Lucio Fontana - quadro scognomato... |
Sento
che è necessaria qualche precisazione al post antiborghese 'Mi sto
rompendo il cazzo'.
Chi
è la borghesia? Una classe sociale o economica? No, è eminentemente
una classe culturale. Il borghese può essere ricco o povero, ma
rimane tale.
L'essere
borghese è una categoria dell'intelletto, della morale.
Il
borghese è colui che, anche suo malgrado, rimane un ben pensante, un
conformista, alla ricerca di una forma a cui conformarsi. Che ha i
suoi codici di comunicazione ben protetti da una password di
fratellanza nel privilegio.
A
esempio, sulla bellezza di una donna e sulla sua sensualità potete
dire anche cose molto esplicite, ma non potrete mai usare delle
frasi, che magari sono veritiere, ma lasciano adito a critiche di
forma in un contesto borghese nel quale la forma è l'essenza
dell'appartenenza e la regola necessaria e sufficiente per essere
accettato e per svolgere quello che si ritiene il proprio dovere
sociale. E non mi sto, evidentemente, riferendo alla malagrazia verso
una donna che conoscete, non parlo di educazione. Non potreste mai
associare la bellezza femminile a qualcosa di dichiaratamente
sessuale, cadreste immediatamente nel reato del politicamente
scorretto. Il borghese, come l'arabo s'offende per tribù, s'offende
per categorie. Quello che riferite a un caso diventa subito
conseguente per l'intero insieme, in questo caso le donne.
Potrebbe
capitarvi d'associare la bellezza fisica di una donna con qualche
frase gergale: mal ve n'incolga! Maschilisti! Dovete dire : o amore,
amo la profonda espressione fisica della tua sessualità! Nel
rispetto del tuo ruolo di madre, moglie o, che non ci senta nessuno,
amante (purché sostenuta da precise ragioni, riconoscibili, della
cultura accettata, meglio se con qualche venatura letteraria o
ideologica).
Ho
usato il sesso perché, il borghese essendo una variante del bigotto,
del credente degenerato, del benpensante educato e colto, lo trova
particolarmente argomento sensibile. Da come si parla di sesso, dalla
reazione a una battuta si può capire molto di un individuo e della
situazione politica di una società. Nessuno vi ha mai detto, se
usate delle parolacce quando parlate, che siete volgare? Avete capito
cosa intendo?
Vi
ricordate che nel post 'Mi sto rompendo il cazzo' ho messo un quadro
di Jackson Pollock? Ebbene Pollock fu accusato dalle femministe (non
c'è quasi nulla di più borghese del femminismo) di voler umiliare
la donna con la sua pittura perché il colore che colava sulla tela
messa in orizzontale era metafora del pene che sporcava la donna col
suo sperma. È demenza, concordo, ma di queste cose si parlava,
ricordate?
E
immediatamente, per reazione simpatetica con il perbenismo, anche il
borghese si sente in accordo con le prese di posizione che ne
dimostrano la sua corretta adeguatezza di fondo.
In
una società borghese c'è chi può dire certe cose e chi no, in
tutti i campi e in tutti gli argomenti: al comico per esempio è
concesso dire, in tema di sesso, quello che tutti gli altri stanno
pensando, lui può perché è il buffone di corte e poi è chiaro che
scherza e non la pensa così: è liberatorio come la confessione e
l'assoluzione. Ed è così altrettanto per tutti gli argomenti
discutibili. È importante che ciascuno abbia il suo ruolo e non esca
dai vincoli che il privilegio di casta gli concede per quel ruolo.
Agli altri basti dire in modo accettabile dalla sensibilità di
chiunque, cioè della maggioranza e non d'ognuno. Che non sia lesivo
della dignità del popolo, della donna, dei poveri, dei ricchi, dei
potenti, di chi non conta un cazzo, bla bla bla... nel modo più
schifosamente per bene sia possibile.
Le
belle affermazioni, meglio se universalistiche e apodittiche,
tacitano il senso di colpa che il borghese si porta dietro, gli danno
il senso di far la cosa giusta, soprattutto se la fa la maggioranza
che sia silenziosa o impegnata comunque perbene. La pace, il
razzismo, la solidarietà... avete capito.
Naturalmente
il borghese dice di non amare i soldi ma vive per quello, pochi o
tanti che siano. La vostra libertà finisce dove inizia il suo
interesse. È quello che è vostro amico quando e solo fin che gli
servite, che si nega se siete voi che lo cercate. Che ha sempre mille
cose importanti da fare, mentre le vostre cose non lo sono. E altre
mille esperienze di vita che potete comprendere e ricordare senza
sforzo. E senza che io la faccia troppo lunga con tanti esempi.
Politicamente
la borghesia si spaccia da sempre, ché non vi è altra strada, come
classe di progresso. E come tale è riconosciuta anche da Marx,
peraltro borghese anch'esso: di famiglia rabbinica.
In
realtà essa è l'antidoto di ogni rivoluzione, termine qui inteso in
senso lato come rivolgimento: è la classe che premette che ogni
cambiamento avvenga affinché nulla muti, e perdonatemi la banale
citazione del Gattopardo.
Perché
dico che l'aristocrazia è meglio della borghesia? In realtà non vi
è molta differenza, solo che l'aristocrazia può non fare una mazza,
tanto chi gli s'incula? La borghesia invece deve darsi da fare, deve
dimostrare d'essere diversa dagli uni e uguale agli altri, popolo e
aristocrazia, a seconda dei casi. In questo s'invera la sua necessità
storica.
Ogni
tanto, troppo poco spesso, succede che il resto del popolo si faccia
una sua vendetta, piccola, limitata, molte volte esagerata, su questa
classe infima che occupa tutti i ruoli lasciati scoperti dal potere,
ed è per questo che gli si permette d'esistere. È una classe
connivente, subdola, complice e correa dell'aristocrazia la quale
delira sul primato divino della sua primazia. Insomma, qualche volta
succede che i lacchè del potere restino impaniati nelle pieghe della
storia, quando, viceversa, sono stati inventati per passare indenni a
ogni burrasca sociale. Allora gli uni si lamentano dei nobili e gli
altri li accusano d'essersi allargati dai loro ruoli.
Credo
non ci sia bisogno d'aggiungere nulla al fatto che la borghesia sia
il veicolo indicato dai potenti come via per il cambiamento, che è
sempre nelle cose della storia, non è creato dal popolo ma è
sostenuto dai potenti per eseguire i cambi che sono già inevitabili
e prevedibili, direi inevitabili. Allora c'è necessità, per il
popolo beota, quasi teneramente coglione, di una classe che compia
questi cambiamenti in modo che siano sotto controllo. Così è nata
la borghesia.
Etimologicamente
borghese era chi viveva nel borgo, o sia non il nobile del castello e
non il servo della gleba. È fin dalle origini un pezzo importante
della macchina del potere e del controllo: contento e cliente di chi
lo comanda e superiore al volgo pecorino e pecorone perché formato
ad arte per il compito di snaturarsi come essere umano dotato di
dignità. Dal borghese nasce il cortigiano che convive magicamente
con i potenti senza mai abbandonare del tutto la sua vile origine.
Vile origine che in realtà sfrutta per il proprio interesse
materiale, egoistico e immediato.
Perciò
dico che quando, qualora, accada una vendetta di popolo, essa è solo
benedetta in quanto non prevista e fuori dell'osmosi
aristocrazia-borghesia che ce lo mette nel culo in ogni casualità
della storia. Potrà forse essere ingiusta, ma qual è la giustizia
in un sistema del genere? E poi, s'invoca la ragion di stato per le
nefandezze dell'aristocrazia, l'interesse per quelli della borghesia:
e per quelle del popolo valga almeno la comprensione.
Poi
c'è chi usa il popolo per commettere le sue iniquità. Ma il popolo
chi è? La massa di idioti che si fanno fregare da chiunque. Molto
spesso esseri involutivi e specchio delle peggiori cose immaginabili,
esseri fascinati dalle apparenze più abiette e risibili, dipendenti
da valori francamente imbarazzanti per chi abbia una dignità.
Crogiolantesi nella loro ignoranza come maiali d'allevamento,
meschini, turpi come e peggio di un borghese. Convinti che la cultura
sia loro nemica, per antonomasia, e dunque supini e disposti a ogni
perversione borghese e aristocratica, che scambiano come propria o
come concessione. Così come i borghesi si spompinano la cultura come
la loro puttana preferita.
In
fondo la tripartizione aristocrazia, o potenti, borghesia e popolo
andrebbe rifiutata se si cerca una vera via evolutiva dell'uomo.
Anche la ipotizzata classe operaia non era altro che la borghesia
dell'aristocrazia del partito. Essa infatti non doveva esprimere
propri concetti, ma riferire e ripetere le idee che il partito
elaborava, esattamente come la borghesia storica e capitalistica nei
confronti del potere.
Mi
rendo conto che con questo post mi sto rovinando, se può essere
ancora di più possibile. Ma già mi mettono al bando: cosa può
accadermi di più prima che non mi procuri un kalashnikov e lasci un
po' di lezzi cadaveri sulla mia via?
La
correttezza democratica borghese e la morale borghese non lasciano
spazio ad altro. E non mira se non all'estinzione della mia razza.
Cosa perdo al fine? La vita? La vita di merda che loro hanno
immaginato per me nel loro mondo di merda? Sono già destinato
all'estinzione. Occorrerà solo pensare per quale giusta causa sono
stato eliminato dal mondo (prima del previsto intendo) ma è un
dettaglio. Potrei fornirvi un mucchio di ragioni attuali per cui sono
stato sottomesso al progresso: non riconoscevo l'utilità della
dittatura europeista, non riconoscevo l'importanza che i migranti
avevano nel futuro dell'esistenza dell'Europa senza gli europei, non
capivo la profondità della religione islamica nell'identità della
cultura europea, non capivo quel cazzo che si stavano inventando sul
momento per fregarvi, giustificare i loro misfatti e per difendere il
loro meschino e infantile privilegio.
Non
capivo che il modello di vita e comportamento giusto fosse quello
della borghesia...
Non
so se mi 'ho'
spiegato...
Non voglio ucciderli a
vista, non voglio uccidere nessuno, se nessuno pensa di uccidermi. Mi
rifugio nella poesia, nell'arte, nella tenerezza, nella bellezza...
Ma non cagatemi il cazzo!
Se qualcuno mostrerà di
ribellarsi alla vita di merda che voi, borghesi di merda, volete
destinarci, mi avrà al suo fianco, purché poi si faccia giustiziare
come borghese di merda, perché allora si sarà dimostrato almeno
coerente. Sul fatto che i borghesi non si dimostrino come sempre la
classe infima della storia attendo sorprendenti smentite.
Poiché però mi sono già
rotto il cazzo di analizzare la composizione e la lotta di classe
della società, altro sistema per tenerci buoni e impegnati a fare
cose edificanti mentre loro alacremente lavorano ai propri fini,
poiché mi sono rotto il cazzo dicevo, seguiranno alcuni post sulla
composizione architettonica che potranno essere utili anche per i
poeti, se a questi interessa comporre e non accozzare parole. Visto
che pare che delle mie poesie non fotta un cazzo quasi a nessuno
parlerò di quello di cui nessuno vi ha mai parlato.
Prima di morire voglio
lasciare quel poco che so, che sembrerà molto poco a voi piccoli
brutti anatroccoli miei, 'a gratis' a chi capirà il mio testamento.
In realtà non un anatroccolo ma un falco o un condor capirà davvero
cosa intendo e cosa gli dono.
Io
scrivo per lui o lei e per nessun altro. Se ha capito cosa voglio
dire...
A chi non capirà, per
rifiuto d'ignoranza o per conformismo borghese, vada il mio più
cordiale senso di pena.