domenica 11 marzo 2018

Quando è poesia

Segnatevelo sul calendario: oggi in questo blog di poesia si parla di poesia.
Ho cercato di capire quando leggendo una composizione sento d'essere in presenza della poesia.
Non vuol essere una definizione di poesia in senso filosofico, ogni definizione fuor che sentimentale non mi convincerebbe.
Se volete è una specie di confessione su quali aspetti estetici hanno su di me maggior presa e mi fanno sentire dentro la sensazione di poesia. Per me la poesia non ha molto di razionalizzabile se non in senso meramente discorsivo, cioè descrittivo.
Lorenzo Lippi - L'Allegoria
Indipendentemente se l'autore mi piace in modo particolare, ci sono due momenti nei quali provo la sensazione di poesia. Due momenti magici come si suol dire, ma un po' in fondo è vero. O meglio, due sono le caratteristiche di una composizione poetica che me la fa dapprima notare e poi amare. Oltre a essere scritta secondo una metrica, cioè con una misura, come ho già avuto modo di dire.

Il primo momento è quando sento la scioltezza, la musicalità del verso, ne basta uno, o della composizione o di una sua parte. Percepisco il fluire senza fatica dei versi i quali anzi suggeriscono un ritmo avvincente.
Può essere anche l'opposto, o sia la scabrosità di un periodo, ma di solito questa connotazione da sola non basta.
Il secondo momento è quando affiora un'immagine di forte evocazione, visiva o sentimentale, emotiva. A volte anche l'accostamento di parole, una formula verbale che colpisce come un'immagine non oggettiva, tuttavia secondo lo stesso procedimento di assimilazione. Insomma quei versi cosiddetti da 'pelle d'oca'.
Credo di poter affermare che se in una composizione mancano uno di questi due momenti, io non possa affermare di sentire la presenza della poesia.

Molti ritengono invece che il valore della poesia sia soprattutto argomentativo, cioè di cosa parli la composizione, quali argomenti appunto: se storici, politici, riflessioni, analisi ecc...
Come sapete, se mi seguite, io non sono fra questi. Per la semplice ragione che un argomento può essere affrontato con maggior efficacia con la prosa. Del resto narrativa o saggistica non hanno meno dignità o espressività della poesia. Hanno per loro stessa natura meno sintesi e ciò le rende più idonee ad argomentare e riflettere o comunicare qualcosa di razionale.
La sintesi poetica sta nel dire in una breve glossa tutto l'argomento, senza analizzarlo.
Lavorare sul linguaggio, elaborandolo, elucubrando, è un po' come farci l'anatomia, dissezionarlo alla ricerca del proiettile o del tessuto malato accanto a quello sano.
Il linguaggio è cosa viva e sana, s'ammala solo grammaticalmente e lessicalmente, ma non ha un corpo.
Questi due mi sembrano, anzi sono per me le connotazioni del sentire la poesia in una composizione.

C'è poi un altro aspetto molto dibattuto per valutare una composizione poetica: l'originalità. Fiero argomento!
È forte la tentazione di cavarmela dicendo la verità, ovvero sia che dopo Omero chi pensa d'essere originale è un pio illuso.
Ho letto da poco dei canti d'amore e morte della poesia sumera, probabilmente i testi più antichi di carattere poetico (quelli sumeri anche non poetico per la verità...). Ebbene alcune locuzioni, alcune forme si ritrovano ancora, millenni dopo nei salmi biblici o nel Cantico dei Cantici. E nella letteratura mesopotamica.
E se non vi basta Omero, dopo i lirici greci cosa c'è ancora da inventare?
Penso che l'originalità la dobbiamo ricercare nella sincerità con la quale ci accostiamo, ognuno con le sue capacità, alla poesia. Non si può inventare più nulla che non sia insincero e artefatto sul corpo del linguaggio che però, nel frattempo, ormai è morto, sul tavolo freddo dell'anatomopatologia.
Questo vale per tutta l'arte ma voglio parlare solo di poesia, una volta tanto.
Vi propongo, per concludere, una riflessione sull'originalità in poesia.
Credo che la poesia non sia originale perché non l'ha mai scritta nessuno in un certo modo, pia illusione (pia ma molto presuntuosa invero).
Tutto è già stato scritto e detto, noi possiamo solo scrivere di ciò che ci sta a cuore e con sincerità, al meglio delle nostre possibilità e questa intenzione sarà la nostra poetica.
La poesia è originale per il significato etimologico di questa parola. Se la poesia è all'origine di emozioni, immagini mentali, riflessioni, sentimenti, in una parola di sensazioni allora è autenticamente “originale”. Dà origine a quello che la prosa esplicherebbe con tutto il tempo e lo spazio che necessitano. La poesia lo fa esplodere, apparire, adombrarsi o svelarsi in pochi versi.
Originale dunque come luogo d'inizio non come mai visto prima.
Adya Devi
Mi sembra una riflessione interessante e “originale”. O no?