lunedì 22 dicembre 2014

Da Saffo a Shiki 2



Cominciamo con gli haiku.

BASHŌ

Matsuo Munefusa, detto Bashō, nasce a Ueno nel 1643, figlio di un samurai di basso livello. Lavora a servizio di un  nobile della sua città con cui condivide l’amore per la poesia, ma per poco perché il signore muore a soli venticinque anni. Matsuo si dedica da allora alla filosofia zen. Per qualche anno insegna a Edo (Tokyo) poi si ritira in volontario eremitaggio di meditazione e povertà. Un allievo gli dona una pianta di banano decorativo, una musa (quando si dice il nome…), in segno di affetto. Da allora Matsuo si farà chiamare col nome giapponese della musa: bashō appunto. Nel 1683 un incendio devasta Edo e anche la casa di Bashō va perduta. Il poeta diventa un girovago fino al 1694 quando muore a Osaka a cinquantun’anni.

“ L’inizio dell’arte: la profondità della campagna e una canzone piantando il riso ”.
Chi non ricorda la scena finale dei “ Sette samurai ” di Akira Kurosawa?

“ Potessi vedere svelato nei fiori il volto del Dio! ”.

“ È in fiore il ciliegio centenario. Il vecchio ricorda ”.

“ Prima neve! Da ripiegare appena le foglie del giglio ”.

“ Svegliati, svegliati! Farfalla che dormi, voglio fare di te la mia amica ”. Ecco, immaginate di considerare la farfalla come l’insetto, o un simbolo per indicare una donna oppure l’anima, secondo la tradizione classica: è un esempio di permutazione possibile anche senza ideogrammi.

“ È per il riso mescolato con l’orzo o per l’amore che la femmina del gatto si lamenta? ”.
Archiloco: “ Recava in una mano l’acqua, ma nell’altra il fuoco, l’imbrogliona ”.

“ Erbe estive: dei sogni di gloria dei grandi guerrieri ora non ci sono che rovine, niente più ”.

“ Oh le erbe dell’estate! Sono tracce del sogno dei guerrieri ”.
Questi ultimi due mi riguardano personalmente…

“ Vieni andiamo a guardare la neve fino a restarne tutti imbiancati ”.

“ Oh meraviglioso profumo di fiori sconosciuti, sbocciati su piante ignote ”.
Splendido!

“ Fresco è l’autunno, tutti di buona lena sbucciano meloni e melanzane”.

“ Il mio cavallo va per la pianura d’estate: mi vedo in una pittura ”. Archiloco: “ E io sono un soldato del Dio delle battaglie e il dolce dono delle Muse io ho ”. Prendetelo come un manifesto del bushi!

“ I lunghi capelli profumano ancora di tenera erba ”.
Archiloco: “ Aveva un ramo di mirto e gioiva, e un fiore bello di rosa. La chioma copriva d’ombra le braccia, le spalle ”.

“ Oggi il Fuji è invisibile, coperto da una nebbia piovosa, ma pure questo giorno è bello ”.

“ Il vento del Fuji, nel mio ventaglio, porto in dono a Edo ”.
Saffo: “ Verso di voi che siete così belle la mia mente non potrà mai cambiare ”.

“ Facciamo vedere anche ai pidocchi della mano la bellezza dei fiori di ciliegio ”.

“ La primavera passa, piangono gli uccelli, sgorgano lacrime anche agli occhi dei pesci ”.
Teognide “ Mi chiama a casa ormai la conchiglia, questo cadavere marino, morto che parla con la bocca viva ”.

“ Ai piumini per la cipria somigliano i fiori gialli dello zafferano ”.

“ Tutta la voce consumata dal canto alla fine resta solo il guscio della cicala ”.

“ Oh silenzio, lo stridio delle cicale attraversa le rocce! ”.
Saffo: “ La cicala di sotto le ali riversa la sua canzone, quando l’estate ardente, sopra la terra ogni cosa dissecca ”.

“ L’ombra cade sul mare. Le grida delle oche selvatiche sono fiacche e bianche ”.
Alceo “ Uccelli: che uccelli, venuti dall’estremo del mare e del mondo? Anatre mandarine: il collo è di tutti i colori e lunga l’ala ”.

“ Ah come sto bene! Ieri mi è passato ogni malore dopo una zuppa di pesce palla ”.

“ Laguna degli Elefanti: fiori di mimosa bagnati di pioggia alla maniera di una bellissima concubina ”.
Saffo “ Amo la molle vita ed è per me nella brama di luce tutto il pregio e l’onore ”.

“ Mentre guardiamo la luna ogni tanto le nuvole ci danno riposo ”.
Saffo: “ Le stelle intorno alla bella luna, celano il loro viso lucente quando lei, piena e colma di luce, risplende sopra la terra ”.

“ La pelle di quale donna toccheranno in futuro le sete colorate di quei fiori rossi? ”.
Ibico: “ Screziati manti e veli e fibbie ella si sciolse ” e Tosca “ le belle forme disciogliea dai veli ”.

“ Maestà della quercia incurante dei fili d’erba! ”.

“ Nel suo orgoglio la  quercia dice:   ‘  Che mi importa dei    fiori? ”. 
Saffo: “ E tu, posa intorno alle chiome corone graziose, intrecciando virgulti di aneto con le mani delicate ”.

“ A casa ho una sola comodità: le zanzare sono piccoline ”.

“ Pianura: vado con il mio cavallo verso dove cantano gli uccelli ”.

“ Fa come il salice: piega al vento tutti i desideri del cuore ”.
Saffo: “ Amore ha sconvolto il mio cuore come vento che si abbatte sulle querce montane ”.

“ Dopo un lungo vagabondare che io cada e giaccia, ma almeno in un campo di fiori! ”.
Mi viene in mente “ La guerra di Piero ” di Fabrizio De Andrè: ‘ Ninetta mia, crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio ’. 

 “ Ammalato nel mio viaggio il mio sogno se ne va da solo per le pianure desolate ”.
Sono gli ultimi versi di Bashō.
continua....