lunedì 19 marzo 2018

Il dì di San Giuseppe dixi

Oggi è il giorno del mio cinquantasettesimo compleanno e, siccome so che non ve ne frega niente, vi parlerò di qualcosa di cui ve ne fotte ancora meno, ma che per me invece sta fra le cose importanti della vita.

Ma prima lasciate che mi faccia gli auguri questa bellissima ragazza del mio secolo. Dall'acconciatura pare una popolana e dal décolleté, in cui compare un bocciol di rosa, potrebbe essere una balia.
François Boucher - Testa di Ragazza
Vi ho messo un video di Elina Garanča nel ruolo di Sesto ne “La clemenza di Tito” di Wolfgang Amadè Mozart.
Nel video ho scritto 'recitativo accompagnato', in realtà nello spartito, dalla frase che dovete notare: “Deh conservate, o Dei, a Roma il suo splendor”, parte il quintetto con coro che termina il primo atto. Ma prima che cominci il coro è come se continuasse il recitativo accompagnato. La consuetudine voleva che alla fine degli atti le arie si susseguissero legate da recitativi accompagnati in cui, come dice Da Ponte “si canta tutto”.
Dovete notare l'incipit del quintetto per la potenza del suo ingresso, in cui la voce deve dominare sull'orchestra e lo sforzo della cantante passa per le gambe, i glutei, la schiena, gli addominali e non solo per la voce. In più ci deve essere l'autorevolezza dello stare in palcoscenico, l'allure, per non invalidare l'effetto poderoso della scena. O sia ci deve essere da parte dell'interprete quello che, con un po' di retorica, il padre di Wolferl, Leopold Mozart, chiamava 'il possesso del teatro'.
È un po', per farvi capire, un “amami Alfredo!” un momento dove bisogna mostrare subitaneamente tutta la propria presenza scenica (mi viene un 'uscire i coglioni' perché non riesco a parlare seriamente con tono ridondante). E poi fra il libretto di Traviata e quello di Metastasio non può non scappare un po' da ridere.
Ma non importa tanto quello che Sesto dice ma il momento.
La scena finale del primo atto porta il dramma a una svolta: Sesto si aggira per il Campidoglio per uccidere, istigato dall'amore per Vitellia, l'Imperatore Tito, nel frattempo scoppia un tumulto e un incendio avvolge il luogo più sacro dell'Urbe. In quel momento di tregenda comincia il grido di Sesto, che rimane isolato per l'arrivo di Annio con cui inizia un dialogo, e dunque è un enorme recitativo accompagnato, solenne, maestoso.
Ne ho già parlato una volta dei casi in cui il recitativo accompagnato può essere più bello dell'aria, quando citai l'aria di donna Elvira “Mi tradì quell'alma ingrata”, il cui recitativo inizia con “ Misera Elvira... ”, nel “Don Giovanni” di Mozart. Ce ne sono tanti in giro per l'opera lirica, in Haendel un mucchio per esempio, dove si apprezzano delle finezze espressive, delle dolcezze o amarezze estreme, dove l'arte del compositore si svela in un accordo di cembalo o in in poche note di violoncello.
Eccovi il video. Vedetelo e rivedetelo, dura solo tre ore e mezza. Scherzo: 1' 56”. La Garanča oltre che brava e con il 'possesso del teatro' è anche molto bella.

E vi metto anche lo spartito, così imparate a fregarvene dei miei video.

Il dì di San Giuseppe dixi.