giovedì 29 aprile 2021

La cultura borghese

 C'è la tendenza generale, e sarebbe interessante sapere se risponde a una fenomenologia tipica delle masse, di convergere verso un tipo di cultura medio borghese, un po' alternativa tanto per non apparire demodé, ma in fondo innocua, che predilige la bella esposizione ad effettivi contenuti critici o innovativi. L'ars oratoria rispetto all'articolazione logica della retorica.

Certo, ci può essere una cultura di avanguardia se sostenuta da un'ideologia, ma la lettura alternativa che ne deriva è rivoluzionaria solo nel senso dato da Michail Bakunin, ossia non fa altro che aggiornare il lessico e proporre la realizzazione di qualche riforma già ampiamente matura.

Così si spiega il successo di individui a cui spesso non si darebbe nemmeno troppa fiducia sul piano dell'equilibrio mentale, ma comunque evidentemente spinti dalla vanità ad apparire e partecipare con solo poche pennellate cosmetiche al contributo disciplinare. Sono questi gli intellettuali che hanno il maggior successo presso la massa, intesa non come popolo in sé ma come gruppo accresciuto di individui che seguono la tendenza credendosi più consapevoli.


 R.P.

Posteris memoria mea 

Renatus in aeternum


sabato 24 aprile 2021

Principia architectonica II

Siamo arrivati a costruire la nostra casa, con i materiali di cui disponevamo, secondo due modelli, la capanna e la casa, in cui il primo confluisce nel secondo che è un po' la forma base del discorso sull'architettura.

Prima però vorrei fare una precisazione rispetto a ciò che ho scritto nel post 1°, riguardo alla forma circolare.

Forse proprio per la elementarità del suo tracciamento è stata la forma primigenia di un altro dei fondamenti dell'architettura: la definizione del sito, cioè la delineazione di una porzione di terreno che si consacra a un uso determinato (sacro significa separato e dedicato a uno scopo specifico). Però come ho detto il cerchio contiene delle concettualità che ne fanno una forma a sé. Non a caso il campo agricolo tondo o la tomba circolare hanno un'importanza semantica molto importante prima per l'archeologia e poi per l'architettura. Tenete presente che la tomba è un'architettura perché ne possiede tutte le caratteristiche, l'unica cosa su cui non sappiamo niente è se l'inquilino ha contezza di tutto ciò, ma le tombe si fanno per i vivi.

Detto questo se dal cerchio si volesse procedere come fatto col rettangolo non ci sarebbero differenze se non di forma negli elementi che dovrebbero dare vita a un cilindro invece che a un parallelepipedo. Idem per il quadrato che formerebbe un cubo.

Torniamo alla nostra storia. Con i materiali disponibili si è costruita la casa, lasciando un varco per entrare e uscire. Abbiamo qui le tre grandi funzioni dell'architettura, cioè le cose che si possono fare con un'architettura: entrare, sostare e uscire.

A questo punto il 'varco' possiamo tranquillamente chiamarlo porta. Attenzione che arriva un punto importante. Sia che le aperture, porte e finestre, le facciamo in una sezione resistente, cioè quella che è detta struttura, che sostiene la costruzione, sia che abbiano posto in una sezione portata, cioè non strutturale, abbiamo bisogno di procedere come abbiamo fatto per l'intera casa. Dobbiamo collocare due ritti e sopra un elemento che impedisca a quello che c'è sopra di cascarci in testa. All'inizio porte e finestre sono semplici buchi con funzione di passaggio o di immissione di aria e luce all'interno, poi saranno chiuse con una pelle e poi con legno e tutti i serramenti. Però i serramenti non cambiano la natura di queste aperture dunque non appartengono stricto sensu all'architettura.

Con quello che abbiamo detto e fatto, cosa abbiamo affermato finora?

Che dobbiamo definire un luogo in cui costruire.

Che dobbiamo conformare i materiali nella forma adatta allo scopo.

Che avremo uno spazio interno (invaso) e uno esterno (volumetria).

Che alcune parti sono necessarie per reggere la costruzione (strutture) e altre per chiudere i buchi (tamponamenti).

Che questi buchi possono, e nel caso della porta devono, restare vuoti (i vuoti appunto rispetto ai pieni che sono le parti chiuse).

Che il sistema delle strutture a ritti e travi si chiama architravato che significa costruzione a travi (dal greco ἀρχειν (árchein): comandare, regolare).

Da notare assolutamente che tutto questo è indipendente dalle dimensioni, è puramente concettuale. Con questo semplice lessico, ossia le parole in corsivo, siete in grado di comprendere ogni architettura in modo corretto. Sarà necessario aggiornarlo nel corso della storia dell'architettura, ma questi termini significanti non mancheranno mai.

Passiamo ora ai materiali.

Se è vero che ogni materiale ha delle caratteristiche per cui è più idoneo a svolgere dei compiti, però è possibile realizzare qualunque forma con tutti i materiali edilizi e anche, nei limiti delle proprietà di resistenza meccanica, qualunque elemento edilizio (anche se è certo che alcuni sarebbe bizzarro realizzarli in materiali che hanno caratteristiche assolutamente sfavorevoli per quel compito).

Però questo cosa ci dice? Ci dice, che la forma non è una parte accessoria dell'architettura tutt'altro, se è vero che la possiamo realizzare con qualsiasi tipo di materiale edilizio. Attenzione: materiale edilizio non materiale in genere.

Ai materiali da costruzione che sono già stati presentati, legno e pietra, ne vanno aggiunti altri che compariranno nel corso della storia dell'architettura e che vanno ascritti al novero di quello che potremmo definire 'i materiali dell'architettura'.

Due di essi sono, per così dire, semi-naturali e due non naturali.

Uso ovviamente la parola 'naturale' per comodità poiché tutto è alla fine naturale, anche la bomba atomica è naturale (giacché sfrutta un principio naturale). Intendo dire che legno e pietra sono presenti tali e quali in natura e vanno solo lavorati per conformarli nel modo voluto per la realizzazione dell'edificio mentre gli altri hanno bisogno di ulteriori interventi.

I semi-naturali sono i mattoni e il conglomerato cementizio. Anche la calce lo sarebbe ma per semplicità lo inseriamo nel discorso dei mattoni.

I mattoni sono fatti di terra o argilla (se sono di pietra rientrano nella pietra) che va manipolata e conformata in mattoni che poi vanno cotti in fornace o seccati al sole in forme: il materiale di origine è presente in natura ma occorre una serie di passaggi per renderli adatti allo scopo. La calce è fatta di pietra calcarea e deve subire un ciclo di lavorazione per essere pronta all'uso.

Il conglomerato cementizio è un composto di acqua, pietra e cemento miscelati secondo precisi criteri e poi ha bisogno di essere messo in forme e deve avere il tempo di asciugare e indurire.

I due materiali 'non naturali' sono il ferro (e ogni altro metallo) e il vetro. Il ferro va prima estratto dalle rocce ferrose, poi depurato, poi fuso o trafilato nella forma voluta. Il vetro è ottenuto dall'ossido di silicio, che va estratto e lavorato con altri elementi e poi col fuoco per ottenere la pasta che infine va formata con altri procedimenti.

Ora ferro e vetro entrano nell'architettura in modo significativo solo dal secolo XIX, ma i mattoni ci portano a definire un altro criterio di lettura e classificazione dell'architettura: l'arco e la volta. Si parlerà dunque di architettura archivoltata cioè costruita a volte, considerando l'arco come sottoinsieme delle volte, una specie di volta bidimensionale diciamo. Avremo dei ritti sui quali è impostata una volta, che è un muro di forma curva che copre lo spazio.

Devo aggiungere per completezza che il sistema architravato applicato al calcestruzzo armato (cioè con il ferro dentro e non al semplice conglomerato cementizio) si dice a telaio. Sempre a telaio si chiama una struttura in ferro.

Se un edificio lo stiamo osservando dal rispetto della figura (l'architettura è arte figurativa), partendo dalla volumetria per passare ai pieni e ai vuoti e così via per tutte le altre voci del lessico dette sopra e in base a considerazioni sul sito o di funzione o di rapporto con altri simili (tipologia) parleremo di analisi formale.

Se lo consideriamo per gli elementi che ne fanno la struttura portante (è una tautologia a uso didattico) e per quelle parti che invece hanno la funzione di chiusura, lo stiamo analizzandolo secondo il suo sistema strutturale (architravato, archivoltato, a telaio).

Se lo consideriamo in base ai materiali impiegati nelle varie parti che lo costituiscono, lo stiamo classificando secondo il suo sistema costruttivo (in legno, tradizionale, moderno).

Se infine ne facciamo una lettura complessiva di tutti questi aspetti contemporaneamente, parleremo di linguaggio architettonico. Volgarmente detto stile. In questo ultimo punto di vista ha una particolare importanza il rapporto del tipo architettonico che stiamo analizzando con la storia dell'architettura.

Notate che non ho ancora usato né esplicitato un tipo particolare di forma, non le dimensioni, né fatto riferimento a qualsiasi altro argomento normativo. Questi ce li metteremo dentro a seconda dell'architettura che prendiamo in considerazione. Ma se un'architettura manca di questi elementi non è un'architettura ma un oggetto: scultura, design (in italiano project, design e plan hanno tre significati diversi: precisazione per i non italiani e anche per gli studenti di architettura di oggi), scenografia o 'mostro marino'.

Come secondo passo può bastare.


R.P.

Posteris memoria mea

Renatus in aeternum


domenica 18 aprile 2021

Cinema e ggiovani

La differenza fra cinema come racconto e cinema come intrattenimento consiste nel fatto che le nuove generazioni percepiscono il film come una specie di servizio fatto a loro stessi. 

Vale a dire che se non vedono un film, poiché la cosa non li riguarda personalmente, quel film non esiste. Ed esiste solo per il tempo nel quale sono coinvolti. Le riprese infatti tendono a dare l'illusione di essere in mezzo alla scena come se essa si svolgesse solo per lo spettatore. 

Ciò è una proiezione del narcisismo infantile per il quale esiste solo quello che di volta in volta è preso in considerazione. 

Considero che questo toglie molti problemi a chi pensa e realizza il film perché egli ha molto prevedibile il comportamento dello spettatore, anzi può persino accusarlo che il film è esattamente come lui lo vuole, d'altra parte è molto più facile condizionare lo spettatore.


 


 

domenica 4 aprile 2021

Principia architectonica I

Constatato più e più volte che quasi nessuno sa qualcosa di architettura, e a volte se ne vanta pure, e persa ogni speranza che la 'divulgazione' televisiva ma anche quella per via digitale possano porvi rimedio, mi è venuta la voglia di fare una serie di post su cos'è l'architettura e come va compresa. Fino ad ora mi sono rivolto a persone che in qualche modo avessero o pensassero di averne qualche cognizione, adesso voglio indagare su come è nata l'architettura partendo proprio dai bisogni primordiali e avanzando col metodo della totale improvvisazione, ossia immaginando le domande che un lettore virtuale e perfetto mi possa porre man mano.

Lo faccio perché ho sempre notato che spesso gli specialisti, ne sono esempio preclaro i matematici o i musicisti i quali sono di natura portati per la materia, diano molte cose come scontate e saltino dei passaggi. E proprio su questi passaggi saltati si arenano quelli che non conoscono, ma spesso anche coloro che studiano queste materie.

È un errore che credo di non aver commesso dacché ho sempre premesso che mi rivolgevo a persone del settore, ma ho tralasciato coloro i quali non ne sanno davvero nulla se non nel modo sbagliato che la divulgazione artistica utilizza. Adopero il termine divulgazione perché si usa far così ma è una parola che non mi piace: le cose si spiegano, si studiano si imparano, non si divulgano. Se spiego le quattro operazioni sto divulgando la matematica? Ovvero ne do una versione easy per il vulgus? No, sto insegnando le quattro operazioni.

Fatta questa introduzione parto.


Vanno premesse tre definizioni in modo che sia chiaro a cosa ci si riferisce. I termini sono: manufatto, edilizia ed edificio, architettura.

Do le definizioni che traggo, per buona pace di tutti, dal dizionario online della Treccani.


manufatto agg. e s. m. [dal lat. manu factus «fatto a mano»]. – agg. Che è opera della mano dell’uomo, che ha subìto cioè una lavorazione o elaborazione da parte dell’uomo, sia a mano sia anche con l’aiuto di macchine, e di solito con l’impiego o per trasformazione di materie prime...


edilìzia s. f. [dall’agg. edilizio]. – Il complesso delle attività che si riferiscono alla costruzione di edifici d’ogni genere ... alla progettazione e realizzazione delle singole costruzioni e alle opere di rifinitura...


edifìcio s. m. [dal lat. aedificium, comp. di aedes «casa» e tema di facĕre]. – In generale, qualsiasi costruzione immobile realizzata dall’uomo...


architettura s. f. [dal lat. architectura]. – L’arte di formare, attraverso mezzi tecnicocostruttivi, spazî fruibili ai fini dei bisogni umani: edifici, giardini e anche monumenti (obelischi, colonne onorarie, ecc.), considerati nella loro funzione spaziale...


Aggiungo la definizione del dizionario di Google che stavolta ci azzecca


architettura: elaborazione artistica degli elementi strutturali, funzionali ed estetici della costruzione.

Dunque con manufatto intenderemo qualsiasi oggetto non naturale ma fatto dall'uomo, con edificio una costruzione fatta con i materiali propri dell'edilizia, intendendo l'edificio in tutte le sue parti, e con architettura l'arte di conformare edifici e spazi per le attività umane dal rispetto tecnico, funzionale e formale.


Spero che questo post lo leggano anche e soprattutto i non conoscitori della materia.


Inizia il racconto.

Ora, immaginate di essere su un prato, in un luogo dove sia possibile vivere all'aperto. A un certo punto inizia a piovere. Cosa fanno gli animali in questo caso? Si riparano sotto un albero, in una caverna o sotto una roccia. Si riparano insomma alla bell'e meglio.

Immaginiamo che nevichi o prima di voi sotto la roccia si sia accomodato un leone. Oppure che volete avere quel riparo sempre, ogni volta che ne avete bisogno, o anche perché si trova in una posizione sicura rispetto ad animali o altri uomini.

Cosa fece l'uomo della preistoria? Andò a vivere nelle grotte che gli davano una protezione dagli agenti atmosferici ed erano difendibili contro animali e nemici.

Possiamo dire che la caverna era un'architettura? No perché non è un manufatto e pertanto non subisce da parte dell'uomo modifiche tali da trasformarla rispetto a ciò che era prima. Quando poi la mano dell'uomo comincia a scavare e conformare la caverna allora possiamo dire di essere in presenza di un'architettura, per esempio nei templi rupestri. Ma lasciamo questo caso del tutto particolare.

Allora, non avete caverne a disposizione, ma volete godere di un riparo efficace. Dovete costruire un manufatto, ma poiché sia stabile e usufruibile in ogni momento dovette farlo con materiali robusti a sufficienza, dovete insomma fare un manufatto edilizio. Ma questo manufatto deve essere sempre in quell'unico posto, cioè non può essere una tenda perché essa rientra fra i manufatti trasportabili che si montano alla bisogna. Come una zucca vuota può servire per contenere acqua, o diventare un tamburo o una cetra e può essere portata sempre con sé. Stesso discorso se viaggiate su carri e ci dormite sopra. Il carro serve per spostarsi, per trasportare merci, per dormire e all'occorrenza per difendersi e fare la guerra. Ma non è un manufatto edilizio esattamente come un camper non è una casa. Sulla nave si potrebbe discutere, ma ci porterebbe fuori strada.

Dunque avete dei materiali disponibili nella natura circostante e dovete decidere come trasformarli nella vostra tana.

Funziona come la geometria: qual è la figura piana che si può disegnare con meno righe? Il triangolo, ne bastano tre. La prima soluzione è di mettere due pezzi di legno inclinati reciprocamente fra loro e formare un triangolo con il terreno come terzo lato, poi metterne altri due come minimo, o tanti altri a piacere, e coprire la parte alta con un materiale idoneo: pellame, foglie, rami ecc...

È questa un'architettura? No, perché, seppure sia un manufatto stabile, risolve solo un problema pratico. Avete però costruito un edificio.

Se poi cominciate a chiudere le aperture laterali, lasciando un varco per entrare e uscire e magari a mettere la capanna su un pavimento rialzato per isolarlo dall'acqua e dai piccoli animali, allora piano piano sta prendendo la forma di una casa. È una benedetta architettura? No, perché risolve, in modo via via più complesso, solo dei problemi pratici, ma non esprime altro, né come forma né come senso dell'abitare. È ancora della famiglia degli edifici, come potrebbero esserlo un ponte o un silo per grano.

Ma diciamo che siete tipi che non si accontentano della prima cosa che gli viene in mente. Qual è la seconda figura piana più semplice dopo il triangolo? Il rettangolo per cui bastano quattro righe, in realtà si dovrebbe dire il quadrangolo, ma non credo di saltare un passaggio parlando di rettangoli che sono quadrangoli regolari. Qui le cose si complicano un po' allora facciamo un passo indietro.

In realtà la figura piana per cui occorrono meno linee per essere disegnata è il cerchio, dove ne basta una, ma il cerchio ha delle leggi geometriche molto rigide e delle complicazioni concettuali (il π) e così fra i rettangoli il quadrato che ha i lati tutti uguali.

Il rettangolo invece è l'ideale per affrontare il divenire dell'architettura. Fra l'altro notate che la figura geometrica che segnate sul terreno quando avete costruito la capanna era già prima un rettangolo. E allora che succede? Succede che dopo aver definito un rettangolo a terra volete alzare la capanna, in modo che ci sia più spazio. La cosa più semplice è tirare su quattro pali, ognuno nei vertici del rettangolo. Ma vedete subito che la cosa non funziona: il vostro edificio non è stabile come ve lo aspettereste e rischia, cosa ancora più disdicevole, di cadervi in testa mentre dormite. E poi sopra che ci mettete? Una pelle? Che poi diventerebbe un otre alla prima pioggia. Dei rami da un palo all'altro? E negli spicchi?

Per rendere i pali saldi e verticali potete metterne altri in diagonale incrociati, se non si è troppo sofistici, come si dice in milanese, non è una cosa molto difficile. Ma sopra? Tutto era iniziato per proteggersi dalla pioggia... Fate un po' di prove e capite che dovete prima mettere dei pali orizzontali che uniscano i quattro e sopra i soliti pali che si appoggiano l'un l'altro per fare la vostra capanna. Chiudete i vuoti lungo le pareti lasciando un varco per entrare e uscire e avete costruito una casa.

 


È questa un'architettura? In senso stretto sì! Perché avete immaginato e realizzato un manufatto edilizio che ha lo scopo di aumentare lo spazio interno, dunque avete introdotto il concetto di conformazione dello spazio, sia l'invaso cioè lo spazio interno, sia il volume ossia lo spazio esterno. In senso artistico per definirla tale occorrerebbe vedere come avete fatto il tutto e quali concetti non meramente utilitaristici avete suscitato.

Se coprite la vostra casa con due falde avete conformato un edificio con capriate e tetto a capanna. Se il tetto è piano si dice anche a terrazza, anche se piano è più corretto.

La capriata è formata da due pali (travi) diagonali e uno che li unisce orizzontalmente (trave) a sostituire il terreno, naturale o artificiale che sia.

Tenete presente che nel primo medioevo molto spesso le case erano delle capriate poggiate a terra dunque il primo modello di casa ha avuto lunga vita.


In senso costruttivo definiamo genericamente gli elementi verticali come ritti (pilastro, colonna, muro) e quelli orizzontali o diagonali come travi. (al singolare sono ritto e trave)

Obiezione: ma dove sono io non ci sono alberi ma pietre. Allora al posto dei pali verticali costruirete dei muri in pietra e nella quasi totalità dei casi, a meno non vi sia un motivo particolare, il tetto sarà sempre di capriate o travi orizzontali e relative coperture (pietre, foglie, legno, tegole ecc...). Vi accorgerete che un muro è in sé più stabile di un pilastro, ma è l'unica differenza.

Ancora oggi un tetto a falde, soprattutto se sono due o a 'due a due' viene definito tetto a capanna. Falda è ovviamente la parte inclinata del tetto.

Basta, in ultima analisi è tutto qui, quello che viene dopo è come l'avete fatto e cosa volevate dire.

Se avete capito quello che ho scritto, il resto è tutta discesa, nel senso che comincerete a divertirvi.

Come primo passo va bene così.


R.P.


Posteris memoria mea


Renatus in aeternum