Constatato
più e più volte che quasi nessuno sa qualcosa di architettura, e a
volte se ne vanta pure, e persa ogni speranza che la 'divulgazione'
televisiva ma anche quella per via digitale possano porvi rimedio, mi
è venuta la voglia di fare una serie di post su cos'è
l'architettura e come va compresa. Fino ad ora mi sono rivolto a
persone che in qualche modo avessero o pensassero di averne qualche
cognizione, adesso voglio indagare su come è nata l'architettura
partendo proprio dai bisogni primordiali e avanzando col metodo della
totale improvvisazione, ossia immaginando le domande che un lettore
virtuale e perfetto mi possa porre man mano.
Lo
faccio perché ho sempre notato che spesso gli specialisti, ne sono
esempio preclaro i matematici o i musicisti i quali sono di natura
portati per la materia, diano molte cose come scontate e saltino dei
passaggi. E proprio su questi passaggi saltati si arenano quelli che
non conoscono, ma spesso anche coloro che studiano queste materie.
È
un errore che credo di non aver commesso dacché ho sempre premesso
che mi rivolgevo a persone del settore, ma ho tralasciato coloro i
quali non ne sanno davvero nulla se non nel modo sbagliato che la
divulgazione artistica utilizza. Adopero il termine divulgazione
perché si usa far così ma è una parola che non mi piace: le cose
si spiegano, si studiano si imparano, non si divulgano. Se spiego le
quattro operazioni sto divulgando la matematica? Ovvero ne do una
versione easy per il vulgus? No, sto insegnando le quattro
operazioni.
Fatta
questa introduzione parto.
Vanno
premesse tre definizioni in modo che sia chiaro a cosa ci si
riferisce. I termini sono: manufatto, edilizia ed edificio,
architettura.
Do
le definizioni che traggo, per buona pace di tutti, dal dizionario
online della Treccani.
manufatto
agg. e s. m. [dal lat. manu
factus
«fatto a mano»]. – agg. Che è opera della mano dell’uomo, che
ha subìto cioè una lavorazione o elaborazione da parte dell’uomo,
sia a mano sia anche con l’aiuto di macchine, e di solito con
l’impiego o per trasformazione di materie prime...
edilìzia
s. f. [dall’agg. edilizio].
– Il complesso delle attività che si riferiscono alla costruzione
di edifici d’ogni genere ... alla progettazione e realizzazione
delle singole costruzioni e alle opere di rifinitura...
edifìcio
s. m. [dal lat. aedificium, comp. di aedes «casa»
e tema di facĕre]. – In generale, qualsiasi costruzione
immobile realizzata dall’uomo...
architettura
s. f. [dal lat. architectura].
– L’arte di formare, attraverso mezzi tecnicocostruttivi, spazî
fruibili ai fini dei bisogni umani: edifici, giardini e anche
monumenti (obelischi, colonne onorarie, ecc.), considerati nella loro
funzione spaziale...
Aggiungo
la definizione del dizionario di Google che stavolta ci azzecca
architettura:
elaborazione artistica degli elementi strutturali, funzionali ed
estetici della costruzione.
Dunque
con manufatto intenderemo qualsiasi oggetto non naturale ma
fatto dall'uomo, con edificio una costruzione fatta con i
materiali propri dell'edilizia, intendendo l'edificio in tutte le sue
parti, e con architettura l'arte di conformare edifici e spazi
per le attività umane dal rispetto tecnico, funzionale e formale.
Spero che
questo post lo leggano anche e soprattutto i non conoscitori della
materia.
Inizia
il racconto.
Ora,
immaginate di essere su un prato, in un luogo dove sia possibile
vivere all'aperto. A un certo punto inizia a piovere. Cosa fanno gli
animali in questo caso? Si riparano sotto un albero, in una caverna o
sotto una roccia. Si riparano insomma alla bell'e meglio.
Immaginiamo
che nevichi o prima di voi sotto la roccia si sia accomodato un
leone. Oppure che volete avere quel riparo sempre, ogni volta che ne
avete bisogno, o anche perché si trova in una posizione sicura
rispetto ad animali o altri uomini.
Cosa
fece l'uomo della preistoria? Andò a vivere nelle grotte che gli
davano una protezione dagli agenti atmosferici ed erano difendibili
contro animali e nemici.
Possiamo
dire che la caverna era un'architettura? No perché non è un
manufatto e pertanto non subisce da parte dell'uomo modifiche tali da
trasformarla rispetto a ciò che era prima. Quando poi la mano
dell'uomo comincia a scavare e conformare la caverna allora possiamo
dire di essere in presenza di un'architettura, per esempio nei templi
rupestri. Ma lasciamo questo caso del tutto particolare.
Allora,
non avete caverne a disposizione, ma volete godere di un riparo
efficace. Dovete costruire un manufatto, ma poiché sia stabile e
usufruibile in ogni momento dovette farlo con materiali robusti a
sufficienza, dovete insomma fare un manufatto edilizio. Ma questo
manufatto deve essere sempre in quell'unico posto, cioè non può
essere una tenda perché essa rientra fra i manufatti trasportabili
che si montano alla bisogna. Come una zucca vuota può servire per
contenere acqua, o diventare un tamburo o una cetra e può essere
portata sempre con sé. Stesso discorso se viaggiate su carri e ci
dormite sopra. Il carro serve per spostarsi, per trasportare merci,
per dormire e all'occorrenza per difendersi e fare la guerra. Ma non
è un manufatto edilizio esattamente come un camper non è una casa.
Sulla nave si potrebbe discutere, ma ci porterebbe fuori strada.
Dunque
avete dei materiali disponibili nella natura circostante e dovete
decidere come trasformarli nella vostra tana.
Funziona
come la geometria: qual è la figura piana che si può disegnare con
meno righe? Il triangolo, ne bastano tre. La prima soluzione è di
mettere due pezzi di legno inclinati reciprocamente fra loro e
formare un triangolo con il terreno come terzo lato, poi metterne
altri due come minimo, o tanti altri a piacere, e coprire la parte
alta con un materiale idoneo: pellame, foglie, rami ecc...
È
questa un'architettura? No, perché, seppure sia un manufatto
stabile, risolve solo un problema pratico. Avete però costruito un
edificio.
Se
poi cominciate a chiudere le aperture laterali, lasciando un varco
per entrare e uscire e magari a mettere la capanna su un pavimento
rialzato per isolarlo dall'acqua e dai piccoli animali, allora piano
piano sta prendendo la forma di una casa. È una benedetta
architettura? No, perché risolve, in modo via via più complesso,
solo dei problemi pratici, ma non esprime altro, né come forma né
come senso dell'abitare. È
ancora della famiglia degli edifici, come potrebbero esserlo un ponte
o un silo per grano.
Ma
diciamo che siete tipi che non si accontentano della prima cosa che
gli viene in mente. Qual è la seconda figura piana più semplice
dopo il triangolo? Il rettangolo per cui bastano quattro righe, in
realtà si dovrebbe dire il quadrangolo, ma non credo di saltare un
passaggio parlando di rettangoli che sono quadrangoli regolari. Qui
le cose si complicano un po' allora facciamo un passo indietro.
In
realtà la figura piana per cui occorrono meno linee per essere
disegnata è il cerchio, dove ne basta una, ma il cerchio ha delle
leggi geometriche molto rigide e delle complicazioni concettuali (il
π)
e così fra i rettangoli il quadrato che ha i lati tutti uguali.
Il
rettangolo invece è l'ideale per affrontare il divenire
dell'architettura. Fra l'altro notate che la figura geometrica che
segnate sul terreno quando avete costruito la capanna era già prima
un rettangolo. E allora che succede? Succede che dopo aver definito
un rettangolo a terra volete alzare la capanna, in modo che ci sia
più spazio. La cosa più semplice è tirare su quattro pali, ognuno
nei vertici del rettangolo. Ma vedete subito che la cosa non
funziona: il vostro edificio non è stabile come ve lo aspettereste e
rischia, cosa ancora più disdicevole, di cadervi in testa mentre
dormite. E poi sopra che ci mettete? Una pelle? Che poi diventerebbe
un otre alla prima pioggia. Dei rami da un palo all'altro? E negli
spicchi?
Per
rendere i pali saldi e verticali potete metterne altri in diagonale
incrociati, se non si è troppo sofistici, come si dice in milanese,
non è una cosa molto difficile. Ma sopra? Tutto era iniziato per
proteggersi dalla pioggia... Fate un po' di prove e capite che dovete
prima mettere dei pali orizzontali che uniscano i quattro e sopra i
soliti pali che si appoggiano l'un l'altro per fare la vostra
capanna. Chiudete i vuoti lungo le pareti lasciando un varco per
entrare e uscire e avete costruito una casa.
È
questa un'architettura? In senso stretto sì! Perché avete
immaginato e realizzato un manufatto edilizio che ha lo scopo di
aumentare lo spazio interno, dunque avete introdotto il concetto di
conformazione dello spazio, sia l'invaso cioè lo spazio interno, sia
il volume ossia lo spazio esterno. In senso artistico per definirla
tale occorrerebbe vedere come avete fatto il tutto e quali concetti
non meramente utilitaristici avete suscitato.
Se
coprite la vostra casa con due falde avete conformato un edificio con
capriate e tetto a capanna. Se il tetto è piano si dice anche a
terrazza, anche se piano è più corretto.
La
capriata è formata da due pali (travi) diagonali e uno che li unisce
orizzontalmente (trave) a sostituire il terreno, naturale o
artificiale che sia.
Tenete
presente che nel primo medioevo molto spesso le case erano delle
capriate poggiate a terra dunque il primo modello di casa ha avuto
lunga vita.
In
senso costruttivo definiamo genericamente gli elementi verticali come
ritti (pilastro,
colonna, muro) e quelli orizzontali o diagonali come
travi. (al
singolare sono ritto e trave)
Obiezione:
ma dove sono io non ci sono alberi ma pietre. Allora al posto dei
pali verticali costruirete dei muri in pietra e nella quasi totalità
dei casi, a meno non vi sia un motivo particolare, il tetto sarà
sempre di capriate o travi orizzontali e relative coperture (pietre,
foglie, legno, tegole ecc...). Vi accorgerete che un muro è in sé
più stabile di un pilastro, ma è l'unica differenza.
Ancora
oggi un tetto a falde, soprattutto se sono due o a 'due a due' viene
definito tetto a capanna. Falda è ovviamente la parte inclinata del
tetto.
Basta,
in ultima analisi è tutto qui, quello che viene dopo è come l'avete
fatto e cosa volevate dire.
Se
avete capito quello che ho scritto, il resto è tutta discesa, nel
senso che comincerete a divertirvi.
Come
primo passo va bene così.
R.P.
Posteris
memoria mea
Renatus
in aeternum