Se
ricordate, vi parlai delle scene che io chiamo incredibili del “Don
Giovanni” di Mozart. Incredibili nel senso letterale: non
credibili. L'opera infatti è condotta in modo realistico tranne che
in due scene: quella del Sepolcreto e il Finale con l'arrivo del
Commendatore, fino a tutto l'ultimo intervento di donna Elvira è
totalmente realistico.
Due
eccezioni dichiarate: quando nella scena del cimitero la statua del
Commendatore “Con la marmorea testa ei fa così così!”
accettando l'invito a cena di Don Giovanni, è lo stesso don Giovanni
che esclama “ Bizzarra è inver la scena... ”. Ora, se siamo in
un contesto discorsivo possiamo chiamare scena il luogo o le
circostanze a cui ci riferiamo: la scena del delitto, dell'incidente,
della discussione ecc... ma se siamo in un teatro 'scena' ha come
primo significato il suo senso tecnico, non può non averlo, non può
non essere così, non possiamo soprattutto ignorarlo.
Nel
Finale arriva un monumento equestre nella sala delle feste di Don
Giovanni, o è un fantasma o un'apparizione dal cielo. Chiamatela
come vi pare ma rientra ovviamente nelle scene non realistiche.
Vi
propongo di leggere il libretto del grande Lorenzo Da Ponte relativo
a questo finale. Per capire cosa intendo dovete conoscere il “ Don
Giovanni ” di Mozart e quello che è successo e soprattutto quello
che è stato detto. Non posso farvi un'esegesi del testo dapontiano,
dovrei scrivere un libro. Leggete, alla fine vi ho messo la chiave di
lettura.
Il Potere |
Allora
siamo a questo punto: donna Elvira esce, s'ode un grido, qualcun
batte, Leporello torna terrorizzato, don Giovanni esclama “ per
togliermi d'intrico ad aprir io stesso andrò!”. Ed entra la statua
del Commendatore.
Da
notare che nella prima dell'opera, a Praga, il “Don Giovanni” si
concludeva con questo finale. A Vienna fu aggiunto il finalino di
consolazione.
Don
Giovanni (1787)
(libretto
di Lorenzo Da Ponte, musica di Wolfgang Amadè Mozart)
Atto
secondo
Scena
diciassettesima, finale
Don
Giovanni, Leporello e la statua del Commendatore; poi coro interno,
Don Giovanni ritorna seguito
dal Commendatore.
Andante
Archi,
2 Flauti, 2 Oboi, 2 Clarinetti in si bem., 2 Fagotti, 2 Corni in fa,
2 Trombe in re, Timpani in re la, 3 Tromboni (Alto, Tenore, Basso).
COMMENDATORE
Don
Giovanni! a cenar teco
m'invitasti,
e son venuto.
DON
GIOVANNI
Non
l'avrei giammai creduto,
ma
farò quel che potrò.
(a
Leporello)
Leporello,
un'altra cena
fa'
che subito si porti!
LEPORELLO
(mezzo
fuori col capo dalla mensa)
Ah,
padron!... Siam tutti morti!
DON
GIOVANNI
Vanne,
dico...
(Leporello,
con molti atti di paura, va per partire)
COMMENDATORE
Ferma
un po'!
Non
si pasce di cibo mortale
chi
si pasce di cibo celeste.
Altre
cure più
gravi
di queste,
altra
brama quaggiù
mi
guidò!
LEPORELLO
La
terzana d'avere mi sembra,
e
le membra fermar più non so.
DON
GIOVANNI
Parla,
dunque: che chiedi? che vuoi?
Parla,
parla: ascoltando ti sto.
COMMENDATORE
Parlo,
ascolta: più tempo non ho.
Tu
m'invitasti a cena:
il
tuo dover or sai.
Rispondimi:
verrai
tu
a cenar meco?
LEPORELLO
(al
Commendatore da lontano, tremando)
Oibò!
Tempo non ha... scusate.
DON
GIOVANNI
A
torto di viltate
tacciato
mai sarò!
COMMENDATORE
Risolvi!
DON
GIOVANNI
Ho
già risolto!
COMMENDATORE
Verrai?
LEPORELLO
(a
Don Giovanni)
Dite
di no!
DON
GIOVANNI
Ho
fermo il core in petto,
non
ho timor: verrò!
COMMENDATORE
Dammi
la mano in pegno!
DON
GIOVANNI
Eccola!
(grida
forte)
Ohimè!
COMMENDATORE
Cos'hai?
DON
GIOVANNI
Che
gelo è questo mai!
COMMENDATORE
Pèntiti,
cangia vita: è l'ultimo momento!
DON
GIOVANNI
(vuol
sciogliersi, ma invano)
No,
no, ch'io non mi pento:
vanne
lontan da me!
COMMENDATORE
Pèntiti
scellerato!
DON
GIOVANNI
No,
vecchio infatuato!
COMMENDATORE
Pèntiti.
DON
GIOVANNI
No.
COMMENDATORE
Sì.
DON
GIOVANNI
No.
COMMENDATORE
Ah!
tempo più non v'è!
…
e
l'opera va a terminare con il supplizio di don Giovanni che finisce
all'Inferno.
Chiave
di lettura:
Don
Giovanni è l'eroe libertario, il Commendatore è il Potere,
Leporello è il popolo.
Leggete
e rileggete... Ascoltate il “Don Giovanni” poi rileggete.
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