giovedì 7 dicembre 2017

Messaggio a reti unificate: tre anni di blog

Carissimi anatroccole e anatroccoli, comprendendo nella nomea ogni specie di bipedi in visione, oggi è il 
terzo compleanno di questo blog.
Il 2017 è l'anno in cui ho pubblicato il mio primo libro di liriche “Nato di Marzo” e l'anno in cui questo volume è stato premiato come vincitore della sezione Poesia Impressionista del Premio Nazionale Leandro Polverini.
Terzo compleanno del blog
Io mi sto divertendo a scriverlo questo blog e voi pare vi divertiate a leggerlo. Ormai ho capito quali argomenti vi stanno più a cuore e quali no, ma dovete capire che alcune considerazioni di carattere politico sono una testimonianza, che devo dare in certi momenti, di un disagio culturale e sociale mio ma non solo, poiché certi di questi stanno avendo un boom di letture.
Piano piano leggete anche quelli sull'architettura più specifica e non solo quelli sulla storia dell'arte. Leggete anche quelli sulla composizione architettonica per capire meglio, sono un po' meno usuali ma basta un minimo d'attenzione in più e vi si aprirà un mondo.
Anatroccolo/a designa soprattutto l'appassionato/a di architettura, che grazie anche a quello che trova nei miei post potrà diventare un bellissimo cigno (ma deve volerlo).

Avete un solo difetto: siete dei fifoni. Non ce n'è uno di voi che per qualche via mi porti all'attenzione il suo apprezzamento o le sue critiche. E sì che mi pare evidente che io sia una persona educata e affabile (è una vita che me lo dicono tutti) anche se a volte faccio dell'ironia o dico parolacce. E che i miei post, che non sono pochi, contengano tanti spunti di riflessione e argomentazione.
Le statistiche del blog dicono che è consultato e ha dei lettori affezionati. È brutto però essere sempre osservati dal buco della serratura. D'altra parte se non so chi siete, come tipologia non m'interessano il nome e cognome, non so proprio come interagire con voi. E lo vorrei, penso si capisca. Cos'è: siete tutti giovanissimi e non volete parlare con quello che potrebbe essere vostro padre o il prof? Non credo, ci sarà bene qualcuno un po' più maturo. E poi comunque non sono padre e non più insegnante, se non qui. Dunque?
C'è qualche problema tecnico? Fatemelo sapere. Non avete tempo? Auguri per i vostri gravosi impegni. Vi spavento? Nooo... Siete abituati a spolliciare e basta: like e dislike e via? Mandatemi segnali sintetici, due parole. Siete abituati a trollare e avete capito che qui non è aria per voi? Smettete di leggermi.
Anche a me è capitato di mettere dei commenti da qualche parte ai quali non ho ricevuto risposta, ma non mi sembra sia il mio atteggiamento, ho già detto che risponderei a tutti.
Pensate che oggi si vada solo di social del cazzo e il blog come social è desueto, troppo riflessivo? E siete d'accordo che sia così? Se sì: smettete di leggermi.
I commenti, il rapporto umano diretto, sono l'unica cosa che manca ormai al blog.

Comunque ho la testa dura.
C'è un post che non l'ha letto nessuno: “Al Andalus” è l'unico. Non so perché. In quel post pubblicavo due video di Mozart, che non potete perdervi nel modo più assoluto, e quindi li ripubblico qui come festeggiamento: oggi è anche Sant'Ambrogio, o sia la festa di Milano, il 7 di dicembre si mettono di tradizione le decorazioni natalizie. Come saprete è anche il giorno dell'inaugurazione della stagione del Teatro alla Scala. Dunque festeggiare con la musica è appropriato.
Per la verità c'è un'altra tradizione ben più antica per Sant'Ambrogio: si mangia la gloriosa casöla con la polenta. Nella polenta che avanza si mette un pezzo di gorgonzola e si ricopre. Il formaggio si scioglie e si mangia condito di burro fuso (soffritto con aglio e salvia o sciolto a crudo, a piacere) e grana: una delizia. Io li accompagno col vino novello, ma è una mia tradizione. Come dolce, il Panettone, c'è bisogno di dirlo?
Ecco i video con il copia e incolla.
' Vi propongo due pezzi di Mozart che amo. Sono ambedue brani per fiati.
Wolfgang amava molto i fiati, tranne il flauto traverso, che odiava ma penso fosse perché era di moda fra i nobili del suo tempo e temeva che qualcuno gli chiedesse di suonare assieme. Avveniva spesso che i musicisti professionisti facessero da comprimari ai nobili dilettanti, così il primo violino teneva la viola accompagnando il principe appassionato di violino ecc... Amava soprattutto il corno e il clarinetto, che ha un'estensione maggiore dell'oboe classico. Stimava i fagottisti (i 'mangialegno') perché erano il basso del pezzo.

Il primo brano è un estratto del secondo movimento del Quintetto per pianoforte e fiati, del 1784, KV 452, composto a Vienna.
Nel video il larghetto è in si bemolle maggiore, clarinetto e corno sono in do maggiore.
Qualcuno ritroverà l'antenato del “...♪♫ I can't help falling in love with you ♫♪...” di Elvis Presley.

In una sua lettera al padre Leopold, del 10 di aprile 1784, Mozart scrive:

“ … Ho composto 2 grandi concerti e poi un quintetto che ha ottenuto un successo straordinario, io stesso lo considero come la migliore cosa che abbia mai scritto in vita mia. È scritto per 1 oboe, 1 clarinetto, 1 corno, 1 fagotto* e il piano forte*. Avrei voluto che voi aveste potuto sentirlo! E come è stato bene interpretato! D'altronde (per confessare la verità) alla fine mi sono stancato a forza di suonare e mi fa un onore non piccolo il fatto che i miei ascoltatori non si siano mai stancati. … ”.
[* in italiano nel testo]

I due concerti nominati nella lettera sono quelli per piano, in si bemolle maggiore KV450 e in re maggiore KV 451.

Se vi è piaciuto e lo volete tutto, è qui .

L'altro pezzo è un estratto del secondo movimento del famoso Concerto per clarinetto e orchestra, in la maggiore, KV 622, composto a Vienna nel 1791.
Quell'anno Mozart ha la testa piena di note, più piena del solito intendo, perché sta componendo “La clemenza di Tito”, “Il flauto Magico” e il Requiem oltre questo grande concerto. Era felice Wolfgang e non sapeva che quell'anno sarebbe morto.
Il tema dell'adagio è molto simile a “Pupille amate” da “Lucio Silla” messo in scena da Wolferl a Milano nel 1772. Questa opera fu una specie di consacrazione di Mozart come compositore adulto, dopo gli anni di bambino prodigio. Così ritroviamo lo stesso tema all'inizio e alla fine della sua parabola esistenziale.
Non mi stancherò mai di dire che “Lucio Silla” è un'opera bellissima e di straordinaria importanza per la lirica italiana del secolo successivo, anche se non mai superata ovviamente, con un gusto milanese e scaligero che farà epoca, anche se poi così malamente reinterpretato.
Suona una dolcissima clarinettista islandese: Arngunnur Arnadottir.

Se vi è piaciuto e lo volete tutto, è qui . '

Un bacio alle anatroccole e una virile stretta di mano agli anatroccoli.
Fine del messaggio a reti unificate. Sigla.