domenica 13 maggio 2018

Il Potere

Se ricordate, vi parlai delle scene che io chiamo incredibili del “Don Giovanni” di Mozart. Incredibili nel senso letterale: non credibili. L'opera infatti è condotta in modo realistico tranne che in due scene: quella del Sepolcreto e il Finale con l'arrivo del Commendatore, fino a tutto l'ultimo intervento di donna Elvira è totalmente realistico.
Due eccezioni dichiarate: quando nella scena del cimitero la statua del Commendatore “Con la marmorea testa ei fa così così!” accettando l'invito a cena di Don Giovanni, è lo stesso don Giovanni che esclama “ Bizzarra è inver la scena... ”. Ora, se siamo in un contesto discorsivo possiamo chiamare scena il luogo o le circostanze a cui ci riferiamo: la scena del delitto, dell'incidente, della discussione ecc... ma se siamo in un teatro 'scena' ha come primo significato il suo senso tecnico, non può non averlo, non può non essere così, non possiamo soprattutto ignorarlo.
Nel Finale arriva un monumento equestre nella sala delle feste di Don Giovanni, o è un fantasma o un'apparizione dal cielo. Chiamatela come vi pare ma rientra ovviamente nelle scene non realistiche.
Vi propongo di leggere il libretto del grande Lorenzo Da Ponte relativo a questo finale. Per capire cosa intendo dovete conoscere il “ Don Giovanni ” di Mozart e quello che è successo e soprattutto quello che è stato detto. Non posso farvi un'esegesi del testo dapontiano, dovrei scrivere un libro. Leggete, alla fine vi ho messo la chiave di lettura.
Il Potere

Allora siamo a questo punto: donna Elvira esce, s'ode un grido, qualcun batte, Leporello torna terrorizzato, don Giovanni esclama “ per togliermi d'intrico ad aprir io stesso andrò!”. Ed entra la statua del Commendatore.
Da notare che nella prima dell'opera, a Praga, il “Don Giovanni” si concludeva con questo finale. A Vienna fu aggiunto il finalino di consolazione.

Don Giovanni (1787)
(libretto di Lorenzo Da Ponte, musica di Wolfgang Amadè Mozart)

Atto secondo

Scena diciassettesima, finale

Don Giovanni, Leporello e la statua del Commendatore; poi coro interno, Don Giovanni ritorna seguito dal Commendatore.

Andante
Archi, 2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in fa, 2 Trombe in re, Timpani in re la, 3 Tromboni (Alto, Tenore, Basso).

COMMENDATORE
Don Giovanni! a cenar teco
m'invitasti, e son venuto.

DON GIOVANNI
Non l'avrei giammai creduto,
ma farò quel che potrò.
(a Leporello)
Leporello, un'altra cena
fa' che subito si porti!

LEPORELLO
(mezzo fuori col capo dalla mensa)
Ah, padron!... Siam tutti morti!

DON GIOVANNI
Vanne, dico...
(Leporello, con molti atti di paura, va per partire)

COMMENDATORE
Ferma un po'!
Non si pasce di cibo mortale
chi si pasce di cibo celeste.
Altre cure più
gravi di queste,
altra brama quaggiù
mi guidò!

LEPORELLO
La terzana d'avere mi sembra,
e le membra fermar più non so.

DON GIOVANNI
Parla, dunque: che chiedi? che vuoi?
Parla, parla: ascoltando ti sto.

COMMENDATORE
Parlo, ascolta: più tempo non ho.
Tu m'invitasti a cena:
il tuo dover or sai.
Rispondimi: verrai
tu a cenar meco?

LEPORELLO
(al Commendatore da lontano, tremando)
Oibò! Tempo non ha... scusate.

DON GIOVANNI
A torto di viltate
tacciato mai sarò!

COMMENDATORE
Risolvi!

DON GIOVANNI
Ho già risolto!

COMMENDATORE
Verrai?

LEPORELLO
(a Don Giovanni)
Dite di no!

DON GIOVANNI
Ho fermo il core in petto,
non ho timor: verrò!

COMMENDATORE
Dammi la mano in pegno!

DON GIOVANNI
Eccola!
(grida forte)
Ohimè!

COMMENDATORE
Cos'hai?

DON GIOVANNI
Che gelo è questo mai!

COMMENDATORE
Pèntiti, cangia vita: è l'ultimo momento!

DON GIOVANNI
(vuol sciogliersi, ma invano)
No, no, ch'io non mi pento:
vanne lontan da me!

COMMENDATORE
Pèntiti scellerato!

DON GIOVANNI
No, vecchio infatuato!

COMMENDATORE
Pèntiti.

DON GIOVANNI
No.

COMMENDATORE
Sì.

DON GIOVANNI
No.

COMMENDATORE
Ah! tempo più non v'è!

e l'opera va a terminare con il supplizio di don Giovanni che finisce all'Inferno.

Chiave di lettura:

Don Giovanni è l'eroe libertario, il Commendatore è il Potere, Leporello è il popolo.

Leggete e rileggete... Ascoltate il “Don Giovanni” poi rileggete.

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