Mi chiamo Renato Pagnoncelli
e sono nato
a Milano nel 1961, ho vissuto sempre nella mia città.
Sono architetto e a questa mia
formazione culturale, cui sono molto legato, devo il mio modo di avvicinarmi
all’arte e lo spirito antiaccademico. Anche a questo si deve con ogni
probabilità, l’approccio tardivo alla letteratura e alla poesia in particolare.
Il mio primo libro è stato un saggio dal
titolo “Il luogo sacro”, del 1999, che riassume il contenuto di conferenze,
tenute l’anno precedente, in cui proponevo una lettura intrecciata fra storia
dell’architettura e spiritualità indiana.
Nel 2000 il primo romanzo “Sul Monte
delle Nevi” riprendendo i temi della fisiologia psichica dello yoga in forma
allegorica: la salita sul monte richiamava l’ascesa dei chakra.
Con il romanzo successivo “Il sapore
della nebbia”, del 2001, sono uscito dalla forma del romanzo tradizionale
verso un’espressione più vicina alla narrazione progressiva. È la storia di un
anno di cerca, non convenzionale, di dodici cavalieri dell’anno Mille.
Ho continuato poi lo stesso tema
prendendo in considerazione i dodici anni successivi nella vita degli stessi
cavalieri, fino al 1099, anno della prima crociata. Questa saga si intitola “Acta Mille ” ed è composta di tredici volumi la cui stesura e revisione mi ha
impegnato dal 2001 al 2006.
Nel 2004, a partire da alcune da me
definite ‘frasi poetiche’, che mi ero appuntato via via, ho fatto il grande
passo psicologico nella poesia, non bastandomi più la narrativa.
In realtà in “Acta Mille” avevo
inserito il testo di un Mariazo (una forma molto antica di rappresentazione
teatrale in cui l’oggetto è un matrimonio da farsi, un ‘ contrasto ’ fra i due
innamorati e un lieto fine) con delle arie in versi, in più avevo messo delle
altre composizioni brevi qua e là.
Cercavo nella poesia qualcosa di molto
più sintetico, in cui il percorso progressivo non fosse reso esplicito come
nella narrativa ma evocato e non conosciuto e riproducibile. Come in un
continuo percorso narrativo, estetico ed emozionale in progressione.
La prima raccolta di versi si è formata
pian piano dal 2004 al 2007 e ha titolo “Un po’esie”.
Gli anni dal 2005 al 2008 sono stati
quelli della compilazione di una proposta di interpretazione dei Veda, in base
al materiale i cui dispongo, per la formazione di una “Teogonia vedica”
indipendente dall’esegesi ufficiale successiva. Lavoro disordinato, senza
alcuna pretesa scientifica, appunti messi insieme dai quali è nata un’idea
interpretativa libera e credo confermabile di cui vado molto fiero.
La seconda raccolta di poesie si chiama
“Versi liberi” e raggruppa composizioni dal 2008 e 2009.
L’anno successivo, dal 2009 al 2010, ho
concluso il terzo libro di versi che ho chiamato “Epea pteroenta”.
Nel 2010 ho scritto un romanzo
commentato da poesie, da tanka, ambientato nel Giappone medievale (nostro XV
sec.) dal titolo “Hangyakusha no monogatari” o “Romanzo di un ribelle”.
Nell’anno
2011 ho concluso la quarta raccolta di versi dal titolo “Osservazioni
astronomiche e altre notazioni naturalistiche".
Infine nel 2011 ho affrontato il mio primo
testo teatrale (a parte il “Mariazo
del Pieroto e la Carlota” di “Acta Mille”) dal titolo “Cleide” ispirato
alla rilettura della “Medea” di Euripide.
Infine,
sempre nel 2011, ho ripreso la narrazione in prosa, con inserti di poesia, con
l’epistolario “Lettere d’Isabella” sulla vita di una cortigiana del
settecento.
Nell’anno
2012 ho concluso la quinta raccolta poetica dal titolo “Madrugada”.
Nello
stesso anno ho scritto un testo teatrale dal titolo “La morte è una
tragedia” in cui riprendo lo schema della tragedia classica.
Negli anni 2013, 2014 e 2015 alcune mie poesie sono state selezionate tra i vincitori del Concorso di Letteratura Italiana I e II della Casa Editrice Laura Capone Editore.
Nell'anno 2014 ho terminato la sesta raccolta di versi dal titolo “Lykauges” (2012-2014) e ho scritto il quarto volume dell’epistolario "Lettere d'Isabella".
A novembre del 2015 ho terminato la quinta raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nel 2016 ho portato a termine la settima raccolta di poesie dal titolo "Almanacco dell'anno nuovo".
A giugno del 2017 ho concluso la sesta raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nel 2017 ho pubblicato il mio primo libro di poesia che ho chiamato "Nato di Marzo". E' una raccolta di centoventidue poesie di questo primo decennio di versificazione.
Nel novembre del 2017 "Nato di Marzo" ha vinto la sezione 'Poesia Impressionista' del Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini con la seguente motivazione:
" L'autore milanese riesce a incidere con un graffio invisibile l'esistenza contemporanea, spogliandola dei suoi paludamenti, fino a fare emergere il tessuto più umano in un sottile e originale equilibrio tra piano fisico e piano metafisico. Indubbia, la capacità di colpire il lettore creando combinazioni espressive che trafiggono per la loro enigmatica e intimissima qualità. Altrove, il poeta scava nel profondo della sua sensibilità per restituirci il distillato di sensazioni e di immagini che trascendono il dato reale tramite sferzanti pennellate schizzate su una personale tela con misurati e concisi sintagmi ".
Il Presidente della giuria Tito Cauchi.
Dal 2019 alcune mie poesie sono visibili su You Tube sotto forma di filmati con immagini e musica. Sono raccolte nella playlist " Nato di Marzo ".
Nell'estate del 2020 ho concluso la settima raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nell'anno 2014 ho terminato la sesta raccolta di versi dal titolo “Lykauges” (2012-2014) e ho scritto il quarto volume dell’epistolario "Lettere d'Isabella".
A novembre del 2015 ho terminato la quinta raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nel 2016 ho portato a termine la settima raccolta di poesie dal titolo "Almanacco dell'anno nuovo".
A giugno del 2017 ho concluso la sesta raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nel 2017 ho pubblicato il mio primo libro di poesia che ho chiamato "Nato di Marzo". E' una raccolta di centoventidue poesie di questo primo decennio di versificazione.
Nel novembre del 2017 "Nato di Marzo" ha vinto la sezione 'Poesia Impressionista' del Premio Nazionale Poesia Edita Leandro Polverini con la seguente motivazione:
" L'autore milanese riesce a incidere con un graffio invisibile l'esistenza contemporanea, spogliandola dei suoi paludamenti, fino a fare emergere il tessuto più umano in un sottile e originale equilibrio tra piano fisico e piano metafisico. Indubbia, la capacità di colpire il lettore creando combinazioni espressive che trafiggono per la loro enigmatica e intimissima qualità. Altrove, il poeta scava nel profondo della sua sensibilità per restituirci il distillato di sensazioni e di immagini che trascendono il dato reale tramite sferzanti pennellate schizzate su una personale tela con misurati e concisi sintagmi ".
Il Presidente della giuria Tito Cauchi.
Dal 2019 alcune mie poesie sono visibili su You Tube sotto forma di filmati con immagini e musica. Sono raccolte nella playlist " Nato di Marzo ".
Nell'estate del 2020 ho concluso la settima raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Nell'autunno del 2020 ho finito la mia ottava raccolta di poesie dal titolo " Polline ".
Alla fine di maggio 2022 ho terminato un libretto per musica dal titolo " Circe ".
A dicembre 2022 ho concluso l'ottava raccolta delle "Lettere d'Isabella".
Ho anche in cantiere un libro di poesie in milanese che chissà quando finirò...
Ho anche in cantiere un libro di poesie in milanese che chissà quando finirò...
Una
produzione di altro tipo è legata a una delle mie passioni personali e ne parlo
solo perché ha prodotto dei lavori letterari. Dall’anno 2004 al 2009 ho tenuto
dei miei corsi di kenjutsu (arte della spada giapponese) e per ogni anno ho
redatto un ‘ Quaderno dell’associazione ’ in cui sono confluiti il testo delle
conferenze tenute da me e da altri amici del gruppo di pratica e considerazioni
mie di tipo disciplinare e tecnico. Caratteristica di questi Quaderni della “Libera Associazione della Spada (Ken Jūna Kyōkai) è la parte finale in cui
proponevo alcuni spunti letterari, un’antologia più o meno legata al Giappone,
aiutato anche qui da alcuni amici dell’associazione.
In
questo ambito nel 2013 ho scritto un trattato sulla tecnica e tattica del
kenjutsu dal titolo “Tracce del sogno dei guerrieri” che è tolto da un haiku
di Bashō (1643-1694) [Oh le erbe dell’estate/ sono tracce/del sogno dei
guerrieri].