Segnatevelo
sul calendario: oggi in questo blog di poesia si parla di poesia.
Ho
cercato di capire quando leggendo una composizione sento d'essere in
presenza della poesia.
Non
vuol essere una definizione di poesia in senso filosofico, ogni
definizione fuor che sentimentale non mi convincerebbe.
Se
volete è una specie di confessione su quali aspetti estetici hanno
su di me maggior presa e mi fanno sentire dentro la sensazione di
poesia. Per me la poesia non ha molto di razionalizzabile se non in
senso meramente discorsivo, cioè descrittivo.
Lorenzo Lippi - L'Allegoria |
Indipendentemente
se l'autore mi piace in modo particolare, ci sono due momenti nei
quali provo la sensazione di poesia. Due momenti magici come si suol
dire, ma un po' in fondo è vero. O meglio, due sono le
caratteristiche di una composizione poetica che me la fa dapprima
notare e poi amare. Oltre a essere scritta secondo una metrica, cioè
con una misura, come ho già avuto modo di dire.
Il
primo momento è quando sento la scioltezza, la musicalità del
verso, ne basta uno, o della composizione o di una sua parte.
Percepisco il fluire senza fatica dei versi i quali anzi suggeriscono
un ritmo avvincente.
Può
essere anche l'opposto, o sia la scabrosità di un periodo, ma di
solito questa connotazione da sola non basta.
Il
secondo momento è quando affiora un'immagine di forte evocazione,
visiva o sentimentale, emotiva. A volte anche l'accostamento di
parole, una formula verbale che colpisce come un'immagine non
oggettiva, tuttavia secondo lo stesso procedimento di assimilazione.
Insomma quei versi cosiddetti da 'pelle d'oca'.
Credo
di poter affermare che se in una composizione mancano uno di questi
due momenti, io non possa affermare di sentire la presenza della
poesia.
Molti
ritengono invece che il valore della poesia sia soprattutto
argomentativo, cioè di cosa parli la composizione, quali argomenti
appunto: se storici, politici, riflessioni, analisi ecc...
Come
sapete, se mi seguite, io non sono fra questi. Per la semplice
ragione che un argomento può essere affrontato con maggior efficacia
con la prosa. Del resto narrativa o saggistica non hanno meno dignità
o espressività della poesia. Hanno per loro stessa natura meno
sintesi e ciò le rende più idonee ad argomentare e riflettere o
comunicare qualcosa di razionale.
La
sintesi poetica sta nel dire in una breve glossa tutto l'argomento,
senza analizzarlo.
Lavorare
sul linguaggio, elaborandolo, elucubrando, è un po' come farci
l'anatomia, dissezionarlo alla ricerca del proiettile o del tessuto
malato accanto a quello sano.
Il
linguaggio è cosa viva e sana, s'ammala solo grammaticalmente e
lessicalmente, ma non ha un corpo.
Questi
due mi sembrano, anzi sono per me le connotazioni del sentire la
poesia in una composizione.
C'è
poi un altro aspetto molto dibattuto per valutare una composizione
poetica: l'originalità. Fiero argomento!
È
forte la tentazione di cavarmela dicendo la verità, ovvero sia che
dopo Omero chi pensa d'essere originale è un pio illuso.
Ho
letto da poco dei canti d'amore e morte della poesia sumera,
probabilmente i testi più antichi di carattere poetico (quelli
sumeri anche non poetico per la verità...). Ebbene alcune locuzioni,
alcune forme si ritrovano ancora, millenni dopo nei salmi biblici o
nel Cantico dei Cantici. E nella letteratura mesopotamica.
E
se non vi basta Omero, dopo i lirici greci cosa c'è ancora da
inventare?
Penso
che l'originalità la dobbiamo ricercare nella sincerità con la
quale ci accostiamo, ognuno con le sue capacità, alla poesia. Non si
può inventare più nulla che non sia insincero e artefatto sul corpo
del linguaggio che però, nel frattempo, ormai è morto, sul tavolo
freddo dell'anatomopatologia.
Questo
vale per tutta l'arte ma voglio parlare solo di poesia, una volta
tanto.
Vi
propongo, per concludere, una riflessione sull'originalità in
poesia.
Credo
che la poesia non sia originale perché non l'ha mai scritta nessuno
in un certo modo, pia illusione (pia ma molto presuntuosa invero).
Tutto
è già stato scritto e detto, noi possiamo solo scrivere di ciò che
ci sta a cuore e con sincerità, al meglio delle nostre possibilità
e questa intenzione sarà la nostra poetica.
La
poesia è originale per il significato etimologico di questa parola.
Se la poesia è all'origine di emozioni, immagini mentali,
riflessioni, sentimenti, in una parola di sensazioni allora è
autenticamente “originale”. Dà origine a quello che la prosa
esplicherebbe con tutto il tempo e lo spazio che necessitano. La
poesia lo fa esplodere, apparire, adombrarsi o svelarsi in pochi
versi.
Originale
dunque come luogo d'inizio non come mai visto prima.
Adya Devi |
Mi
sembra una riflessione interessante e “originale”. O no?