Sono
stato indeciso se scrivere prima un post sul periodo tardo romano,
comprendendo in questa categoria il Paleocristiano, il Bizantino e il
Romanico, ma alla fine preferisco dire due cose sul più importante
stile anticlassico, ovverosia il Gotico. Credo sia più pedagogico
chiarire prima gli elementi essenziali dell'occhio architettonico
rispetto a questo periodo e alla sua ripresa eclettica dal XIX
secolo.
Il
vero significato del termine gotico non si conosce. In genere si
propende per un senso allargato di goto per tedesco, ma in effetti i
primi esempi di questo stile non sono in Germania ma in Francia
quando quest'ultima era già molto ben distinta dai popoli germanici
non ostante l'origine comune. Quella che noi chiamiamo Francia è il
risultato dell'evoluzione del Regno dei Franchi (cioè provenienti
dalla Franconia, che è in Germania) dopo l'arrivo dei Normanni (cioè
i Vichinghi) e l'annessione del Regno di Provenza. Insomma coi Goti
non c'entrano nulla.
Un'altra
ipotesi fa risalire il termine Gotico alla radice indoeuropea *ghūta
(invocato) nelle lingue germaniche da cui viene, per esempio, il
tedesco gott cioè Dio. Ho chiamato questo post “La casa di Dio”
perché l'edificio principe del periodo gotico, il solo monumentale
per i primi secoli, fu la chiesa e i suoi eventuali annessi
monasteriali.
Anche
come sia nato lo stile gotico è avvolto nella bruma delle foreste
dell'Europa centrale. Partiamo sempre dal dato pratico. In Europa nel
medioevo le relazioni commerciali, soprattutto nelle zone interne che
non potevano avvalersi della navigazione, hanno senz'altro reso più
raro se non fatto sparire alcuni materiali del sistema costruttivo
romano e di conseguenza anche la conoscenza di come costruire. Dunque
si è dovuto spesso, per non dire sempre, adattare la maniera romana
alle esigenze e possibilità del periodo o trovare delle nuove
soluzioni.
Allora
immaginate di essere un muratore italiano o un maçon francese del
medioevo.
Se
un muratore italiano doveva costruire un edificio si trovava di
fronte una montagna di mattoni, d'argilla perché al nord e anche in
altre zone ci sono terre argillose, o mattoni di pietra tagliata, i
Romani usavano il tufo per esempio. E spesso era più conveniente
voltare in mattoni che fare solai e capriate in legno, dipende dalla
zona.
Un
maçon francese vive sul Massiccio Centrale. Intendendo non solo la
regione propriamente detta ma tutto l'altopiano roccioso dell'Europa
centrale che è una struttura geologica che da miliardi di anni è,
per dir così, la struttura scheletrica del continente. Per un
mattone il maçon deve vendere la madre, ma ha intorno tutta la
pietra che vuole e tutto il legno che vuole perché esisteva ancora
la foresta di querce che ricopriva tutto il continente. Viene più
facile pensare che usasse questi materiali. Se deve costruire una
casa userà di preferenza il legno perché è inutile che si fa il
culo per tagliare la roccia e per trasportarla, visto che è dura e
pesa una cifra. Se gli richiedono una chiesa o un monastero userà la
pietra.
Il
nostro muratore italiano coi suoi mattoni farà muri e volte. Ma come
farà una volta il suo collega francese? Il mattone si può mettere a
spina di pesce e svolge una buona funzione autoportante, la pietra no
perché, essendo appunto una volta, aggetta e ha uno sforzo di taglio
notevole. Allora, probabilmente facendo tesoro delle sue esperienze
come carpentiere, farà in modo che tutto il peso della volta gravi
sulle nervature e basta, lasciando agli spicchi il compito di
reggersi solamente, che è già abbastanza.
Diciamolo
in un altro modo. Se voi avete della plastilina e vi dicessi di fare
un arco, conformereste una barretta di plastilina e poi la
pieghereste in tondo. Ora la pietra non la si può piegare dunque
bisogna scomporre l'arco in pezzi, che sono i conci. Osservando gli
alberi e facendo un po' di prove col legno capite che un arco acuto è
più favorevole di uno a tutto sesto per sostenere una volta in modo
che la parte fra le nervature sia scarica se non del solo peso
proprio. Poi vi spiego in dettaglio.
Credo
che la nascita del Gotico dipenda dai materiali usati e sia la lenta
evoluzione nell'uso di quei materiali fino a portarli alla loro
massima efficienza.
È
un cambiamento mentale per cui nel blocco di pietra si vede già la
forma della struttura che servirà alla costruzione. Quando il gotico
approderà in Italia, spesso sarà fatto usando i mattoni, ma allora
la forma sarà imitativa di quelle in arrivo dall'Europa, non
dipenderà dal materiale. Se volete, il Gotico italiano è già un
caso di linguaggio architettonico.
Bisogna
dire che il periodo gotico è molto più lungo nel resto d'Europa che
in Italia. In Italia arriva come nuovo stile europeo a rimpiazzare
appunto le molteplici declinazioni della tradizione romana nel XIII
secolo e sarà progressivamente sostituito dallo stile Rinascimentale
dal XIV secolo. Nel resto d'Europa compare all'inizio del XII secolo
e rimarrà di fatto fino al XVI.
Naturalmente
il grande successo del Gotico è lo spirito europeista di quei
secoli, il vero spirito europeo, quello che a esempio faceva partire
i lapicidi comacini dalla loro piccola città per campagne di lavoro
in tutto il continente, che pose fine al Romanico in Italia. Il
Romanico fu l'ultima nota dello stile romano, perché dopo il gotico
s'era spezzato il filo continuo con la tradizione latina. Resta,
questo stile, lo stile legato alla celebrazione di uno dei migliori
momenti della storia italiana: quello dei liberi comuni. Il Gotico
corrisponde alla nascita dei regni nazionali e alla formazione della
relativa aristocrazia.
Il
Gotico è in Italia l'adesione allo spirito di comunicazione, di
confronto, di apertura verso una nuova civiltà di tutto il
continente europeo. Ribadisco, anche con un po' di fastidio a doverlo
precisare: non ha niente di paragonabile all'europeismo della UE di
oggi, che è globalista, apolide e imperialista.
Planimetricamente
una chiesa gotica conserva l'impostazione basilicale accentuando però
il percorso ingresso-presbiterio con l'incorporamento dei campanili
in facciata e con una vasta zona absidale per il coro. Già qui si
vede un elemento che deve guidare l'osservazione nell'analisi delle
architetture gotiche: esse sono fortemente direzionali, sia in
planimetria sia nelle sezioni. Dall'entrata si va sparati verso
l'altare, niente transetti fino al XIII secolo (in generale in tutti
gli stili) come non ci sono Crocifissi fino a quel periodo in
pittura. Da terra si va sparati verso l'alto decine di metri sia
all'interno sia continuando all'esterno con le guglie. Ricordate,
anatroccoli, quanto si è detto a proposito dell'orizzontalità del
Rinascimento o alla cercata solidità generale della classicità o
del classicismo.
Qui
vi metto la planimetria della cattedrale di Reims, iniziata nel 1211,
in cui ho evidenziati i campanili e della quale ho già messo la
facciata in un altro post.
Cattedrale di Reims - planimetria |
Un
altro elemento che descrive immediatamente l'architettura gotica è
la forma del suo sistema strutturale che è archivoltato ma con
caratteristiche nuove e proprie. Lo stilema più evidente e decisivo
per ascrivere al gotico un'architettura è la presenza di archi e
volte a sesto acuto e non a tutto sesto. Ma vediamo perché.
Le
strutture verticali appaiono al profano come delle strane colonne. In
realtà sappiamo che non possiamo definirle colonne, sia perché non
appartengono ai vari e tanti stili visti nell'architettura greca e
romana, ma soprattutto perché manca un vero capitello.
Lo
si vede bene dall'interno della basilica di San Denis, vicino a
Parigi, forse la prima chiesa gotica essendo del 1135. Questa
basilica fu restaurata in forme gotiche dall'abate Sugier il quale
scrisse anche dei piccoli trattati del nuovo stile, suggerendo le
soluzioni, questi trattati hanno un'enorme importanza storica poiché
sono i primi dopo quelli romani di Vitruvio.
Qui
sotto vedete un interno e un deambulatorio, senz'altro di Sugier, che
mostra le prime soluzioni strutturali gotiche che confluiscono ancora
però in una colonna. (Vi consiglio di allargare il più possibile le
immagini del post).
Basilica di Saint Denis - interno |
Basilica di Saint Denis - deambulatorio |
Il
capitello di una colonna ha la funzione statica di ridurre la luce
fra una colonna e l'altra, in altre parole la trabeazione appoggia su
una base più ampia che ci garantisce che lo sforzo assiale finisca
con sicurezza nel terzo medio. Se non vi ricordate più cosa vuol
dire avete due possibilità: o rileggervi i post sull'occhio
architettonico precedenti o chiedere all'amico ingegnere. Nel gotico
questo principio è risolto con tutto un altro tipo di approccio.
Quando
osserviamo un'architettura o un edificio in genere, abbiamo la
tendenza a partire da terra e salire verso l'alto. Questo è
istintivo visto che si comincia a costruire dalle fondazioni e poi si
sale.
Nell'analisi
di un edificio gotico dobbiamo fare l'opposto. Dobbiamo partire dal
cielo, nel senso astronomico o in quello architettonico di intradosso
(la parte sotto del soffitto, eddai...). Vedremo delle volte a sesto
acuto dette crociere.
(Attenzione:
la crociera non è solo gotica, può essere generata anche da un arco
a tutto sesto, saranno quattro spicchi di sfera.)
La
crociera è segnata da costoloni in pietra che si uniscono in chiave.
I costoloni o nervature hanno il compito di sopportare il grosso
dello sforzo della volta, che è, come sapete, il peso di quello che
ci sta sopra. Il sesto acuto riporta più rapidamente il carico in
verticale, che, come sapete, non è mai perfetta: c'è sempre un po'
di spinta laterale, questo lo aggiungo per dopo.
È
chiarissimo in questa veduta completa dell'interno della cattedrale
di Sain Jean di Lione iniziata nel 1180.
Cattedrale di Saint Jean a Lione - navata centrale |
Potete
provare a fare una semplice prova. Disegnate un arco a tutto sesto e
lo dividete in conci regolari, di forma approssimativamente quadra
(sono dei trapezi con le basi ad arco di cerchio che non so come si
definiscano in geometria...) e lo stesso fate con un arco a sesto
acuto (acuto quanto vi pare). Ora nel baricentro dei conci mettete
due frecce, una verticale e una orizzontale. La prima è la forza
peso, la seconda è la spinta laterale. Non ha importanza la
dimensione grafica, ma fate più grande la freccia verticale
ovviamente. Disegnate la risultante e poi sommatela alle due frecce
del concio successivo. Vedrete che lo sforzo si dispone secondo la
verticale molto prima nell'arco a sesto acuto o ogivale (che sarebbe
la puntina superiore, o cuspide).
Se
la spinta laterale è troppa vedremo dopo come si fa, o meglio come
facevano nel gotico.
Ma
qui non si può sbagliare perché non ci sono capitelli o mensoloni
che aiutano e nemmeno si può usare una catena (la catena è un
elemento orizzontale interno alle strutture verticali che assorbe le
spinte laterali costanti o accidentali, caso dei terremoti).
Costruire una cattedrale gotica e dover mettere una catena, intendo
dire appena fatta non per restauro o sicurezza del monumento storico,
sarebbe stata una clamorosa figura di merda.
Allora
occorre che gli sforzi se ne stiano tutti belli divisi, in modo da
sapere dove vanno, quanti sono, di chi sono, quando iniziano (da una
guglia, dal tetto, dal solaio...) e quando finiscono (si scaricano a
terra o su una struttura maggiore?). Ogni linea di forza è
evidenziata da una nervatura una sua colonna o pilastro che scende
fino a concentrarsi nel sito della struttura puntiforme. Attenzione:
se una struttura scarica su un muro, dentro quel muro la linea di
forza va verticale solo in quel punto preciso, a fianco è per così
dire scarico (porta solo il peso proprio, e le spinte laterali in
senso longitudinale a essere precisini).
Il
risultato di questo mazzo di linee di sforzo sono le strane colonne.
Si chiamano pilastri polistili, ossia pilastri 'a più colonne' in
greco e appoggiano su una base che segue il loro perimetro. Si
chiamano anche pilastri polilobati perché il loro perimetro è fatto
di pezzi di colonne, tonde, e di pilastri, angolari o piani. Qui o
ogni parte del pilastro ha un suo piccolo capitello, più o meno di
derivazione classica o di fantasia, oppure vi è un coronamento di
tutto il pilastro polistilo.
Qualche
anatroccolo è annegato, ma qualcuno sta mulinando le rotelle. Dai
che ci siete! L'ipotesi è: ma se io riduco il peso fra un pilastro e
l'altro (fra una nervatura e l'altra non si può perché si cade al
piano di sotto, con nocumento del vostro prezioso benché transeunte
scheletro, o si vedono le travi del solaio tutte buie e ragnatelose e
il ragno vi casca a voi nel coppino e alle vostre anatroccole nella
scollatura) allora potrei avere delle strutture meno caricate di
spinta laterale e quindi più snelle. You've got it brotha or sista!
E che possiamo fare con siffatta virtù? Le facciamo più alte verso
il cielo! Ma poiché più una struttura è alta più c'è la spinta
laterale per via di quello che si chiama il carico di punta, cioè la
struttura tende a oscillare attorno all'asse longitudinale, meno il
carico è disturbato nel suo corso verso la verticale più possiamo
fare strutture alte. Ricordate il principio di azione e reazione: in
architettura ogni massa esercita una spinta laterale. Se quello che
oggi si chiama tamponamento è di vetro (dobbiamo pur chiuderla 'sta
chiesa o diventa un portico) è logico che la massa diminuisca
notevolmente e di conseguenza la spinta.
E
se purtroppissimo la spinta laterale è ancora troppa? Perché di
solito ci appoggia una capriata del tetto. Aggiungiamo all'esterno
una struttura ad hoc detta arco rampante, anch'esso a sesto acuto che
controbilancerà con la sua massa la spinta laterale del corpo di
fabbrica. Ma è un arco, dunque sotto non ci sono muri ma ci si può
passeggiare o seminare olezzose erbe di campo o ameni fiori alla lor
stagione. L'arco rampante scarica su un contrafforte grosso quanto ci
serve.
Questo
schema strutturale riassume tutti gli elementi detti.
Schema strutturale gotico |
Questo
è quello che c'è da sapere sull'architettura gotica: il resto viene
in conseguenza della comprensione degli sforzi strutturali. Non l'ho
detto ma allora non avevano strumenti matematici per effettuare
nessun calcolo dimensionale: solo l'esperienza, l'osservazione e
forse qualche manualetto per sommare le linee di sforzo o qualche
regola pratica per dimensionare le parti a uso dei muratori e
capomastri.
Ma
qual è il resto? Be' c'è il discorso sulla decorazione ricchissima,
quasi ossessiva, delle chiese gotiche, ma ne parlerò in uno dei post
delle Muse perché è un discorso molto tipico di rapporto fra le
arti e anche lunghetto che non posso fare qui. Dico solo qui,
tornando all'origine del Gotico, che la natura concettuale
eminentemente scultorea dello stile non poteva avere prevenzioni per
la decorazione statuaria e plastica. Tutta una chiesa o un edificio
gotico è in fondo una enorme scultura. Per esempio anche laddove non
c'è necessità strutturale la forma gotica si comporta con la stessa
logica, per esempio nei protiri. Ne vedete uno qui nella basilica di
San Petronio a Bologna, chiesa meravigliosa, uno dei più grandi
monumenti italiani in assoluto, di uno dei gotici italiani possibili.
Il protiro di San Petronio non ha un portale ad arco acuto ma il
discorso non cambia. È un protiro romanico ma il romanico prende la
strombatura e i pilastrini dal gotico. Notate anche un'altra cosa.
Guardate che po' po' di arco di scarico è stato necessario per
aprire il portale, e notate anche che il muro di sopra l'arco di
scarico è alleggerito dal grande finestrone gotico: non era facile
costruire con queste dimensioni.
Basilica di San Petronio a Bologna - facciata |
L'ultimo
elemento, ultimo perché il post è già molto lungo, è l'elemento
forse più connotante della poetica gotica. Aver eliminato i muri
mettendo a tamponamento delle finestre polifore vetrate implica uno
scambio continuo della luce da fuori verso l'interno ed è l'aspetto
a tutti noto, ma anche dall'interno verso l'esterno, in modo che la
luce passi colorata dalle finestre e si veda da fuori e da lontano di
sera durante le celebrazioni illuminate da bracieri. Le chiese
gotiche sono molto luminose dentro e fuori, costituendo insieme alle
sculture narranti il richiamo per il passante e una sorta di libro di
pietra.
Qui
lasciatemi mettere una delle bellissime finestre del Duomo di Milano,
illuminata di sera.
Duomo di Milano - finestra absidale |
Faccio
solo notare che le finestre devono essere anch'esse in pietra
traforata perché le vetrate devono avere una cornice che sia
sufficientemente robusta da assorbire le spinte laterali delle masse
dei pilastri o dei pezzi di muro, altrimenti il vetro andrebbe in
frantumi. Anche delle vetrate gotiche ne parlerò fra le Muse.
Altre
cose comuni le trovate nei normali libri di storia dell'arte.