T … D. per esempio ABC ABC … DD oppure ABA BCB CDC … XX eccetera.

Nei canoni in terzine praticamente tutte le poesie hanno uno schema di riferimento di questo tipo: V T V T V T … cioè un verso libero o reiterante e una terzina di vario modo. X ABC X BCD X CDE … per esempio o X AAB Y CCD Z EEF … eccetera.

In più ho scritto dei Tankabaiku (Tanka + Haiku) in forma libera, per esempio T T H oppure T H H eccetera.

Vi sono poi degli inserimenti di cui potrete sapere andando alla pagina dedicata a “Madrugada”.

Qui metterò degli esempi per ogni tipologia di composizione.

Fra i madrigali ho scelto questi. 


Questa prima poesia è un inno alla caduta dell'ipocrisia qui rappresentata dal mito della verginità. Il suo contrario è indicato come la vera missione naturale della donna. È un'invocazione all'amore libero, al coraggio dei sentimenti e della passione.

L’alba esce dal suo bagno notturno

e scrolla dai suoi capelli biondi

le perle di rugiada del mattino.

Tanti veli virginali candidi

in questa breve notte son caduti

in perle di sangue e getti di dadi,

e respiro ansimante, membra dolenti.

Aprite gli occhi pesanti d’affanno,


figlie, e sentite il cuore, i battiti

continui tutta la notte, nel sonno.

“ È stato mio! È stato mio! ” ripetete

e sciogliete i capelli sul cuscino.

Alzatevi e felici correte

messaggere come i raggi del sole

sulla terra, libere e devote


e portate le buone novelle

che preserveranno il mondo e la vita

dalle falsità e da ogni male:

che la verginità è caduta

in forma di quelle gocce rosse

e insieme l’ipocrisia è finita.

La Madre volle che il mondo fosse,


voi salvatelo con il segreto

che custodite nelle anime scosse,

nei più languidi recessi d’amore

che stanno nel vostro corpo di cuore.

 

(schema: ABA BCB CAC ADA DED EFE FGF GHG YY)

 














In questa composizione voglio fare un omaggio a Irving Stettner, uno dei poeti della beat generation. Poeta on the road come si diceva allora, testimone di un tempo in cui vivere era già abbastanza. Diceva di essere solo un “osservatore di nuvole” definizione in cui mi ci ritrovo. Ha il ritmo di una ballata.

Sei come il vento che ogni giorno soffia,

che può essere spiffero o tormenta

ma non lo fermi con nessuna imposta,

e con furia vuole spazzare via

“ ai quattro angoli del mondo ”

(appunto perché è soprattutto tondo)

per ripulire dall’aria stantia

nella vita prima che nella poesia.


e in altro che sovviene alla memoria…

Invidia, Irving, è solo invidia,

ma non, non solo, per la tua vita:

ma è per l’epopea che hai vissuta:

ognuno di noi ha la sua propria via,

ma quegli anni colmi di gioia

 

e di voglia di conoscersi, e voglia!

Come la libertà è normale che sia,

vivere in un mondo di semplicità,

di inaspettata, dolce, normalità.

Coi soli scarabocchiati e una foglia,

la bella donna danzante e popputa,

l’odore di caffè della barista,

sorriso che dice, già con nostalgia:

 

“ Grazie d’esser passato di qua per via,

buon viaggio e buona compagnia! ”.

A un certo punto il mondo e la sua soglia

son stati piccoli alla tua verità

e sei partito di nuovo in libertà.


(schema: ABB ACC AAA ABB AAA ABB ABB AAA ABB) 




Questo madrigale è una delle poesie più belle che ho scritto. Va visto come una serie di immagini concentriche che dall'esterno portano verso una dimensione sempre più interiore.

Guardo il sole sorgere dai monti

e inondare la pianura di luce

tacitando le voci degli amanti.

Come le nuvole di pioggia dolce

si aprono intorno alle cime innevate,

così il bianco dei tuoi denti traluce,

splende allo schiudersi umido e fremente

delle tue dolci labbra carnose e scure,


nel primo sorriso che doni raggiante.

Così mi specchio nel primo chiarore

e vedo la mia gioventù, l’altro ieri,

piena di ricordi e speranze in fiore.

Oggi ne ho altre, più crepuscolari,

e persino tu, che tanto bella guardo,

non sei davvero qui come appari.

Forse sono io che sempre mi illudo,


forse sono io che sempre a te rimando.

(schema: ABA BCB CDC … XX) 




 

Fra i canoni in terzine questi altri.
È un'alba dopo una notte di delusione o una notte interiore. La luce appare come una consolazione, come un abbraccio rassicurante. Ha la struttura di un canone breve, come appunti da sviluppare.

Il giorno mi ha sorpreso con il sole

davanti alla tua porta chiusa a sbarra,

rannicchiato in me stesso e l’io che duole,

con più freddo nell’animo gelato.

L’ora si alza a rallegrar la terra

ferendo i miei occhi stanchi di sonno

e sfiniti dalla tua assenza dura.


Mi sono alzato calcando il berretto

e me ne sono andato nel mattino

senza aver nemmeno sotto le suole

uno schiavo portinaio da incolpare.

Ma ho camminato pian pianino

verso l’Aurora che forse mi vuole

e non chiede troppo di me, e poi muore.


(schema: ABA C BDB C DAE DAE) 
























Questa è bella perché è in forma di dialogo. Ma fra chi? Fra due innamorati? Dell'uomo con la sua anima? Del Sole e della Luna? E c'è differenza?

“ Guarda, il nero del cielo in parte

si sta facendo blu scuro, lo scorgi? ”.

“ È ora, vai, fra poco sarà l’alba ”.

“ Ma se me ne vado ora, insieme a te

perderò questo colore incantato! ”.

“ Se vai la rugiada sparsa sull’erba

ti troverà sveglio al suo richiamo,

non addormentato come al solito ”.

 

“ Ma è il solstizio d’estate oggi,

e se fosse tutto un sogno, tutto? ”.

“ Fidati di me e fidati dell’alba,

esci, cammina, comincia i tuoi viaggi

vai incontro all’Aurora, dille che t’amo ”.


(schema: A CEA B EDB C BEC D)


 

Due innamorati si svegliano affiancati, ma forse il mondo che hanno lasciato la sera prima non è lo stesso di questo risveglio. Si dice che il mondo continua, qui è come si vedesse la vita dall'altra parte di chi rimane.

Dormiamo tenendoci la mano

stesi uno accanto all’altra, vicini.

Ma già l’usignolo comincia un po’

a fare il moralista giocondo,

e le allodole lo seguiranno,

i passeri cinguettano in gruppo

per affari loro… e chi li capisce?

Perché alzarsi in queste ore così aspre?


Solo perché la notte viene meno?

L’Aurora certo non arrossisce

per gli amori che vede nel mondo

ma per il desiderio sul suo viso:

solo gli sciocchi non lo comprendono.

Ci saranno i raggi del sole tondo

a far le nuvole di tinte vespre:


prima in nastri rosa poi bianche in fiore.

Comincerà così il nuovo giorno,

gli uomini si alzeranno come sempre.

Solo allora faremo un rispettoso

saluto al sole e ci abbracceremo

per quel nostro riposo mondano.

Ma prima riverserà il fiume rosso


tutta quanta la sua acqua in mare,

poi torneremo ai raggi del sole.

Nella quiete del nostro cammino.


(schema: X ABC X BDE X DCF X CEG X EFH X FGI X)


 





















E tre tankabaiku. I quali non vanno spiegati, come ho già detto o perdono tutta la loro efficacia. Dirò solo che sono ermetici, nel senso di Ermes il Dio, tutti e tre.

Ipocentro

Per qualche alchimia

che non posso sapere,

nel cielo chiaro,

dalla luna ancor chiara

spira odor di marina.

Sottile olfatto

di aromi intrecciati

fra lo stupore.

Nel cielo alto


gridano le rondini

verso talune onde

che ci devono essere

sotto, da qualche parte.

Guardo dentro me

e vedo in un antro

e onde e mare.


 














Nodo nel legno

Vita mortale,

è troppo sopportare

la tua assenza

poiché appari dovunque

ma in forme mutevoli.

Gridi incessante


folaga piumata,

ma mai il mio nome.

Dì il mio nome.

Una, una volta sola,

ma solo per me.

Sei come l’acqua


che sostiene la vita,

come la luce

che mostra tutto quanto,

ma di sé solo a tratti.



 

Tramonto

Passano i giorni,

svelti, come tirati

da una fionda.

La piana dell’arrivo…

Non so se è bene o male…

Là ad accoglierci

ci saranno Sirene

che ci consoleranno?


Suona un flauto

dentro al bosco di pini.

Suona vicino

poi si allontana e passa

come tutta la vita.



 

R.P. 

Posteris memoria mea