EPEA PTEROENTA


Il mio terzo volume di composizioni poetiche. È stato composto fra l’autunno del 2009 e l’autunno del 2010.
Il titolo riprende una locuzione omerica che si ritrova in un dipinto che raffigura Saffo, seduta con la lira in mano e un rotolo di papiro su cui si legge “ epea pteroenta ”. La traduzione può essere: parole alate o parole piumate. Nel primo caso si allude alla parola ‘ che vola ’ nel secondo si ricollega il verso a una freccia piumata che coglie nel segno. A parte la mia venerazione per Omero e Saffo, mi sembra un’ottima definizione di poesia evocativa.
È una raccolta di dieci esametri, dieci componimenti in terzine, e dieci canti saffici.
Eccovi tre prove per ciascuna sezione.

Tre esametri

Piove sui verdi campi d’erba mossi
da venti burrascosi,
pieni di fiori rossi.

Nubi piangono le loro lacrime,
muovendosi per prime
a scortare le anime,

per celebrare la morte dei guerrieri,
tracciando i sentieri
per quegli eroi fieri.

Sono portati a spalla sugli scudi
coi volti pallidi
immoti e roridi,

e il dondolio gli disegna un sorriso
tenue di gloria al viso,
alla vita ormai chiuso.

Muta testimone dei loro sogni
è l’erba solcata dai compagni.

(schema: Aaa Bbb Ccc Ddd Eee FF)


Avevi gli occhi color del fuoco
dopo che ha bruciato
e nulla resta intatto.

Ma avevi anche un sorriso bianco,
dolce come il latte
e parole mielate.

Così incauto sono stato al tuo gioco,
tu giocavi barando
e mi stavi incantando.

Mi hai lasciato esaudito e stanco,
pieno della tua malia 
e vuoto di malinconia.

Sanguina ancora la tua ferita:
son restato sgomento,
come aver provato

l’amplesso inebriante d’una dea amata
e poi farne a meno per l’eternità.

(schema: Abb Acc Add Aee Fbb FF)



Ora cavalca per sempre nei prati
del cielo, insieme ai venti,
e vuota è la tomba.

Corre come l’aria tra i fili d’erba
color mela acerba
e ha una nube d’amante.

Come l’acqua che sale nelle piante,
linfa e umore vivente,
si scioglie nella vigna.

O è un pezzo di ghiaccio su una montagna
e la neve lo bagna,
così intatto e lindo,

dimentico del male del mondo
vive beato, giocando
con l’eternità stessa

e non gli importa del tempo che passa,
e vive anche qui, ancora.

(schema: Abc Ccd Dde Eef Ffg Gh)


Tre componimenti in terzine

La rosata Aurora del mattino
apre il suo abbraccio morbido
accogliendo nel colpo del suo seno,

e lo comprende, tutto quanto il mondo,
come due valve divaricate
che covano una perla nel profondo

per poi liberare l’esistente.
Fra tutte le voci che squillano alte
il suo richiamo è il più potente.

È l’agitarsi intorno delle vite,
è il fuoco che si accende fra le braci,
è la luce che emerge dalla notte

dove vaghe tracce, languide luci,
ne profetizzano l’apparizione:
la luna, le stelle e piccole voci.

Prima, così si dice, corre Selene,
poi fugge la notte al suo cospetto,
le stelle spaiono quando lei viene.

Profuma di latte e miele il suo petto,
d’erbe e fiori sbocciati il suo respiro,
d’aloe e di cannella sa il suo letto.

Il fruscio del suo peplo color d’oro
è come il suono del vento fra i rami
che vola incessante senza ristoro

e porta con sé tutti i profumi
che scaturiscono dalle stagioni,
le gocce di pioggia e tutti i semi.

È maturo il tempo tutti i giorni
quando la voce di Aurora comanda
il ritmo della vita ed i suoi fini.

Come aurora e tramonto, onda su onda,
si alternano in armonia eterna,
così Aurora alla sua sponda

porta la vita e la sorte umana,
come un fiume alla sua foce,
al suo compimento di luce.

(schema: terzine ageminate: ABA BCB CDC … finale XYY)



La neve si scioglie sui tetti
da cui sgocciola in veloce onda,
sommandosi in rivoli immacolati

che scorrono gelidi nella gronda
e in tubi bruni e verdi di rame.
Giunge remota fino all’altra sponda

della terra, ai confini del suo reame,
là dove segue delle vie segrete
che la portano a un nuovo mare, a un fiume

e poi scorre ancora più lontano
fino a perdersi nell’oceano.

(schema: terzine ageminate: ABA BCB CDC EE)




La mia donna è come il marzapane,
morbida e bianca di zucchero a velo,
dolce e amara nell’intreccio più fine.

Ha occhi a mandorla e aroma di cielo,
è dolce e fragile il suo sorriso
rosso e delicato come un petalo.

Ti struggi nel suo bacio oleoso,
ti resta il suo sapore dentro al cuore,
non smetterai d’amarla in ogni caso:

gioia frammista a languida tristezza
ti lega i sensi con la sua dolcezza.

(schema: ABA BDB DED FF)


Tre canti saffici

Boccioli nei campi e pesci nei mari,
macchie di luce su uno sfondo glauco,
la terra si incorona di fiori
cinta di bianco

Onde, dune mobili per un’eco,
prati, mare calmo di tremula erba,
vento che stilla come in uno speco
linfa acerba.

Voci che corrono, tuono che rimbomba,
pioggia che fugge in mille rivoli,
poi silenzio come in una tomba,
lasciati soli.

A piedi scalzi, nudi e così belli,
sulla sabbia asciutta e poi bagnata,
freddo, fragore e battiti d’ali.
L’alba è levata

(schema: ABAb BCBc CDCd DEDe)



Quando sarò morto i miei pensieri
cadranno a terra come rugiada
e diverranno fiori di giardino
multicolori.

O raccolti sui bordi della strada
da donne che se li porranno in seno
come ricordi da non far svanire,
per mal che vada.

Così rivivrò in un luogo sereno:
nell’aria, nelle piante e posto in cuore
di dolci testimoni di natura,
in buona mano,
a loro cura.

(schema: ABCa BDEb DEFcf)




Mi stai di fronte con il tuo viso
pieno di efelidi dorate,
gli occhi scuri che irradiano un sorriso
pien di pepite,

come uno sciame di bionde comete
che catturano la luce di fuori
per portarla chissà dove, liete
dei loro amori.

Simile a frotte di migratori
in volo nel cielo al tramonto,
alla pelle di celesti giaguari,
così è il tuo volto.

Delicata come un profumo d’orto,
dolce come i pisellini novelli,
mi guardi ingenua e mi uccidi intanto,
occhi gentili.

Abbiamo camminato insieme, soli,
e io ti stringevo morbida alla vita,
unico rimedio ai miei mali,
poi sei sparita.

Ti prego, non andare anche tu svelta
come i tordi e gli storni che fuggono
verso l’estate, bugia della vita,
senza ritorno.

(schema: terzine ageminate più un quinario: ABAb BCBc CDCd …)




Questa è una dichiarazione d’amore
che a te, dritta, senza timore vola
dolceridente Saffo, eco di mare, 
crine di viola.

Potessi avere una scintilla,
una sola, una che hai smarrita,
di brace che arde nella tua pupilla
ormai infinita.

Potessi avere un po’ di quel valore
per essere detto tuo alunno, o gioiosa,
e abitare come brezza di mare
nella tua casa.

Tu che vivi nella crepuscolare,
dolce, primavera dei Campi Elisi
e nella chiarità dell’Etere
dei cieli immensi,

insieme ai grandi di tutti i tempi,
e c’è gioia più che in Paradiso
in compagnia di saggi geni empi,
e nel sorriso.

Accogli, con la mia devozione,
l’amore che è in queste parole alate,
come sono, com’è la mia intenzione,
dedicate a te.

(schema: ABAb BCBc ADAd AEAe FGFg HIHi)