venerdì 30 dicembre 2016

Nato di Marzo

Renato Pagnoncelli, " Nato di Marzo " poesie

Alla fine l’ho fatto anche io. Ho pubblicato un libro che raccoglie una collezione di poesie degli ultimi e primi dieci anni di attività poetica. Ho riunito centoventidue componimenti, sui circa duecentocinquanta che ho, fra quelli più omogenei per tema e qualità.


Attenzione! Spero presto di poter mettere il link per la visione e la vendita. Mi scuso ma non è per mia responsabilità ma dello stampatore.

Come vedete il prezzo è molto contenuto poiché lo scopo è quello di farmi conoscere con un volume che mi sembra elegante sia per sé sia per un regalo.
Non ci si arricchisce con i libri di poesia.
E poi, cazzo, lo fanno tutti: devo essere io il più fregnone?
Nel libro troverete una brevissima introduzione e solo i versi delle poesie, per sapere cosa ne penso della poesia potete seguire il blog, che è nato per questo.
Non mi pare di dover aggiungere altro se non che sono contento e che spero il mio primo libro pubblicato abbia un po’ di fortuna.
Permettetemi di solennizzare questo momento della Libera Associazione della Spada.



Ricordo che l’inno dell’associazione è il primo movimento della Fireworks Music di Georg Friedrich Haendel, qui nella versione diretta da Jordi Savall.

                                                                          Renato Pagnoncelli.



martedì 27 dicembre 2016

Isabella

Le spade sono come le donne: appena t'innamori di una ne passa un'altra. Stavolta la bella passante era una damina del settecento.



E' una spada di cavalleria del XVIII secolo e non potevo non averla, data la mia inclinazione per quel tempo. E' arrivata oggi, in perfetto tempismo con l'inizio del Carnevale.
Il suo nome non poteva che essere, è ovvio, Isabella.

emblema in forma araldica

giovedì 22 dicembre 2016

2017



Se volete gli auguri di Buon Natale e Buon Anno Nuovo dovete vedere il filmato e il relativo regalo.



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Per chi fosse arrivato qui saltando in tutto il filmato, c’è un’epitome formularia tipica per casi come questo e che ci riporta agli anni delle scuole superiori:

“Il corno del capro fuggito dal gregge
finì nel culo del pirla che legge”.

È un distico irregolare, forse definibile elegiaco (12-11). Non serve dividerlo in emistichi (di papera in questo caso) poiché rimangono irregolari.
Ma tanto sappiamo che colui il quale è arrivato fin qui senza vedere il filmato non segue una metrica, mai, neanche nella vita.

E ricordate, non solo che dobbiamo morire, ma che il 26 di dicembre inizia il Carnevale.

mercoledì 7 dicembre 2016

47 Morto che parla



Passato il referendum si torna alla normalità, con le solite domande.
Oggi questo blog compie due anni. E non so se ne farà tre... soprattutto in questa forma.
Se si deve tenere fede ai dati forniti da blogspot, è indubbio che i post che parlano di architettura o storia dell’arte siano i più letti, quelli che affrontano il tema generale della poesia lo sono abbastanza, quelli su singoli temi della poesia sono poco frequentati, quelli sull’attualità politica sono pressoché ignorati.
In fondo nessuna sorpresa. Che abbia da dire qualcosa di interessante parlando di architettura e di arte sono il primo a riconoscerlo. Il tema generale della poesia di oggi interessa qualcuno e, bene o male, sono un poeta. Che il modo con cui affronto le opere poetiche e letterarie sia naif è certo e voluto, dunque che possa non essere in empatia con la forma mentis di un letterato di formazione o professione è fuori discussione. Che le mie opinioni politiche non interessino non desta sorpresa.
In generale quindi in futuro scriverò di architettura e arte, sempre che continui ad avere voglia di far la fatica di scrivere dei post (da un po’ di tempo sono in ‘modalità vaffanculo’, non turbatevi quindi se sono un po’ aggressivo nello scrivere: non ce l’ho con nessuno in particolare).
Poi, dato che il blog è mio, ci scrivo quel che mi pare. In linea di massima vedo che ci sono lettori e qualcuno anche periodico, e altri tornano con più frequenza anche da certi paesi stranieri. Mi pare che la linea sia tracciata dagli stessi lettori.
Già... ma chi siete voi?
Siccome non vi appalesate mai, non vi presentate, ma ci siete, non posso non domandarmelo.

Nota di servizio: se manca qualche m non vi preoccupate: mi si è rotto il tasto della m, funziona ma è duro e spesso salta e lo devo aggiungere dopo. Non poteva rompersi la k o la j che sono subito sopra e non servono quasi a un cazzo? (in italiano ovviamente). O, sotto, il tasto Alt Gr che non si usa quasi mai?

Dunque non sapendo chi siete vi immagino come persone che leggono i post sull’architettura per raccattare qualche informazione e sparare meno cazzate possibile per passare l’esame di storia dell’architettura o storia dell’arte, o all’interrogazione o, forse, a fare quelle tesi in cui non si apre una pagina di un libro. Dopo di che: ‘non starmi addosso’, ‘minchia che storia’, ‘è tutta vita’, ecc...
Insomma vi immagino così

Siete così? O miei lettori?
Leggete i quiz a poi non chiedete mai la risposta, non vedete i filmati musicali, nessuno chiede un chiarimento. Nessuno che dica: ‘bello’, ‘interessante’, ‘non mi è piaciuto’, ‘ti faccio notare che hai fatto un errore’. Non mi illudo su: ‘io la penso così’ o ‘le cose che hai detto mi hanno fatto riflettere’ oppure su un contributo vostro di “persona personalmente”. Capisco che a un signor ‘nessuno’ non bada ‘nessuno’. Non l’avete capita questa vero?
Insomma chi ci capita per caso, prende una foto (che a mia volta ho preso da Wikipedia o da Google dunque stanno là, a volte anche più grosse, e questa è una rivelazione: non ditelo a ‘nessuno’) e se ne va senza aver letto. Oppure, quando la statistica dice che qualcuno è rimasto collegato per ore, devo dedurre che si sarà addormentato sul computer.
O siete gente che guarda dalla serratura.
Qualcuno non è così, lo so per certo, ma in queste condizioni non posso ringraziarlo/a.
E mi sono anche stufato di dirlo.


Incö a l’è anca Sant’Ambrös, sarìa a dii la festa de Milan, e de tant, mò a ve lasi chi e a  vu a fa sciàmbula cunt la casöla, d’urdinansa al sett de dicember, e el vin nuèl, Beaujolais, a gh’è nanca de tirall a man...

Nota e Traduzione per i diversamente milanesi.
Si pronuncia come è scritto tranne la t di cunt che in pratica non si pronuncia. In questo caso tutte le s sono aspre.
“Oggi è anche Sant’Ambrogio cioè la festa di Milano e adesso perciò vi lascio e vado a festeggiare con la cassöla ,  d’ordinanza al 7 dicembre, e il vin novello, Beaujolais: ça va sans dire...”.


Ma, colpo di scena, a questo non resisterete dal commentare!

Qui ho giocato sporco. Lo ammetto...

lunedì 5 dicembre 2016

La Costituzione del 1948 è salva... per ora ... forse.



La Costituzione del 1948 è salva.
Ci riproveranno, ma resta questa testimonianza di volontà popolare. Per una volta mi sento fiero non solo di essere nato sulla penisola italica: quello sempre, ma di appartenere a questa nazione e a questo stato.
Abbiamo dato continuità al vento di cambiamento che sembra spirare dalla Brexit e si spera continuerà con le elezioni francesi e tedesche del prossimo anno (e c’è sempre il biondo col riporto nucale da vedere all’opera...). Soprattutto abbiamo dato prova di essere un popolo maturo e consapevole, nel merito delle questioni e nella lettura del momento storico.
Si trattava di una consultazione di democrazia diretta (di questo si trattava, vero cari anarchici venduti ai poteri euristi?) al quale il popolo italiano ha risposto in massa.

Sono così gasato che ho preparato un filmato, retorico il giusto, per celebrare questa sensazione, questo momento di soddisfazione che ci manca quasi di regola. Dura 1’48”: guardatevelo, maledetti!

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La musica è la marcia trionfale da “Scipione” di Georg Frederich Haendel, del 1726. Haendel è, come sapete, uno dei miei compositori preferiti. Era tedesco naturalizzato britannico. È un  modo di festeggiare in continuità con la Brexit e di dimostrare, come del resto si capiva dalle immagini del post precedente, che il problema non è quello di detestare la Germania. L’atteggiamento del suo governo in questa fase è un’altra faccenda. Ma il suo popolo e la sua cultura non sono in discussione e appartengono al patrimonio comune dell’Europa.
Fra l’altro sarebbe un bellissimo inno nazionale italiano  al posto dell’Inno di Mameli che fa davvero schifo, per testo e soprattutto per la musica (anche se questa marcia di Haendel  se la sono già presa i Granatieri della Guardia Reale Inglese, ma si può sempre fare...).

Ci riproveranno e a breve vedrete, ma noi saremo ancora qua, come oggi.  
Anche a chi oggi ha votato sì con buona fede dico che si renderanno conto di esser meglio tutelati dalla gloriosa Costituzione del 1948 che in avventurosi pastrocchi che hanno fini del tutto diversi da quelli proclamati. E capiranno di prendere meno alla leggera chi vuole mettere le mani sulla nostra Costituzione per fini non democratici. Ai venduti e agli idioti euristi dico invece che godremo il giorno della vostra fine, giubileremo quando perderete tutto.
Quando la Costituzione Repubblicana fu scritta l’Italia era appena uscita da una catastrofe terribile, ogni partecipante al processo costituente, a anche ogni italiano, non aveva voglia di scherzare o di approfittare di un momento così luttuoso per i propri interessi personali, per una volta la tutela della res publica ebbe il sopravvento sulle lotte di potere.
Vi voglio citare un brano del celebre discorso di Piero Calamandrei, un vero Costituente, che rivolse agli studenti universitari milanesi il 29 gennaio del 1949.

Viva L’Italia!

E daje: quanno ce vò, ce vò...

p.s.
Comunque, rimanendo nell’argomento, mi sono accorto di una cosa che non sapevo: minchia oh! ci ho un blog importante!
Sono stato censurato niente popò di meno che da Google! [lo so: si scrive po’ po’: ti notifico che hai appena fatto la figura del coglione]
Vi spiego. Quando scrissi il post sul referendum, introdussi il tema con degli edifici e delle architetture storiche. Il giorno dopo le foto erano praticamente tutte sulla ricerca per immagini di Google!
Penso sappiate che avere delle immagini proprie su Google ha una certa importanza ai fini di qualche visualizzazione del blog, soprattutto per chi come me non è conosciuto. Solo che... o i servizi segreti hanno letto qualche parola chiave ‘sbagliata’, oppure fosse per il fatto  che a fianco di una delle foto dei simpatici palazzi della nomenklatura europea, la frase a cazzo che Google mette come didascalia (e che il più delle volte non centra un tubo) riportasse il titolo del post: “Il 4 dicembre vota NO!”, insomma: dopo tre o quattro giorni erano tutte sparite.
Per riempire hanno messo la qualunque fra le mie immagini dei post precedenti, anche quelle ignorate da mesi. Mancava solo una mia foto da piccolo al mare a Cavi di Lavagna. Infatti gliela agevolo immediatamente.

Io e mia sorella Antonietta al mare da piccoli
Solo in data 29 novembre, a sei giorni dal voto, è ricomparsa, unica e nella seconda paginata, la foto del Palazzo Sans Souci di Potsdam. Dopo qualche visualizzazione del post, il 2 dicembre è ricomparsa la sede della Deutsche Bank (il nido dell’aquila).

Ora penso sappiate che sans souci si tra-duce in italiano come “stai sereno”... Se fossi un fanatico dei complotti direi che si è trattato di un messaggio cifrato, di carattere un filo mafiosetto. Ma ovviamente trattasi di caso fortuito (da leggersi con accento siculo).
Naturalmente la spiegazione sarà in qualche caso di copy right dubbio da chiarire... poi il tempo necessario per i controlli... e: stai sereno...
Al mio blog! che non vede quasi nessuno al mondo, frega ancora a meno persone, e a uno sconosciuto che non conta una cippa come me!
Ma, dice, se è pieno di siti che fanno dibattito politico? Eh, si vede che loro sono abilitati a farlo, se lo fa occasionalmente un privato cittadino non sta bene.
Poi il post credo non abbia convinto nessuno né nel senso a cui tendevo né in senso contrario, ed è logico così. Però mi chiedo: quanta paura hanno? Devono essere terrorizzati. Davvero.
Nel prossimo post vi dico cosa penso di voi.