È la mia quarta
raccolta di poesie che ho scritto durante tutto il 2011 e si compone di dieci
esametri, con qualcuno variato nella struttura, dieci sonetti, dieci canti
saffici e dodici tanka.
Il titolo rimanda a una delle mie principali fonti di ispirazione: il
cielo e la natura, anche negli aspetti più semplici quali si possono cogliere
in città.
Da queste
osservazioni naturalistiche nascono considerazioni e riflessioni sulla vita
come se ognuna di esse celasse una risposta non solo scientifica.
Tre esametri
Splendi
nell’azzurro della mia vita
e
non aspettare che io sia pronto.
Cospargimi
di un’alba indorata,
di
fresca luce mattutina, il volto.
Carezzami
con la mano rosata:
io
ti aspetto e tu non sai da quanto.
Colmami
di bellezza illimitata
nel
vederti crescere in alto e in alto,
come
colomba che si sia involata,
seguendo
il vento,
verso
il sole dorato.
Così,
con tenerezza, sarai amata,
così
anche io sarò esaudito.
(schema: AB AB AB AB
Abb AB
La
notte si è adornata da sposa
con
la veste nebbiosa
per
unirsi alla terra.
Scende
con il suo vapore freddo,
col
respiro candido
e
il viso di cera,
si
avvolge in spire voluttuose, in sogni,
disuguali
per ogni
fanale
della sera.
Bagna
del suo bacio passionale
la
terra che attende immortale
l’umore
di quell’ora.
Avvolge
in una ragnatela,
in
un’infinita vela
di
luce riflettente,
chiudendosi
in sé, vera totalmente,
come
se di altro non ci fosse niente.
(schema: Aax Bbx Ccx
Ddx Eey YY)
Le
nuvole buie dietro al fulmine
corrono
come branchi di lupi
all’agguato
di vittime lontane,
e
lanciano le loro zanne, empi.
Compaiono
in chicchi di grandine
e
si abbattono dal cielo a dirupi,
rompendo
rami e povere foglie vane
lasciando
al loro passaggio nei campi
lacerti
autunnali di foglie morte,
come
strofe interrotte
o
cose smarrite,
marciscono
a terra già brunite
in
un vago aspetto di dramma e fine.
(schema: AB AB AB AB
Cdd DA)
Tre sonetti
Mi
stupisco ancora, per ciò che vale,
delle
foglie dell’autunno rosa
che
prendono la luce stagionale
al
crescere della notte nebbiosa.
Appaiono
dorate, tale e quale
i
raggi del sole che riposa,
brune
come una madre primordiale,
rosse
come guance dopo una corsa.
Sono
la gioventù che ride beata
in
faccia alla morte che ci aspetta.
Una
vita segue un’altra vita,
l’oscurità
della morte è scoperta
da
questa visione lucente e aperta
testimone
di una via illuminata.
(ABAB
ABAB CCC CCC)
Di
notte, quando nuvole nel nero
si
aggrumano oppure si dividono,
si
apre uno spazio di cielo libero
e
spuntano due o tre stelle lontano.
Piccoli
occhi vivi e scrutanti
se
ne stavano acquattate nel piano,
come
capretti dietro agli arbusti,
impauriti
fra il fogliame pieno.
Ma
appena il cielo si rasserena a tratti
e
i pericoli sono ormai passati
e
non c’è più paura che l’incresca,
escono
liberi saltando e gridando
come
fossero i padroni del mondo,
e
intorno l’aria è chiara e fresca.
(schema: ABAB CBCB
CCD EED)
Sei
bella dei tuoi capelli bianchi,
delle
iridi acquose, azzurre faci,
già
velate da rimembranze dolci
dove
scorrono i ricordi stanchi.
Ti
mostri nelle tue rughe chiare,
come
increspature nel cielo sereno.
Sei
come la neve fresca in inverno
che
col suo manto copre ogni rumore.
Come
si vede un grappolo d’uva
un
po’ passita e perciò più dolce,
ricordando
la rossa gemma nuova,
così
nel tuo manto di cigno invece
si
trova la bellezza del passato
e
l’amore di cui eri capace.
(schema: ABBA CDDC
EFG FHF)
Quattro canti saffici
Occhi
miei, che mi guardi, sei perplessa?
Della
gente e del mondo che non va,
della
miseria della vita stessa?
Anch’io
lo sono.
Ma
tu, che per me sei essenza viva,
che
reggi il mio destino appieno,
sei
tutto ciò che il mio intelletto aveva.
Se
tu vacilli…
Dammi
il tuo sguardo sereno,
e
gli uomini aiutami a capirli.
Rischiara
come luce del mattino,
stammi
di fronte.
Parlami
con i tuoi occhi belli,
dimmi
il segreto della tua mente,
Incatenami
ai tuoi riccioli
nel
tuo abbandono.
Confortami
e di’ che non ti sei arresa.
(schema:
ABAc BCBd CDCe DEDf A)
Perché,
ragazze dagli occhi di mare,
vi
affollate intorno alla luna?
Come
ninfe che corrono a un altare
di
pura luce,
e
a spirale fluiscono a una a una
nel
grande specchio celeste, di viole
festose
e timidette. E terra bruna
e
odore d’erba.
Voi,
con la vostra bellezza irreale,
fatta
di profumo dolce e vapore,
offuscate
alla nostra vista reale
l’astro
notturno,
che
compare a tratti e a tratti scompare,
tra
le vostre ecatee chiome canute,
nel
suo aspetto incitatore
splendente
e piena.
(schema:
ABAx BCBx CDCx DEDx)
Mia dolce ragazza della neve,
il
tuo volto affiora, dipinto ad arte,
dai
capelli chiari, d’un biondo lieve,
come
una rosa
che
galleggi in una tazza di latte,
come
un raggio di tramonto si posa
sopra
i ghiacci prima che la notte
chiuda
le ciglia.
Simile
a una virginale sposa,
te
una betulla ti somiglia,
bianca,
delicata e voluttuosa,
candida
figlia
che
schiude la bocca sua vermiglia.
(schema:
ABAc BCBd CECe E)
Un
cielo di marmo azzurro di Bahia
venatura
che nasce e si posa
da
una luce due volte riflessa:
luna
e nuvole.
Da
lacrime di stella tropicale
e
di occhi che hanno visto il mare,
e
come muore da sé un fiore
abbandonato.
Ti
amo puttanella, più di tutto,
creola,
mezza gialla e mezza nera
dagli
occhi di gatto e l’anima scura
di
pepe e sale.
E
ti odio ape ricca di miele
e
vespa in cerca di alveare,
che
impunita fai come ti pare,
qui
sotto al cielo,
invece
di essere felice solo
del
tuo prezioso fiore scarlatto,
del
languore che ti fa cara al cuore
tutta
d’un tratto.
(schema:
ABBc CDDe EFFg GDDh HEDe)
Quattro tanka
Titolo superfluo
La
potatura:
ogni
anno levare
il
superfluo,
tutti
gli errori fatti,
per
la nuova stagione.
Luna
Le
nuvole etre
si
lacerano attorno
alla
luna alta:
all’improvviso
il cielo
è
un abisso di luce.
Mare giapponese
Guardo
il mare blu
con
le mie iridi azzurre,
tenacemente,
fin
quando mi verranno
gli
occhi tutti celesti.
Ritratto
Niente
è più bello
delle
nuvole chiare
mentre
scorrono
sulla
luna d’ottobre,
salvo
solo il tuo viso.