venerdì 21 settembre 2018

La censura di Google

Chiesero, qualche tempo fa, a Google in conto di certi interventi censori praticati ai danni di siti, blog e altro e sulla base dei cambiamenti di algoritmo nei risultati della ricerca che risultava tendenziosa. Questi interventi parvero indirizzati da precise scelte politiche. Google affermò che non praticavano alcun tipo di censura e non erano schierati per nessuna parte politica.
Purtroppo per loro però lo scorso 13 settembre li hanno beccati con le mani nella marmellata o, come si dice a Roma, 'cor sorcio 'm bocca'.
Ho messo solo uno screenshot dell'inizio dell'articolo.
Qua lo trovate completo:
Traggo questa informazione da un tweet della nota giornalista italiana Maria Giovanna Maglie (ex corrispondente RAI dagli Stati Uniti d'America, fra l'altro). https://twitter.com/mgmaglie/status/1040344578816126980
Retwittato sul blog del senatore Alberto Bagnai della Lega:
ai quali non credo dispiaccia se ne faccio uso.

Vi dissi già che il mio piccolo blog, non ostante si occupi d'arte, subisce una censura da parte di Google a seguito di alcuni articoli nei quali ho espresso le mie idee su certi fatti della politica italiana. La cosa può apparire assurda, vista l'irrisoria importanza politica del mio blog. Sembra impossibile che big G si metta a ostacolare il blog di un signor nessuno come me. E all'inizio anch'io mi sono messo a ridere, ma la cosa va avanti.
Siccome vanno di moda i grafici ho fatto lo screenshot delle visualizzazioni del mio blog dall'inizio, dall'apertura del blog intendo, al mese di settembre 2018.

In questo primo grafico sono indicate le date dei due articoli che hanno scatenato la 'rappresaglia': il post del 27 maggio 2018 “La battaglia di Savona” nel quale criticavo la scelta incostituzionale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rifiutante la nomina del professor Paolo Savona al ministero delle finanze e quello del 6 giugno 2018 “È (può essere) un momento storico per l'Italia” in cui mi dicevo speranzoso della nomina del governo Conte e (ahi ahi...) mi confessavo felice che non facessero parte della maggioranza il Partito Democratico e quello di Silvio Berlusconi.

In questo secondo grafico sono indicate le visualizzazioni dei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre 2018. Vedete il calo verticale delle visualizzazioni.

Lascio a voi di trarre le conclusioni.

Ovvio che Google non ce l'ha con me come individuo, non sa nemmeno che esisto, o sia lo sa ma non gliene frega nulla, ma alcune parole chiave, qualche nome sensibile e certune combinazioni hanno fatto partire la censura automatica. Che non so come proceda di fatto perché non me ne intendo.
Dal momento che è di nessun conto che il mio blog esista o no, per gli altri e a un certo punto anche per me, almeno mi tolgo la soddisfazione di rompere a Google i coglioni dando la mia testimonianza, poiché penso succeda la stessa cosa a molti altri.
È chiaro che Google appartiene ad alcune sinergie che sfociano nei vari paesi nel sostegno di alcuni partiti (Partito Democratico, lo devo mettere per esteso se no in traduzione esce Parkinson Disease... e in genere la sinistra mondialista) e contro altri (soprattutto la Lega e in genere chiunque sia critico con l'Unione Europea e il disegno di ordine mondiale ordo liberista).

Altre ipotesi del calo delle visualizzazioni sono queste:
  1. i miei lettori erano tutti piddini che si sono offesi, ma non c'era però neanche un leghista che ha fatto il passaparola a favore
  2. i miei lettori si sono tutti contemporaneamente ammalati di un virus tropicale che uccide selettivamente
  3. i miei lettori sono tutti studenti delle medie che in estate vanno in vacanza e usavano solo Snapchat per farsi le orecchie e la linguetta da cane, e a tutt'oggi non hanno ancora iniziato la scuola
  4. i miei lettori si sono tutti suicidati per amore
  5. varie ed eventuali.
  6. oppure...
#HASTATOPUTIN!

Concludo con uno dei miei mitici videini musicali ben auguranti.

È l'ottima versione diretta dal maestro John Eliot Gardiner registrata in San Marco a Venezia del 1989.

R.P.

Posteris memoria mea