Oggi
è il giorno del mio cinquantasettesimo compleanno e, siccome so che
non ve ne frega niente, vi parlerò di qualcosa di cui ve ne fotte
ancora meno, ma che per me invece sta fra le cose importanti della
vita.
Ma
prima lasciate che mi faccia gli auguri questa bellissima ragazza del
mio secolo. Dall'acconciatura pare una popolana e dal décolleté, in
cui compare un bocciol di rosa, potrebbe essere una balia.
Vi
ho messo un video di Elina Garanča nel ruolo di Sesto ne “La
clemenza di Tito” di Wolfgang Amadè Mozart.
Nel
video ho scritto 'recitativo accompagnato', in realtà nello
spartito, dalla frase che dovete notare: “Deh conservate, o Dei, a
Roma il suo splendor”, parte il quintetto con coro che termina il
primo atto. Ma prima che cominci il coro è come se continuasse il
recitativo accompagnato. La consuetudine voleva che alla fine degli
atti le arie si susseguissero legate da recitativi accompagnati in
cui, come dice Da Ponte “si canta tutto”.
Dovete
notare l'incipit del quintetto per la potenza del suo ingresso, in
cui la voce deve dominare sull'orchestra e lo sforzo della cantante
passa per le gambe, i glutei, la schiena, gli addominali e non solo
per la voce. In più ci deve essere l'autorevolezza dello stare in
palcoscenico, l'allure, per non invalidare l'effetto poderoso della
scena. O sia ci deve essere da parte dell'interprete quello che, con
un po' di retorica, il padre di Wolferl, Leopold Mozart, chiamava 'il
possesso del teatro'.
È
un po', per farvi capire, un “amami Alfredo!” un momento dove
bisogna mostrare subitaneamente tutta la propria presenza scenica (mi
viene un 'uscire i coglioni' perché non riesco a parlare seriamente
con tono ridondante). E poi fra il libretto di Traviata e quello di
Metastasio non può non scappare un po' da ridere.
Ma
non importa tanto quello che Sesto dice ma il momento.
La
scena finale del primo atto porta il dramma a una svolta: Sesto si
aggira per il Campidoglio per uccidere, istigato dall'amore per
Vitellia, l'Imperatore Tito, nel frattempo scoppia un tumulto e un
incendio avvolge il luogo più sacro dell'Urbe. In quel momento di
tregenda comincia il grido di Sesto, che rimane isolato per l'arrivo
di Annio con cui inizia un dialogo, e dunque è un enorme recitativo
accompagnato, solenne, maestoso.
Ne
ho già parlato una volta dei casi in cui il recitativo accompagnato
può essere più bello dell'aria, quando citai l'aria di donna Elvira
“Mi tradì quell'alma ingrata”, il cui recitativo inizia con “
Misera Elvira... ”, nel “Don Giovanni” di Mozart. Ce ne sono
tanti in giro per l'opera lirica, in Haendel un mucchio per esempio,
dove si apprezzano delle finezze espressive, delle dolcezze o
amarezze estreme, dove l'arte del compositore si svela in un accordo
di cembalo o in in poche note di violoncello.
Eccovi
il video. Vedetelo e rivedetelo, dura solo tre ore e mezza. Scherzo:
1' 56”. La Garanča oltre che
brava e con il 'possesso del teatro' è anche molto bella.
E
vi metto anche lo spartito, così imparate a fregarvene dei miei
video.
Il
dì di San Giuseppe dixi.