Volevo
mostrarvi due filmati con due brani di Wolfgang Mozart che ho fatto,
come di consueto, espressamente per voi, che mi siete più
sconosciuti della provvidenza divina, fatti con le mie manine sante,
quando, guardandomi intorno, mi sono cadute le braccia.
Dopo
la mezza vittoria della Merkel in Germania tutti si sono congelati in
attesa di sapere cosa decideranno a Berlino. Intanto l'UE non esiste
più, ognuno fa quel cazzo che gli pare, giustamente, rispetto al
problema dei cosiddetti 'migranti', ognuno pensa a un piano di uscita
dalla trappola dell'UE. In Italia poi si preparano tutti alle
elezioni (non sappiamo ancora con quale legge elettorale ma la volata
è già partita) raccontando un mucchio di palle e prendendo
posizioni che si rimangeranno non appena espletato il voto. Intanto
il referendum in Catalogna è interpretato tra il plebiscito popolare
e il complotto giudaico-massonico. Ah, che tempi di merda!
Proprio
gli sproloqui sul separatismo e indipendentismo, sovranismo statuale
e macroregioni autonome, l'assenza dei burocrati europei, che
evidentemente non sanno cosa dire, o le “prospettive della
Catalognetta (con la liretta o come si chiamerà la loro moneta, se
non sono così scemi da tenersi l'euro) piccola e soletta nel mare
magnum del mondo: cosa farà?”. La Catalogna fa il 20% del PIL
spagnolo e il 25% delle esportazioni: è ovvio che alla Spagna gli
rughi (:ne siano scontenti, per i non milanesi), poi se a Madrid
incominciano a usare i manganelli non partono col piede giusto,
insomma tutto questa confusione mi ha fatto fare un po' il punto.
Mi
è venuta questa riflessione. Sono state fatte molte analisi sul
problema dell'euro e sulle politiche economiche della UE. Ormai quasi
tutti sono d'accordo, anche se poi non lo ammettono, che se non puoi
risolvere i problemi di commercio internazionale con l'aggiustamento
del cambio della tua moneta, l'unica via che rimane è la
compressione delle retribuzioni. Che questo porta a una fase di
deflazione, prima salariale poi dell'intera economia. Che in una
situazione di deflazione l'unico modo di uscirne sono delle scelte di
espansione economica sostenute dallo stato e non l'austerità che
deprime la domanda interna che produce altra deflazione ecc...
Per
molti tutto questo è un complotto ordo-liberista, una strategia
dettata dalle multinazionali finanziarie per il dominio del mondo. E
tutti gli altri discorsi che sentite fare. Intendiamoci, le analisi
economiche e giuridiche che riguardano la criticità dell'euro e la
illegittimità della UE, basata su una legalità autoreferenziale,
sono corrette e hanno contribuito in modo decisivo alla comprensione
del fenomeno.
Ma
a me è venuta una riflessione molto più modesta, ma che forse
riassume la situazione che, ripeto, riguarda tutto il mondo e non
solo Eurolandia.
Sapete,
io sono uno alla buona, non ho sottigliezze analitiche, vado
d'istinto e spesso ci azzecco.
La
questione, a me sembra, è che il capitalismo, al suo stato
fondamentale, diciamo 'naturale', altro non sia che liberismo
economico. Senza scomodare nessun complotto, che poi l'ho già detto:
un complotto per essere tale deve essere segreto. Questi te lo dicono
in faccia quello che stanno facendo! Insomma questi si stanno
comportando come dei normali capitalisti della giungla, cioè allo
stato 'naturale'. Comprendono solo le semplici leggi pratiche
dell'economia capitalistica, e le applicano. Se non dicono nulla su
un problema è perché non sono in grado di capirlo con le loro
limitate cognizioni della sopravvivenza liberista. Non perché
vogliano tenerle segrete. Attribuirgli sempre dei retroterra
machiavellici è dare troppo importanza alla loro scarsa
intelligenza.
La
teoria del libero mercato ipotizza che l'operatore economico agisca
da perfetto egoista, ma non in senso etico. Semplicemente, per
costruire una teoria scientifica non si può partire dal presupposto
che l'operatore economico agisca sulla spinta della filantropia, ma
per perseguire i suoi interessi. La sua condotta sarà quella di
ottenere il massimo profitto con la minor spesa.
Se
chiedete a un analfabeta, che per ipotesi produce farina, quale
sarebbero le condizioni ideali in cui operare vi direbbe: vendere
quanta più farina possibile al prezzo più alto, pagare di meno il
mugnaio, e pagare il più poco possibile i suoi operai.
Ecco
i liberisti ragionano così. Possono essere produttori di farina o
finanzieri ma capiscono solo quel ragionamento. Non si pongono il
problema se il sistema economico sia sostenibile. Cazzo gliene frega
a loro degli altri? Unico obiettivo è fare più soldi in ogni
dannata situazione. Per fare questo vorrebbero (vogliono) poter
determinare le altre varianti del processo produttivo a loro
piacimento: totale libertà di fare qualunque cosa senza senso di
responsabilità. Liberismo appunto.
Le
materie prime e l'energia dovrebbero essere gratis per loro e costare
un botto alla concorrenza. La mano d'opera? Ah, bei tempi della
schiavitù che ti costava solo vitto e alloggio! A chi vendere di
più? A tutti: tutto il mondo è mercato. Tanto io sono un pesce
grosso!
Poi
dopo un po' ti accorgi che certi squali ti guardano in modo strano...
e il pesce piccolo sei diventato tu. Ma come? Non doveva succedere...
Allora
a qualcuno è venuto in mente di pensare a come un sistema economico
capitalistico possa durare nel tempo e, guarda caso, è un sistema
in cui tutti stanno meglio. Perché se tutti stanno meglio, hanno i
soldi per comprare e chi produce ha possibilità di vendere, e la
comunità ha un gettito fiscale più alto e può fare interventi di
utilità sociale che a un privato, legittimamente, non conviene fare.
A un operatore di mercato certe cose non conviene farle, perché non
ci guadagna. Alla comunità sì perché servono. E poi ci si accorge,
alchimie dell'economia, che se c'è un welfare alto, alla gente
rimangono più soldi in tasca e saranno portati a spendere, perché
la sanità, l'abitazione, l'istruzione ecc... sono sicure e, se non
gratis, a livelli abbordabili. E allora altri potranno mettersi sul
mercato con le loro attività e prosperare, ci saranno più beni e
più differenziati. E ci potremo permettere il superfluo, che è
quello che dà senso alla vita: la ricerca del bello.
Ma
un liberista è un oscuro borghese ignorante e non lo capirà mai.
Occorre che qualcuno lo capisca per lui e lo garantisca per legge.
Fidarsi della buona volontà che segue la scoppola, che prima o poi
arriva, magari sotto forma di guerra, eh insomma... è rischioso
perché questi ci ricascano sempre.
A
proposito, non pensavo che i post sul mio rompimento di cazzo
avessero questo successo, soprattutto il primo che è uno sfogo. Si
vede che ci girano i coglioni in tanti. Se Google non mi oscura il
blog sono ancora lì. [“Mi sto rompendo il cazzo” e “Precisazioni
sul perché mi sono rotto il cazzo”]
Penso
che ai tecnoburocrati euristi, ai finanzieri della globalizzazione,
agli operatori di mercato d'aujourd'hui
non bisogna pensare come a geni del male ma solo come degli stupidi,
avidi approfittatori senza scrupoli che hanno come mira il guadagno
alto e facile e pensano di scrivere loro le regole del gioco, perciò
sono una dittatura e sono il male di oggi (anche se non il più
grave, come dirò in un post in gestazione). Pasolini li avrebbe
definiti, sempre che non fosse eurista pure lui, “un gruppo di
criminali al potere” e basta.
Lo
so, sono un sempliciotto, ma io le cose le ho capite così.
Il
male più grande di oggi è la progressiva eliminazione della
cultura: o come totale assenza o come cultura malata, che porta in sé
l'infezione della barbarie. E cercherò di esplicitarlo in futuro.
Mentre
scrivo sto dando fondo a una bottiglia di bianco d'Alcamo: vi
assicuro, poiché sono in contatto con le dimensioni evolute, che la
Sicilia sarà benedetta per aver prodotto il bianco d'Alcamo. Non so
se i siciliani siano orgogliosi d'appartenere alla penisola italica o
se vaneggino un inesistente passato islamico. Se, come penso, sono
fieri d'essere una terra che appartiene all'Europa, voglio che
sappiano che li considero miei fratelli.
E
vengo al titolo, che c'entra con quanto ho detto finora. Ho avuto la
disgrazia di vedere un pezzo di programma della RAI (tutto noo...:
'gnaa 'a faccio), ormai organo del più masochistico cosmopolitismo
(leggi: tutto è il mercato, il mercato è tutto, il mercato è
dappertutto, tutto deve essere uguale a tutto dappertutto), in cui
era celebrato un pezzo di presunta musica classica di un autore arabo
dedicata a “al Andalus”, e questi cerebrolesi autori del
programma, è l'unico termine che mi viene al posto di traditori,
pensavano che fosse un omaggio alla Spagna da parte di un autore
arabo-islamico. Questo è un esempio di cultura malata, portatrice di
mostruosità e istupidimento.
Bene,
sappiate che quando un arabo dice al Andalus non si riferisce alla
Spagna in genere, ma alla penisola iberica conquistata dall'Islam. Al
Andalus è il nome della penisola iberica, Spagna e Portogallo,
quando erano terre conquistate all'Islam. Non c'è nessun amore verso
queste terre se non quelle di puttane schiave dell'Islam.
E
ve lo dice uno che si è scristianizzato alla radice e che pertanto
sa cosa significa tagliare ogni rapporto dalla religione in modo
radicale e, credetemi, non è affatto semplice troncare con le radici
cristiane in modo sostanziale e non solo formale.
Se
c'è qualche musulmano che sta leggendo sappia che l'unica sua
salvezza, e quella del suo paese, sta unicamente nella presa di
coscienza che solo il pensiero laico è la via d'uscita dalla
prigione islamica, come lo fu per noi da quella cristiana. Non c'è
riforma del pensiero religioso che tenga: l'Islam è irriformabile.
Può solo essere sostituito da forme di pensiero più evolute di tipo
laico.
Lo
so che ogni musulmano intelligente pensa che sia possibile
un'interpretazione della sua religione in senso moderno. La risposta
è no! L'unica via è considerare le fonti dell'Islam, Quran, Hadith
e Sira al rasul , come soli libri documentali, oltretutto
ideologicamente indirizzati cioè strumentali a un potere e pieni di
balle, e ripartire dal contesto storico per ricostruire una vera
cultura araba. Devo dire, semplificando ma non troppo, che mentre
gli Ebrei sono diventati intelligenti grazie, e nonostante, la
Bibbia, dal Corano si deduce che gli Arabi fossero molto più
intelligenti prima dell'Islam. I cristiani erano già intelligenti
dai tempi dei Greci... Arabi, l'Islam vi ha rovinato, è per voi una
sciagura: prendetene atto. Liberatevi dal pensiero religioso come ha
fatto il resto del mondo nei confronti delle proprie religioni e come
continua a fare, a fasi un po' alterne per la verità, ma ciò è
comprensibile. È una sciagura per voi e per i popoli che avete
arabizzato con l'Islam. Ma non è colpa vostra, di voi che leggete,
non siete responsabili per chi ha agito prima di voi, ma siete ora
responsabili di come voi agite. E siete voi che dovete scegliere fra
la libertà e la schiavitù.
Dai,
dopo queste considerazioni sconfortanti dobbiamo riprenderci il bello
dell'esistenza.
Vi
propongo, per dare il benvenuto all'autunno, due pezzi di Mozart che
amo. Sono ambedue brani per fiati.
Wolfgang
amava molto i fiati, tranne il flauto traverso, che odiava ma penso
fosse perché era di moda fra i nobili del suo tempo e temeva che
qualcuno gli chiedesse di suonare assieme. Avveniva spesso che i
musicisti professionisti facessero da comprimari ai nobili
dilettanti, così il primo violino teneva la viola accompagnando il
principe appassionato di violino ecc... Amava soprattutto il corno e
il clarinetto, che ha un'estensione maggiore dell'oboe classico.
Stimava i fagottisti (i 'mangialegno') perché erano il basso del
pezzo.
Il
primo brano è un estratto del secondo movimento del Quintetto
per pianoforte e fiati, del 1784, KV 452, composto a Vienna.
Nel
video il larghetto è in si bemolle maggiore, clarinetto e corno sono
in do maggiore.
Qualcuno
ritroverà l'antenato del “...♪♫ I can't help falling in love
with you ♫♪...” di Elvis Presley.
In
una sua lettera al padre Leopold, del 10 di aprile 1784, Mozart
scrive:
“ … Ho
composto 2 grandi concerti e poi un quintetto che ha ottenuto un
successo straordinario, io stesso lo considero come la migliore cosa
che abbia mai scritto in vita mia. È scritto per 1 oboe, 1
clarinetto, 1 corno, 1 fagotto* e il piano
forte*. Avrei voluto che voi aveste potuto sentirlo! E come è
stato bene interpretato! D'altronde (per confessare la verità) alla
fine mi sono stancato a forza di suonare e mi fa un onore non piccolo
il fatto che i miei ascoltatori non si siano mai stancati. … ”.
[*
in italiano nel testo]
I
due concerti nominati nella lettera sono quelli per piano, in si
bemolle maggiore KV450 e in re maggiore KV 451.
Se
vi è piaciuto e lo volete tutto, è qui
.
L'altro
pezzo è un estratto del secondo movimento del famoso Concerto per
clarinetto e orchestra, in la maggiore, KV 622, composto a Vienna nel
1791.
Quell'anno
Mozart ha la testa piena di note, più piena del solito intendo,
perché sta componendo “La clemenza di Tito”, “Il flauto
Magico” e il Requiem oltre questo grande concerto. Era felice
Wolfgang e non sapeva che quell'anno sarebbe morto.
Il
tema dell'adagio è molto simile a “Pupille amate” da “Lucio
Silla” messo in scena da Wolferl a Milano nel 1772. Questa opera fu
una specie di consacrazione di Mozart come compositore adulto, dopo
gli anni di bambino prodigio. Così ritroviamo lo stesso tema
all'inizio e alla fine della sua parabola esistenziale.
Non
mi stancherò mai di dire che “Lucio Silla” è un'opera
bellissima e di straordinaria importanza per la lirica italiana del
secolo successivo, anche se non mai superata ovviamente, con un gusto
milanese e scaligero che farà epoca, anche se poi così malamente
reinterpretato.
Suona
una dolcissima clarinettista islandese: Arngunnur Arnadottir.
Se
vi è piaciuto e lo volete tutto, è qui
.
Questa
è l'Europa! Miei amici sconosciuti.
Fiato
sprecato?