venerdì 14 luglio 2023

Ma no! E' un caso...

Giusto per scavarsi la fossa definitivamente vi mostro questo distintivo, sapete che sono appassionato di araldica.
È la mostrina della 20° Waffen Grenadier-Division der Schutz Staffel (SS) – Estnische n°1. Di stanza in Estonia.

 

Vi ricorda niente?

Vabbe', dice uno, è un caso, può capitare.

I nazisti hanno utilizzato lettere e simboli runici che appartengono a una cultura nordeuropea che non ha nulla in comune con la loro ideologia, ma se uno s'ispira allo stesso alfabeto incontra lo stesso stile diciamo.
Peccato che nelle rune più antiche la E (di Estonia in questo caso) si scrive M e negli altri alfabeti runici non appare comunque mai come una E latina arrotondata.

Questo mi porta a una questione che riguarda invece l'Italia, in particolare il suo emblema (o stemma come dicono quelli che non se ne intendono).
Voi sapete che non ostante il fatto che sia fiero di essere italico e anche italiano trovo che il mio paese abbia un inno nazionale decisamente brutto, sia nel testo sia nella musica, e un emblema a dir poco imbarazzante, per i motivi che dirò.
Amo invece il tricolore, la nostra bandiera, nella sua purezza araldica (interzato in palo, partizione primaria) e nei suoi colori (verde, bianco e rosso: i colori si nominano dall'asta anche se in italiano si dice comunemente 'biancorossoverde').
L'emblema della Repubblica Italiana è questo

la sua bruttezza è evidente. La sua storia è molto travagliata. Prima esisteva l'emblema di casa Savoia, la dinastia regnante, o i tentativi di sostituzione con simboli fascisti. Quindi non esistevano precedenti. C'era la solita gloriosa Repubblica Romana ma aveva come simbolo un fascio littorio e non era il caso...
Tolti i rami di quercia e di olivo, che se ci fosse uno scudo sarebbero esterni, a fare i cosiddetti tenenti, e il nastro con la ditta (il motto, la scritta), rimangono la stella a cinque punte e la ruota dentata.
Ora la stella è comunissima in araldica. In origine indicava la parte imperiale e in seguito ghibellina, la si trova nell'emblema della Repubblica Italiana come simbolo della sinistra comunista e socialista. Il problema non è la stella che può essere grande o piccola e popolarmente si ritiene che porti buona fortuna (il famoso Stellone italiano).
Per decidere quale emblema avesse la neonata Repubblica si fecero due o forse più concorsi in cui comparve di tutto: querce, olivi, corone turrite, libri, ali: di tutto e di più. E non si arrivò a nessuna conclusione: ci furono i premiati ma non se ne fece niente.
Come al solito un oscuro grafico di qualche ministero disegnò l'emblema che in quattro e quattr'otto divenne ufficiale.
La ruota dentata è invece molto rara in araldica per l'ovvio motivo che l'ingranaggio è stato concepito nella forma della ruota dentata nell'epoca dell'industrializzazione. È simbolo del lavoro, ma come altre pezze o figure: tutti gli attrezzi agricoli o artigianali (falce e martello non si potevano ovviamente mettere) o animali in analogia col lavoro ecc... Però abbiamo già visto che la stella assolve a questo compito, in quanto pezza della sinistra della classe lavoratrice.
Ho fatto una ricerca per vedere quali altri stati avessero la ruota dentata nel loro emblema e ne ho trovato uno solo: l'Angola dove compare col machete (o come lo chiamano loro).
Poi qualcosa mi venne alla mente. Breve ricerca, perché non fu un emblema segreto, esoterico o elitario, ma ufficiale, presente in ogni manifestazione politica o celebrazione.
Questo è l'emblema del Partito Nazional-Socialista dei Lavoratori fondato da Adolf Hitler (in questo caso è del “Fronte Operaio Tedesco”, ma compare allo stesso modo nelle fotografie dei congressi del partito).

 La domanda, in entrambi i casi è: è possibile non accorgersene? È possibile che non uno abbia detto: “ ma è il caso di usarla? ”. Ripeto in entrambi i casi.
Come al solito a chi legge la risposta e le considerazioni.

R.P.
Posteris memoria mea
renatus in aeternum

domenica 2 luglio 2023

" Avevi la solita veste bianca " videopoesia

Benvenuto/a. Come ho già detto, non volendo sottostare alla censura bigotta e ipocrita di You Tube posterò i miei video di poesia sul blog, lasciando solo un avviso su YT.

E' un canto saffico (tre endecasillabi e un quinario).


Musica: Agne Parthene - tradizionale XIX sec.

Se vuoi commentare puoi farlo qui o sotto il videolino di You Tube. 

R.P.

posteris memoria mea

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