Il
clamoroso successo del post “Mi sto rompendo il cazzo”
soprattutto dall'Ucraina e li capisco (l'unica cosa che mi incresce è
che sono troppo poco per aiutarli ma mi riempie d'orgoglio che mi
seguano) quasi mi impone di farne un sequel.
Naturalmente
quel post era uno sfogo, forse una speranza. La situazione europea
non promette nessun progresso, ma al contrario suggerisce una fine al
solito tragica.
Allora
vediamo di aggiungere qualcosa per aggiornare l'incazzatura.
Oggi
in Italia il dibattito si sta facendo un filo più centrato sui
problemi della dittatura dell'UE, ma nessuno o quasi prende il
coraggio di dire le cose come stanno. Siamo oltretutto in campagna
elettorale.
Poi
adesso stiamo partendo per il Niger, oltre le altre missioni di
guerra in ballo.
Forse
qualcuno pensa ancora che “quando l'Africa si piglia, si fa tutta
una famiglia” (mi pare sia un verso di “Faccetta nera”) ma
nessuno s'è preoccupato di avvertirli che le Nigeriote, si dice
così?, non sono belle come le donne del Corno d'Africa.
Zeudi Araya |
Se
fossero come le donne del Burkina Faso s'andrebbe ancora col vento in
poppa.
Bella guagliona dell'Alto Volta |
Al
fratello di questa bella gnoccolona, e lo dico con tutta la tenerezza
che devo a questo bel sorriso, lo sapete quanto sia cultore della
bellezza femminile, gli facciamo fare il poliziotto e ai figli gli
facciamo vincere i 100 metri o gli diamo un premio cinematografico: e
loro sono tutti contenti e noi tanto buoni... All american style.
A
parte l'aneddoto, qualche considerazione integrativa del post
sunnominato si può fare.
Bisognerebbe
stabilire se in Niger ci stiamo andando perché 'ce lo chiede la
Francia' dopo che è tramontato il mitico 'ce lo chiede l'europa'
(volutamente minuscolo). O perché lo scopo è di ricreare, boot on
the ground, una presenza militare colonialista che a un tempo
garantisca l'uranio per la Francia e una soluzione militare al
problema delle fonti di immigrazione clandestina (sarebbe una buona
soluzione egoisticamente...). E forse se l'unione monetaria del CFA
(Colonie Francesi d'Africa=Comunità Finanziarie d'Africa: non è una
battuta...), collegata all'euro, abbia per scopo la creazione di
stati poverissimi pronti a fornire mano d'opera servile. Anyway...
Oggi
in Italia il dibattito più avanzato inclina verso un'interpretazione
dell'eurozona come una delle tante riedizioni del conflitto
lavoro-capitale. In cui, ovviamente, Eurolandia agisce in favore
della mobilità dei capitali e dell'altrettanto mobile e ricattabile
forza lavoro, da cui discende l'immigrazione a manetta per produrre
schiavi da occupare al posto di quei choosey di bianchi europei che
pretenderebbero di usufruire delle conquiste sul lavoro costate
sudore et sanguine ai loro nonni.
Tutto
giusto, ma da ingenuo qual sono faccio notare: se io sono contro il
capitalismo, perché dovrei porre la questione come conflitto
perpetuo fra capitale e lavoro?
Se
sono contro il capitalismo vorrei che esso sparisse dalla storia. Se
pongo sempre la questione fra lavoro e capitale, mi sorge il sospetto
che abbia bisogno dell'esistenza del capitalismo per sapere da quale
parte sto: da quella del lavoro.
Ma
se sono per il superamento del capitalismo non dovrebbe interessarmi
della lotta fra lavoro e capitale: se la categoria lavoro dipende
dalla categoria capitale di fatto non sto superando il concetto di
capitalismo.
Questo,
a mio avviso, rimanda alla questione irrisolta della dottrina
collettivista che ebbe la sua forma storica nel materialismo storico
o comunismo, voglio dire del problema del superamento del capitalismo
attraverso la categoria marxista-leninista del capitalismo di Stato.
Intendo
significare che se supero il problema del capitalismo storico, in
soldoni se voglio superare il principio che i soldi producano soldi,
attraverso la soluzione che il capitalista sia uno solo, e allora può
essere anche monopolista, cioè lo Stato, non faccio altro che
riprodurre lo schema liberocapitalista in modo autarchico attraverso
l'azione unica dello Stato.
Ma,
mi viene il sospetto, se sono anticapitalista non dovrei invece
volere e perseguire l'estinzione del capitalismo, piuttosto che una
sua mimesi, o parruccamento, in altre forme subdole?
Ma
se elimino il capitalismo come faccio poi controllare le masse se non
le irreggimento nella vagheggiata classe operaia?
E
perché non lo voglio? Ossia perché le dotte dissertazioni dei colti
non lo vogliono?
Se
rispondo che ciò è perché sono dei borghesi di merda, torniamo al
post di partenza. Ovvero sia che ce lo stanno di nuovo mettendo al
culo.
Non
so che dirvi, del resto non pensavo neppure di poter essere un punto
di discussione per questi temi, voi sapete che mi occupo d'arte e di
bellezza, non di queste miserie.
Però
la visione dall'Italia è questa, voglio dire che questa è la più
avanzata qui da noi. Sento dire che all'estero è peggio: peggio mi
sento, come dicono i romani.
Io
sono un poeta, un architetto, uno che si occupa di bellezza e di
arte, non son filosofo o sapiente. Prendo 'lo dolce per lo dolce' e
nel mio piccolo rifletto, sapendo quanto sia inutile.
Ma
quando so che della gente si passa parola e legge quel che ho scritto
sono felice. E rido con la mia margherita in bocca.