La
quarta raccolta di poesie che composi è “ Osservazioni
astronomiche e altre notazioni naturalistiche ”. Essa comprende
alcuni schemi già visti, proposti con delle varianti per provare una
contaminazione fra metriche differenti. Non tornerò sugli schemi di
cui ho già parlato nei post precedenti, ma dirò sulle variazioni.
Ho
scelto questi esempi fra gli esametri.
Il
primo è un caso di esametro composto di dattili, quindi di
alternanza di endecasillabi e settenari, in cui i primi due versi
consonano e tutti i terzi di ogni piede. Lo spondeo finale è in
rima.
Il
senso della poesia è lo stendersi della notte, l'unirsi di due
umidità in un abbraccio così stretto come quello di due amanti.
La
notte si è adornata da sposa
con
la veste nebbiosa
per
unirsi alla terra.
Scende
con il suo vapore freddo,
col
respiro candido
e
il viso di cera,
si
avvolge in spire voluttuose, in sogni,
disuguali
per ogni
fanale
della sera.
Bagna
del suo bacio passionale
la
terra che attende immortale
l’umore
di quell’ora.
Avvolge
in una ragnatela,
in
un’infinita vela
di
luce riflettente,
chiudendosi
in sé, vera totalmente,
come
se di altro non ci fosse niente.
(schema:
Aax Bbx Ccx Ddx Eey YY)
In
questo esempio vi è l'aggiunta di un settenario allo spondeo che
suona come un'eco dei versi precedenti. È la prima variante che si
può fare sullo schema del l'esametro rendendolo, in questo caso, più
libero nello svolgersi discorsivo.
Il
fuoco è simbolo di evoluzione, il mio unico credo. L'atto sacrale
dell'accensione di un fuoco porta alla composizione di questo inno
fatto di immagini allegoriche fino agli ultimi versi che sono anche
liberi completamente da quelli precedenti.
Sorgi
fuoco, ora che ti ho acceso,
come
un’invocazione all’infinito
e
stendardo di luce.
Come
una lancia in un cuore inviso
o
frecce d’amore in un cuore amato,
vai
e cogli nel segno.
Rischiara
la notte, copri le stelle,
solo
la luna regge il tuo confronto
di
clamore e bellezza.
Benefici
dèmoni, le faville
son
liberte, a salvare sulla terra
come
fan gli astri in cielo.
Fra
giorno e vespro e notte e aurora
le
fiamme si abbracciano
come
amanti sfiniti.
Fissando
la tua fiamma infinita
sorgi
come mente, illumina la vita
con
una nuova idea.
(schema:
ABc ABd EBe EFg FHi LLm)
Fra
i canti saffici propongo queste poesie che sono un po' le principali
variazioni sullo schema del canto o ode saffica. Nella prima le
terzine sono ageminate mentre i quinari sono sciolti, quindi è
esaltata l'appartenenza del verso breve alla sua terzina.
È
una visione notturna, lunare in cui compaiono, sotto forma di nuvole,
ninfe e sacerdotesse, o le ragazze di Saffo, a portare un profumo
d'incantesimo. Una delle mie composizioni meglio riuscite.
Perché,
ragazze dagli occhi di mare,
vi
affollate intorno alla luna?
Come
ninfe che corrono a un altare
di
pura luce,
e
a spirale fluiscono a una a una
nel
grande specchio celeste, di viole
festose
e timidette. E terra bruna
e
odore d’erba.
Voi,
con la vostra bellezza irreale,
fatta
di profumo dolce e vapore,
offuscate
alla nostra vista reale
l’astro
notturno,
che
compare a tratti e a tratti scompare,
tra
le vostre ecatee chiome canute,
nel
suo aspetto incitatore
splendente
e piena.
(schema:
ABAx BCBx CDCx DEDx)
In
quest'altra le terzine contengono un distico consonante al centro e
il quinario va a dettare la sillaba del primo verso successivo. Ne
consegue un ritmo a due a due che rende discorsiva la composizione.
Necessita di cambiare le sillabe per non muoversi a salti. Contempla
la bellezza esotica e quel fascino turbante, incline
all'autodistruzione, che Pasolini avrebbe descritto come 'di vita' o
meglio ancora (molto meglio) si trova in Baudelaire.
Un
cielo di marmo azzurro di Bahia
venatura
che nasce e si posa
da
una luce due volte riflessa:
luna
e nuvole.
Da
lacrime di stella tropicale
e
di occhi che hanno visto il mare,
e
come muore da sé un fiore
abbandonato.
Ti
amo puttanella, più di tutto,
creola,
mezza gialla e mezza nera
dagli
occhi di gatto e l’anima scura
di
pepe e sale.
E
ti odio ape ricca di miele
e
vespa in cerca di alveare,
che
impunita fai come ti pare,
qui
sotto al cielo,
invece
di essere felice solo
del
tuo prezioso fiore scarlatto,
del
languore che ti fa cara al cuore
tutta
d’un tratto.
(schema:
ABBc CDDe EFFg GDDh HEDe)
La
terza e ultima utilizza il quinario per decidere la sillaba interna
delle terzine, quella nuova diciamo. Forse è lo schema più completo
e compiuto in sé.
La
poesia l'ho già presentata, non mi ricordo in quale post, quella in
cui dicevo che la “ Belle ferroniere ”
di Leonardo è la mia fidanzata e il suo sguardo che segue ovunque è
diventato l'allegoria della mia forza interiore.
Occhi
miei, che mi guardi, sei perplessa?
Della
gente e del mondo che non va,
della
miseria della vita stessa?
Anch’io
lo sono.
Ma
tu, che per me sei essenza viva,
che
reggi il mio destino appieno,
sei
tutto ciò che il mio intelletto aveva.
Se
tu vacilli…
Dammi
il tuo sguardo sereno,
e
gli uomini aiutami a capirli.
Rischiara
come luce del mattino,
stammi
di fronte.
Parlami
con i tuoi occhi belli,
dimmi
il segreto della tua mente,
Incatenami
ai tuoi riccioli
nel
tuo abbandono.
Confortami
e di’ che non ti sei arresa.
(schema:
ABAc BCBd CDCe DEDf A)
E
infine fra i sonetti metto queste composizioni.
Il
primo è un sonetto shakespeariano con licenza nelle sirme che
compongono la parte più estetica della poesia. È una delle mie più
belle poesie su cui possiamo rifare lo stesso discorso fatto per la
'puttanella' di prima. C'è anche una sottile citazione classica che
lascio a chi la sappia trovare.
Di
notte, quando nuvole nel nero
si
aggrumano oppure si dividono,
si
apre uno spazio di cielo libero
e
spuntano due o tre stelle lontano.
Piccoli
occhi vivi e scrutanti
se
ne stavano acquattate nel piano,
come
capretti dietro agli arbusti,
impauriti
fra il fogliame pieno.
Ma
appena il cielo si rasserena a tratti
e
i pericoli sono ormai passati
e
non c’è più paura che l’incresca,
escono
liberi saltando e gridando
come
fossero i padroni del mondo,
e
intorno l’aria è chiara e fresca.
(schema:
ABAB CBCB CCD EED)
Il
secondo sonetto è una contaminazione fra la struttura shakespeariana
e il sonetto provenzale, a specchio, e lo stesso accade nelle sirme.
È
una riflessione sulla dolcezza di certi volti di donne anziane nel
quale è possibile percepire una femminilità non sopita o non negata
dall'età e dalla vita.
Sei
bella dei tuoi capelli bianchi,
delle
iridi acquose, azzurre faci,
già
velate da rimembranze dolci
dove
scorrono i ricordi stanchi.
Ti
mostri nelle tue rughe chiare,
come
increspature nel cielo sereno.
Sei
come la neve fresca in inverno
che
col suo manto copre ogni rumore.
Come
si vede un grappolo d’uva
un
po’ passita e perciò più dolce,
ricordando
la rossa gemma nuova,
così
nel tuo manto di cigno invece
si
trova la bellezza del passato
e
l’amore di cui eri capace.
(schema:
ABBA CDDC EFG FHF)
Ci
sono anche dei tanka che propongo per completezza della raccolta.
Avendo il titolo, che suggerisce l'argomento, non mi dilungo sul
significato. Del resto il tanka è pura sensazione.
Mare
giapponese
Guardo
il mare blu
con
le mie iridi azzurre,
tenacemente,
fin
quando mi verranno
gli
occhi tutti celesti.
Ritratto
Niente
è più bello
delle
nuvole chiare
mentre
scorrono
sulla
luna d’ottobre,
salvo
solo il tuo viso.
Luna
Le
nuvole etre
si
lacerano attorno
alla
luna alta:
all’improvviso
il cielo
è
un abisso di luce.
Nuvole
rosse
Con
il tramonto
il
giorno va a finire,
con
il rimpianto
si
conclude la vita
e
scompare la luce.
R.P.
Posteris
memoria mea