martedì 1 maggio 2018

Le Muse - Il rapporto reciproco fra le arti: Roma

Buone Calendimaggio!


Lo scorso post sul rapporto reciproco delle arti, dedicato alla Grecia, va un po' preso a paradigma dei suoi omologhi successivi. Non starò ogni volta a fare il sunto della relazione fra le arti possibili, ma identificherò un tema che riveste una significativa importanza del periodo e nell'evoluzione storica.
I rapporti che hanno importanza con la storia dell'arte sono in sostanza questi: pittura-scultura, pittura-architettura, pittura- poesia, scultura-architettura e il melange nel teatro e opera lirica. Va detto che il binomio pittura e poesia è un caso particolare nell'arte occidentale ma riveste il carattere di forma in quella orientale e può essere che ne riparlerò. Così come l'associazione scultura e poesia ha come arte l'epigrafia in particolare quella delle lapidi tombali dunque meglio lasciar perdere.
Vedete dunque che, come si dice in milanese, non c'è troppo da sfogliare verze. O se preferite che minga tropp de giragh inturna.

Il post attuale è dedicato all'altra faccia della cultura classica, che premetto in tutti questi post per il carattere fondativo dei periodi successivi. Mi riferisco all'arte romana.
Della quale si può dire molto in comune con quella greca per il notevolissimo influsso che l'arte e la cultura ellenica hanno esercitato su quella latina.
Possiamo anche dire però che l'arte romana è assai più conosciuta a noi in termini di reperti e ciò è evidente poiché essa è più recente e dunque ha un maggior numero di casi osservabili. Il tempo non è galantuomo con l'arte. Come già dissi conosciamo la statuaria greca attraverso le copie romane ad esempio. Questa maggiore conoscenza e il gran tempo nel quale l'arte romana ha perdurato, le ha consentito di influenzare le epoche successive molto più di quella greca.
Mi riprometto di tornare sulla permanenza dell'arte romana in epoche molto posteriori al periodo storico in senso stretto, poiché vedo una gran confusione di termini negli schemi che si possono reperire in rete. Leggo dei nomi fantasiosi per definire epoche e stili che sono solo quello che una volta si definiva tardo romano o al più paleocristiano. Definire 'architettura merovingia' o 'paleoromanico' la reggia di Carlo Magno è suggestivo ma in realtà essa è in stile tardo romano. Al più si utilizza 'bizantino' per certe architetture, sempre tardo romane o paleocristiane, che però in effetti hanno determinate caratteristiche di provenienza levantina di particolare evidenza. Ma non divaghiamo.

Quello che si può dire sul rapporto fra pittura e scultura ricalca quello che si è detto sulla Grecia, e su scultura e architettura si fonda tutto il discorso degli stilemi architettonici e ne ho già parlato e ne parlerò ancora. E se siete dei brufolosi che leggono per passare l'interrogazione ne avete già abbastanza. Ma per qualche anatroccolo che si appassioni a certe letture più meditate del linguaggio architettonico prenderò in esame altri casi notevoli. Tanto ho l'impressione che questo blog sia come un sito porno o di gossip che tutti frequentano ma nessuno ammette di frequentare.
Il teatro romano è molto influenzato da quello greco, più nelle intenzioni che nei risultati. Parlo sia delle rappresentazioni sia delle soluzioni architettoniche. Siamo sicuri però dell'uso esteso delle scenografie dipinte e a rilievo e questo introduce il tema centrale del post: pittura e architettura.

Come era fatta una domus romana lo sapete e non sto a spiegarvelo: impluvium, peristilium, tablinum, triclinium, cubicula ecc... quello che dovete notare è che in una casa romana non c'erano in pratica finestre, specialmente al piano terreno. L'aria e la luce venivano dall'impluvio e dal peristilio attraverso soprattutto le porte dei locali. Dunque rimaneva una grande superficie di muri, in minima parte coperti da arredi.
È naturale che i ceti più abbienti abbiano sempre sfruttato queste superfici per decorarle pittoricamente. Un'altra caratteristica ellenistica e romana erano i mosaici che però non stavano normalmente sulle pareti, come invece succederà dopo (nell'architettura bizantina, a esempio, è una di quelle connotazioni notevoli di cui si diceva prima), e che in ogni caso in questi post tratterò sempre come forma di pittura.

Un caso molto bello di decorazione musiva di una parete si ha nella Cappella di Sant'Aquilino in San Lorenzo Maggiore a Milano, è un mosaico cristiano del I secolo dopo il de cuius. San Lorenzo è un capolavoro dell'architettura romana che dovete assolutamente conoscere e visitare se venite a Milano. È il rifacimento di un complesso basilicale e templare (Apollo o Marte) in forma di chiesa. La chiesa è a pianta centrale e ha davanti le famose colonne in una delle quali ci sono due buchi che si dice siano dovuti a una cornata del Diavolo indispettito perché qualcosa nei suoi programmi era andato storto. San Lorenzo con Sant'Eustorgio, di cui forse vi ho già parlato, formano il cosiddetto Parco delle basiliche.

Abbiamo cinque fasi in cui possiamo classificare la pittura parietale romana. Se usate la parola affresco vi fucilo in sala mensa.

La prima fase riguarda tutto il periodo repubblicano fino al III secolo a.c.. Le grandi pareti erano coperte interamente di dipinti con grandi storie mitiche o di vario genere. Dal nome di esse, megalografie, possiamo supporre che fosse un uso anche delle case ellenistiche, andare prima è pura illazione.
Sia che le storie fossero connesse fra di loro o meno, la composizione era di raffigurare delle scene a sé stanti, nuotanti, se così possiamo dire, nel mare della parete.
Pompei - Casa di via graziosa - Odissea
Lo so che vengono in mente a tutti le pitture palaziali cretesi, ma non corriamo troppo di fantasia: può essere che già i Greci così facessero, ma cauti... Del resto le pitture cretesi furono restaurate in modo molto 'ricostruttivo' da Arthur Evans, l'archeologo padre dei ritrovamenti cretesi, in un'epoca in cui lo si poteva ancora fare. E non solo le pitture, ma anche le architetture: le famose colonne con la rastrematura rovescia (col fusto più largo in alto che in basso) non sono delle invenzioni perché dei sigilli ne hanno confermato l'esistenza, ma insomma diciamo che fu molto fortunato. Mitico comunque Evans al quale dobbiamo sic et simpliciter l'inizio della conoscenza della storia cretese.

Dal II secolo a.c. abbiamo un'evoluzione della pittura parietale romana (seconda fase). Siamo sicuri che nelle case romane erano raffigurati degli elementi architettonici, sia a rilievo ma più frequentemente dipinti. Lo attestano inequivocabilmente e ampiamente le tombe etrusche. Suddividendo gli spazi definiti dagli elementi architettonici si ottenevano dei riquadri suscettibili d'essere dipinti a tinta unica o con decorazioni dei tipi più svariati.
Stabia - Casa di Arianna
La pittura romana, che conosciamo proprio da quella murale, era di strepitoso livello. Se gli artisti fossero greci è possibile visto che siamo proprio nel periodo subito posteriore alla conquista della Grecia nel 146 a.c. In cui moltissimi greci si spostarono a Roma proprio in quanto abili artisti o medici o in altre professioni illustri (cuoco ad esempio...).
Potrei mettere millanta esempi metto questa perché siamo alle Calendimaggio ed è in tema e poi è di una bellezza assoluta.
Flora
Il II secolo a.c. è il più innovativo nel genere parietale. Abbiamo (terza fase) la comparsa di sfondati architettonici che riproducono degli ambienti ai quali si sarebbe potuto accedere. In buona sostanza è un ennesimo caso, qui applicato alla pittura, di uso del linguaggio architettonico.
Pompei - Villa dei Misteri
Che questo si facesse per ampliare la percezione dello spazio in ambienti chiusi e a volte piccoli come le stanze da letto, può essere un buon motivo, ma non sottovaluterei l'ostentazione della cultura greca, quale applicazione pittorica degli stilemi architettonici, come il vero motivo della nascita di questo tipo di decorazione, anche se sarebbe a questo punto più corretto parlare di trattamento dell'opera muraria.

Naturalmente ci potevano essere anche decorazioni pittoriche di vario genere. Proprio la predilezione per una decorazione più definita e di stile ci porta alla successiva fase (la quarta se si comprende la megalografia). È un po', per capirsi, quello che avviene nella pittura fittile greca dove, a scene affollate di personaggi e azioni, si sostituisce in certi artisti, come il cosiddetto Pittore di Berlino, e qui al massimo grado, una raffigurazione concentrata solo su pochi o un solo personaggio.
Pompei - Casa dei Vettii - Cupidi
Qui sono evidenti le forme e il gusto delle 'grottesche' manieriste. Ne abbiamo già vista qualcuna parlando di Raffaello.

Quinta fase, l'ultima insomma, è il ritorno prepotente di grandi sfondati con plurime quinte di fondo, sia di architetture sia di paesaggi naturali. Con composizioni estremamente complesse e magniloquenti.
Ercolano - Palestra
Chi usa il termine 'trompe l'œil' è pregato di accomodarsi all'apposito ufficio per il pagamento della relativa contravvenzione. Si chiama sfondato prospettico o al massimo squarcio pittorico.
E proprio questi esempi, man mano che le domus romane erano scoperte durante il manierismo e successivamente nel barocco, che ispirarono la decorazione delle chiese e poi dei palazzi con intenti di forte suggestione o a volte anche solo di diletto. Questa soluzione parietale o per le volte, la troviamo soprattutto in quei pittori o nei loro committenti che amavano la citazione classica in sé. Come nell'architettura avremo la citazione della grande classicità insieme al linguaggio barocco in Joseph Fischer von Erlach.

Gli esempi sono troppi e li trovate da voi, l'importante e che sappiate riconoscere nelle decorazioni a grottesche o negli squarci pittorici, la matrice della classicità romana. E lasciate perdere termini ambigui come illusionismo, fasto, iperbole barocca, pittoricismo e via inventando.

Concludo questo post con un'annotazione sulle frequentazioni del blog. È già da un po' che ogni tanto viene un nutrito numero di visitatori dagli Emirati Arabi Uniti. Non saprei dire se si tratta di qualche italiano che lavora negli alberghi di Dubai o Abu Dhabi o se mi stanno per mandare la fatwa. Mi sarei aspettato prima quella del PD ma non si può mai dire.