Buone
Calendimaggio!
Lo
scorso post sul rapporto reciproco delle arti, dedicato alla Grecia,
va un po' preso a paradigma dei suoi omologhi successivi. Non starò
ogni volta a fare il sunto della relazione fra le arti possibili, ma
identificherò un tema che riveste una significativa importanza del
periodo e nell'evoluzione storica.
I
rapporti che hanno importanza con la storia dell'arte sono in
sostanza questi: pittura-scultura, pittura-architettura, pittura-
poesia, scultura-architettura e il melange nel teatro e opera lirica.
Va detto che il binomio pittura e poesia è un caso particolare
nell'arte occidentale ma riveste il carattere di forma in quella
orientale e può essere che ne riparlerò. Così come l'associazione
scultura e poesia ha come arte l'epigrafia in particolare quella
delle lapidi tombali dunque meglio lasciar perdere.
Vedete
dunque che, come si dice in milanese, non c'è troppo da sfogliare
verze. O se preferite che minga tropp de giragh inturna.
Il
post attuale è dedicato all'altra faccia della cultura classica, che
premetto in tutti questi post per il carattere fondativo dei periodi
successivi. Mi riferisco all'arte romana.
Della
quale si può dire molto in comune con quella greca per il
notevolissimo influsso che l'arte e la cultura ellenica hanno
esercitato su quella latina.
Possiamo
anche dire però che l'arte romana è assai più conosciuta a noi in
termini di reperti e ciò è evidente poiché essa è più recente e
dunque ha un maggior numero di casi osservabili. Il tempo non è
galantuomo con l'arte. Come già dissi conosciamo la statuaria greca
attraverso le copie romane ad esempio. Questa maggiore conoscenza e
il gran tempo nel quale l'arte romana ha perdurato, le ha consentito
di influenzare le epoche successive molto più di quella greca.
Mi
riprometto di tornare sulla permanenza dell'arte romana in epoche
molto posteriori al periodo storico in senso stretto, poiché vedo
una gran confusione di termini negli schemi che si possono reperire
in rete. Leggo dei nomi fantasiosi per definire epoche e stili che
sono solo quello che una volta si definiva tardo romano o al più
paleocristiano. Definire 'architettura merovingia' o 'paleoromanico'
la reggia di Carlo Magno è suggestivo ma in realtà essa è in stile
tardo romano. Al più si utilizza 'bizantino' per certe architetture,
sempre tardo romane o paleocristiane, che però in effetti hanno
determinate caratteristiche di provenienza levantina di particolare
evidenza. Ma non divaghiamo.
Quello
che si può dire sul rapporto fra pittura e scultura ricalca quello
che si è detto sulla Grecia, e su scultura e architettura si fonda
tutto il discorso degli stilemi architettonici e ne ho già parlato e
ne parlerò ancora. E se siete dei brufolosi che leggono per passare
l'interrogazione ne avete già abbastanza. Ma per qualche anatroccolo
che si appassioni a certe letture più meditate del linguaggio
architettonico prenderò in esame altri casi notevoli. Tanto ho
l'impressione che questo blog sia come un sito porno o di gossip che
tutti frequentano ma nessuno ammette di frequentare.
Il
teatro romano è molto influenzato da quello greco, più nelle
intenzioni che nei risultati. Parlo sia delle rappresentazioni sia
delle soluzioni architettoniche. Siamo sicuri però dell'uso esteso
delle scenografie dipinte e a rilievo e questo introduce il tema
centrale del post: pittura e architettura.
Come
era fatta una domus romana lo sapete e non sto a spiegarvelo:
impluvium, peristilium, tablinum, triclinium, cubicula ecc... quello
che dovete notare è che in una casa romana non c'erano in pratica
finestre, specialmente al piano terreno. L'aria e la luce venivano
dall'impluvio e dal peristilio attraverso soprattutto le porte dei
locali. Dunque rimaneva una grande superficie di muri, in minima
parte coperti da arredi.
È
naturale che i ceti più abbienti abbiano sempre sfruttato queste
superfici per decorarle pittoricamente. Un'altra caratteristica
ellenistica e romana erano i mosaici che però non stavano
normalmente sulle pareti, come invece succederà dopo
(nell'architettura bizantina, a esempio, è una di quelle
connotazioni notevoli di cui si diceva prima), e che in ogni caso in
questi post tratterò sempre come forma di pittura.
Un
caso molto bello di decorazione musiva di una parete si ha nella
Cappella di Sant'Aquilino in San Lorenzo Maggiore a Milano, è un
mosaico cristiano del I secolo dopo il de cuius. San Lorenzo è un
capolavoro dell'architettura romana che dovete assolutamente
conoscere e visitare se venite a Milano. È il rifacimento di un
complesso basilicale e templare (Apollo o Marte) in forma di chiesa.
La chiesa è a pianta centrale e ha davanti le famose colonne in una
delle quali ci sono due buchi che si dice siano dovuti a una cornata
del Diavolo indispettito perché qualcosa nei suoi programmi era
andato storto. San Lorenzo con Sant'Eustorgio, di cui forse vi ho già
parlato, formano il cosiddetto Parco delle basiliche.
Abbiamo
cinque fasi in cui possiamo classificare la pittura parietale romana.
Se usate la parola affresco vi fucilo in sala mensa.
La
prima fase riguarda tutto il periodo repubblicano fino al III secolo
a.c.. Le grandi pareti erano coperte interamente di dipinti con
grandi storie mitiche o di vario genere. Dal nome di esse,
megalografie, possiamo supporre che fosse un uso anche delle case
ellenistiche, andare prima è pura illazione.
Sia
che le storie fossero connesse fra di loro o meno, la composizione
era di raffigurare delle scene a sé stanti, nuotanti, se così
possiamo dire, nel mare della parete.
Pompei - Casa di via graziosa - Odissea |
Lo
so che vengono in mente a tutti le pitture palaziali cretesi, ma non
corriamo troppo di fantasia: può essere che già i Greci così
facessero, ma cauti... Del resto le pitture cretesi furono restaurate
in modo molto 'ricostruttivo' da Arthur Evans, l'archeologo padre dei
ritrovamenti cretesi, in un'epoca in cui lo si poteva ancora fare. E
non solo le pitture, ma anche le architetture: le famose colonne con
la rastrematura rovescia (col fusto più largo in alto che in basso)
non sono delle invenzioni perché dei sigilli ne hanno confermato
l'esistenza, ma insomma diciamo che fu molto fortunato. Mitico
comunque Evans al quale dobbiamo sic et simpliciter l'inizio della
conoscenza della storia cretese.
Dal
II secolo a.c. abbiamo un'evoluzione della pittura parietale romana
(seconda fase). Siamo sicuri che nelle case romane erano raffigurati
degli elementi architettonici, sia a rilievo ma più frequentemente
dipinti. Lo attestano inequivocabilmente e ampiamente le tombe
etrusche. Suddividendo gli spazi definiti dagli elementi
architettonici si ottenevano dei riquadri suscettibili d'essere
dipinti a tinta unica o con decorazioni dei tipi più svariati.
Stabia - Casa di Arianna |
La
pittura romana, che conosciamo proprio da quella murale, era di
strepitoso livello. Se gli artisti fossero greci è possibile visto
che siamo proprio nel periodo subito posteriore alla conquista della
Grecia nel 146 a.c. In cui moltissimi greci si spostarono a Roma
proprio in quanto abili artisti o medici o in altre professioni
illustri (cuoco ad esempio...).
Potrei
mettere millanta esempi metto questa perché siamo alle Calendimaggio
ed è in tema e poi è di una bellezza assoluta.
Flora |
Il
II secolo a.c. è il più innovativo nel genere parietale. Abbiamo
(terza fase) la comparsa di sfondati architettonici che riproducono
degli ambienti ai quali si sarebbe potuto accedere. In buona sostanza
è un ennesimo caso, qui applicato alla pittura, di uso del
linguaggio architettonico.
Pompei - Villa dei Misteri |
Che
questo si facesse per ampliare la percezione dello spazio in ambienti
chiusi e a volte piccoli come le stanze da letto, può essere un buon
motivo, ma non sottovaluterei l'ostentazione della cultura greca,
quale applicazione pittorica degli stilemi architettonici, come il
vero motivo della nascita di questo tipo di decorazione, anche se
sarebbe a questo punto più corretto parlare di trattamento
dell'opera muraria.
Naturalmente
ci potevano essere anche decorazioni pittoriche di vario genere.
Proprio la predilezione per una decorazione più definita e di stile
ci porta alla successiva fase (la quarta se si comprende la
megalografia). È un po', per capirsi, quello che avviene nella
pittura fittile greca dove, a scene affollate di personaggi e azioni,
si sostituisce in certi artisti, come il cosiddetto Pittore di
Berlino, e qui al massimo grado, una raffigurazione concentrata solo
su pochi o un solo personaggio.
Pompei - Casa dei Vettii - Cupidi |
Qui
sono evidenti le forme e il gusto delle 'grottesche' manieriste. Ne
abbiamo già vista qualcuna parlando di Raffaello.
Quinta
fase, l'ultima insomma, è il ritorno prepotente di grandi sfondati
con plurime quinte di fondo, sia di architetture sia di paesaggi
naturali. Con composizioni estremamente complesse e magniloquenti.
Ercolano - Palestra |
Chi
usa il termine 'trompe l'œil' è pregato di accomodarsi all'apposito
ufficio per il pagamento della relativa contravvenzione. Si chiama
sfondato prospettico o al massimo squarcio pittorico.
E
proprio questi esempi, man mano che le domus romane erano scoperte
durante il manierismo e successivamente nel barocco, che ispirarono
la decorazione delle chiese e poi dei palazzi con intenti di forte
suggestione o a volte anche solo di diletto. Questa soluzione
parietale o per le volte, la troviamo soprattutto in quei pittori o
nei loro committenti che amavano la citazione classica in sé. Come
nell'architettura avremo la citazione della grande classicità
insieme al linguaggio barocco in Joseph Fischer von Erlach.
Gli
esempi sono troppi e li trovate da voi, l'importante e che sappiate
riconoscere nelle decorazioni a grottesche o negli squarci pittorici,
la matrice della classicità romana. E lasciate perdere termini
ambigui come illusionismo, fasto, iperbole barocca, pittoricismo e
via inventando.
Concludo
questo post con un'annotazione sulle frequentazioni del blog. È già
da un po' che ogni tanto viene un nutrito numero di visitatori dagli
Emirati Arabi Uniti. Non saprei dire se si tratta di qualche italiano
che lavora negli alberghi di Dubai o Abu Dhabi o se mi stanno per
mandare la fatwa. Mi sarei aspettato prima quella del PD ma non si
può mai dire.