Cominciamo
con gli haiku.
BASHŌ
Matsuo
Munefusa, detto Bashō, nasce a Ueno nel 1643, figlio di un samurai di basso
livello. Lavora a servizio di un nobile
della sua città con cui condivide l’amore per la poesia, ma per poco perché il
signore muore a soli venticinque anni. Matsuo si dedica da allora alla
filosofia zen. Per qualche anno insegna a Edo (Tokyo) poi si ritira in
volontario eremitaggio di meditazione e povertà. Un allievo gli dona una pianta
di banano decorativo, una musa (quando si dice il nome…), in segno di affetto.
Da allora Matsuo si farà chiamare col nome giapponese della musa: bashō
appunto. Nel 1683 un incendio devasta Edo e anche la casa di Bashō va perduta.
Il poeta diventa un girovago fino al 1694 quando muore a Osaka a
cinquantun’anni.
“
L’inizio dell’arte: la profondità della campagna e una canzone piantando il
riso ”.
Chi
non ricorda la scena finale dei “ Sette samurai ” di Akira Kurosawa?
“
Potessi vedere svelato nei fiori il volto del Dio! ”.
“
È in fiore il ciliegio centenario. Il vecchio ricorda ”.
“
Prima neve! Da ripiegare appena le foglie del giglio ”.
“
Svegliati, svegliati! Farfalla che dormi, voglio fare di te la mia amica ”.
Ecco, immaginate di considerare la farfalla come l’insetto, o un simbolo per
indicare una donna oppure l’anima, secondo la tradizione classica: è un esempio
di permutazione possibile anche senza ideogrammi.
“
È per il riso mescolato con l’orzo o per l’amore che la femmina del gatto si
lamenta? ”.
Archiloco:
“ Recava in una mano l’acqua, ma nell’altra il fuoco, l’imbrogliona ”.
“
Erbe estive: dei sogni di gloria dei grandi guerrieri ora non ci sono che
rovine, niente più ”.
“
Oh le erbe dell’estate! Sono tracce del sogno dei guerrieri ”.
Questi
ultimi due mi riguardano personalmente…
“
Vieni andiamo a guardare la neve fino a restarne tutti imbiancati ”.
“
Oh meraviglioso profumo di fiori sconosciuti, sbocciati su piante ignote ”.
Splendido!
“
Fresco è l’autunno, tutti di buona lena sbucciano meloni e melanzane”.
“
Il mio cavallo va per la pianura d’estate: mi vedo in una pittura ”. Archiloco:
“ E io sono un soldato del Dio delle battaglie e il dolce dono delle Muse io ho
”. Prendetelo come un manifesto del bushi!
“
I lunghi capelli profumano ancora di tenera erba ”.
Archiloco:
“ Aveva un ramo di mirto e gioiva, e un fiore bello di rosa. La chioma copriva
d’ombra le braccia, le spalle ”.
“
Oggi il Fuji è invisibile, coperto da una nebbia piovosa, ma pure questo giorno
è bello ”.
“
Il vento del Fuji, nel mio ventaglio, porto in dono a Edo ”.
Saffo:
“ Verso di voi che siete così belle la mia mente non potrà mai cambiare ”.
“
Facciamo vedere anche ai pidocchi della mano la bellezza dei fiori di ciliegio
”.
“
La primavera passa, piangono gli uccelli, sgorgano lacrime anche agli occhi dei
pesci ”.
Teognide
“ Mi chiama a casa ormai la conchiglia, questo cadavere marino, morto che parla
con la bocca viva ”.
“
Ai piumini per la cipria somigliano i fiori gialli dello zafferano ”.
“
Tutta la voce consumata dal canto alla fine resta solo il guscio della cicala
”.
“
Oh silenzio, lo stridio delle cicale attraversa le rocce! ”.
Saffo:
“ La cicala di sotto le ali riversa la sua canzone, quando l’estate ardente,
sopra la terra ogni cosa dissecca ”.
“
L’ombra cade sul mare. Le grida delle oche selvatiche sono fiacche e bianche ”.
Alceo
“ Uccelli: che uccelli, venuti dall’estremo del mare e del mondo? Anatre
mandarine: il collo è di tutti i colori e lunga l’ala ”.
“
Ah come sto bene! Ieri mi è passato ogni malore dopo una zuppa di pesce palla
”.
“
Laguna degli Elefanti: fiori di mimosa bagnati di pioggia alla maniera di una
bellissima concubina ”.
Saffo
“ Amo la molle vita ed è per me nella brama di luce tutto il pregio e l’onore
”.
“
Mentre guardiamo la luna ogni tanto le nuvole ci danno riposo ”.
Saffo:
“ Le stelle intorno alla bella luna, celano il loro viso lucente quando lei,
piena e colma di luce, risplende sopra la terra ”.
“
La pelle di quale donna toccheranno in futuro le sete colorate di quei fiori
rossi? ”.
Ibico:
“ Screziati manti e veli e fibbie ella si sciolse ” e Tosca “ le belle forme
disciogliea dai veli ”.
“
Maestà della quercia incurante dei fili d’erba! ”.
“
Nel suo orgoglio la quercia dice: ‘ Che mi importa dei fiori? ”.
Saffo:
“ E tu, posa intorno alle chiome corone graziose, intrecciando virgulti di
aneto con le mani delicate ”.
“
A casa ho una sola comodità: le zanzare sono piccoline ”.
“
Pianura: vado con il mio cavallo verso dove cantano gli uccelli ”.
“
Fa come il salice: piega al vento tutti i desideri del cuore ”.
Saffo:
“ Amore ha sconvolto il mio cuore come vento che si abbatte sulle querce
montane ”.
“
Dopo un lungo vagabondare che io cada e giaccia, ma almeno in un campo di
fiori! ”.
Mi
viene in mente “ La guerra di Piero ” di Fabrizio De Andrè: ‘ Ninetta mia, crepare
di maggio ci vuole tanto troppo coraggio ’.
“ Ammalato nel mio viaggio il mio sogno se ne
va da solo per le pianure desolate ”.
Sono
gli ultimi versi di Bashō.