mercoledì 15 agosto 2018

Feria d'agosto

Propongo alcune favole di Esopo per ricrearci in questi giorni estivi, a cui ho cambiato il titolo e aggiunto delle immagini per farci su la morale.

Prendo il testo da: Esopo, “Favole”, trad. Elena Ceva Valla, 1° edizione Classici BUR deluxe, novembre 2016.

L'arte è sempre la celebrazione di un potere

Una volta un leone e un uomo camminavano insieme e, discorrendo, ciascuno dei due menava gran vanto di sé. Ed ecco, sulla strada, una stele di pietra dove era rappresentato un uomo che strozzava un leone. L'uomo, additandola al suo compagno : “ Vedi – disse- quanto siamo più forti di voi! ”. Ma l'altro sorridendo: “ Eh, se i leoni fossero capaci di scolpire quanti ne vedresti di uomini sotto una zampa di leone! ”.

La conquista dello spazio

Un astronomo aveva l'abitudine di uscire tutte le sere per studiare le stelle. Una notte che s'aggirava nel suburbio con la mente tutta rivolta al cielo, cascò senza avvedersene in un pozzo. Mentre egli si lamentava e gridava, un passante udì i suoi gemiti e gli si avvicinò. Saputo il caso gli disse “ Caro mio, tu cerchi di sapere quello che c'è nel cielo, e intanto non vedi quello che c'è sulla terra ”.

Il ' piagnina '

Mentre i buoi trascinavano un carro, l'asse strideva. Allora quelli, voltandosi indietro, gli dissero: “ Ohi amico! Il carico lo portiamo tutto noi e quel che si lamenta sei tu? ”.

Tempi moderni

Una vedova tutta lavoro aveva delle servette che svegliava d'abitudine al canto del gallo perché attendessero alle loro faccende. Quelle, stanche delle continue fatiche, considerando responsabile dei loro mali il gallo, che svegliava di notte la padrona, pensarono che conveniva tirargli il collo. Ma quando l'ebbero fatto, capitò loro di peggio perché la padrona, non sapendo più l'ora della levata dei galli, prese a svegliarle a notte più fonda per farle lavorare.

La cacciata dall'Eden

Quando Zeus ebbe creato l'uomo e la donna, ordinò a Ermes che li conducesse sopra la Terra e mostrasse loro come potevano procacciarsi il vitto scavandone il suolo. L'ordine fu eseguito. Ma la Terra, a tutta prima, non voleva saperne. E quando poi Ermes la costrinse all'obbedienza spiegando che si trattava di un ordine di Zeus: “ E allora scavino pure quanto vogliono – dichiarò – ma me la pagheranno con sospiri e lacrime ”.

Cromosoma XX e cromosoma XY

Una bella mula rimpinzata di biada si mise a scalpitare dichiarando ad alta voce a sé stessa: “ Cavallo dal rapido piede fu mio padre, e io son tutta lui! ”. Ma un giorno si presentò la necessità di correre e la mula dovette farlo davvero. Quando ebbe finito la corsa si sentì triste e le venne in mente, all'improvviso, che suo padre era un asino.

Er Libberismo

C'era un uomo che aveva un asino e un cavallo. Un giorno che stavano viaggiando per la strada l'asino si rivolse al cavallo: “Prendi un po' del mio carico se non vuoi vedermi morto ” ma l'altro non volle saperne. E l'asino stramazzò e morì, sfinito dagli stenti. Allora il padrone passò sul dorso del cavallo tutto il carico e in più la pelle dell'asino e il cavallo, piangendo, esclamava: “ Ahimè disgraziato! Che cosa m'è mai successa, povero infelice! Per aver rifiutato un pochino di quel peso, eccomi costretto a portarlo tutto, e in più anche la pelle ”.

Il lupo abiterà con l'agnello... ”

Una volta fu eletto re un leone che non era né collerico né crudele né violento, ma mite e giusto come un uomo. Sotto il suo regno fu convocata l'assemblea plenaria degli animali, perché ognuno desse e ricevesse scambievolmente soddisfazione dei suoi torti: il lupo con la pecora, la pantera col capriolo, la tigre col cervo, il cane con la lepre. Fu allora che il povero leprotto disse: “ Quanto ho sospirato di vederlo spuntare questo giorno, in cui i deboli avrebbero fatto paura ai forti! ”.

Sii bella e taci! ”

Una lampada ubriaca d'olio splendeva, vantandosi d'essere più luminosa del sole. Si udì fischiare un soffio di vento, ed ecco che la lampada fu spenta. Qualcuno la riaccese e le disse: “ Brilla, o lampada, e taci. La luce degli astri non si eclissa mai ”.

 " berran rugiada e mangeran speranza "

Sentendo cantare le cicale, un asino, pieno d'invidia per quella voce melodiosa, chiese loro che cosa mangiavano per poter emettere tali suoni. “ Rugiada! ” risposero quelle, e l'asino, aspettando che scendesse la rugiada, morì di fame.

Demografia

Una colomba allevata in una piccionaia si faceva gran vanto della sua fecondità. La cornacchia, dopo che ebbe ascoltato le sue chiacchiere, le disse: “ Smettila di vantarti di questo, cara mia. Quanti più figli metti al mondo, tanti più schiavi avrai da piangere ”.

I figli nella bambagia

Dicono che le scimmie mettono al mondo due figli alla volta; uno lo amano e lo allevano con ogni cura, l'altro lo odiano e lo trascurano. Ma succede poi, per un fatale destino, che la madre, a forza di abbracciare con appassionata violenza il prediletto, lo soffoca, mentre il fratello trascurato diventa adulto.

Poesia

Un amaranto cresciuto vicino a una rosa le disse: “ Che splendido fiore sei tu! Ti desiderano gli Dei e gli uomini, e io ti invidio per la tua bellezza e il tuo profumo ”.
O amaranto – gli rispose la rosa – io non vivo che pochi giorni, e anche se nessuno mi recide, appassisco; ma tu tu fiorisci e vivi sempre così, in perenne giovinezza ”.

E aggiungo qui un mio stornello:

Ah, ho dimenticato un madrigale,
forse è perché non so più contare,
o forse era un destino fatale,
per questo esitante mio pennello,
di riparare con uno stornello:

Fior d’amaranto
la vita corre dove soffia il vento
e alla fine resta solo il rimpianto.

Per finire la festa metto una storiella che ho sentito qualche anno fa, non è di Esopo, ma potrebbe.

L'asino e il maiale

Un maiale, avvoltolato nel brago, oziava tutto il giorno e si ingozzava di tutto quello che gli gettavano da mangiare. Vedeva davanti a sé passare, più volte al giorno, un asino stracarico di legno, sacchi, botti e ogni cosa. Avanti e indietro, avanti e indietro. Ogni volta che passava, il maiale lo prendeva in giro “ Ah, che brutta vita che fai! Sempre a lavorare e faticare, disgraziato... guarda me invece: mangio e non faccio niente tutto il giorno ”. Una volta e due e tre, sempre la solita storia ogni giorno. Finché, un giorno, stufo, l'asino si girò e gli chiese “ Te non sei quello dell'anno scorso, vero? ”.