martedì 11 aprile 2017

Dall'Ade

Ho ricevuto posta dal regno dei morti.
Il Politecnico di Milano mi ha inviato una copia della rivista dei cosiddetti Alumni della stessa università.
Ohibò, e in questi trent'anni (mi sono laureato nel 1987) dov'erano? Perché adesso si propongono? La proclamazione la fece il preside, professor Cesare Stevan, ma la laurea me la mandarono per posta, in un plico qualunque. Altro che corona d'alloro e nastri neri, come toccherebbe a noi e agli ingegneri.
E ora invece, facendo leva proprio sulla nostalgia, ti parlano di appartenenza all'accademia e balle varie.
Dov'erano in questi anni nei quali ho cercato di illustrare l'orgoglio d'essermi laureato al Politecnico di Milano?
Anzi, alla Facoltà di Architettura. Ora mi vengono a cianciare di aula quarta... o aula terza per chi sa cosa intendo. Nostalgia...
Ah, però siamo in aprile, e a maggio si può decidere di lasciare l’otto per mille nella dichiarazione dei redditi. Dunque vogliono soldi, addirittura chiedono di adottare uno studente per una borsa di studio. Oggi le borse di studio sono finanziate dai privati... E Porcoddio!
E le vorrebbero da me che campo coi risparmi miei e dei miei, finché ci saranno, poi Buuumm!
E me lo chiedono come se fossi ricco e realizzato. Ridicoli... piddini del cazzo!
E il nuovo preside che mi dice, senza neanche la pietosa finzione di rivolgersi a te intestando il destinatario, che sarebbe lieto di conoscermi personalmente: coglione, àugurati di non vedermi mai!
L'Architettura è morta, lo volete capire? E voi siete morti con essa.
Dobbiamo prima sistemare un po' di cose più generali e poi forse sperare che l'Architettura risorga come Osiride, o come coso... lì... quello con la barba...
Ah, andate a fare in culo...

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