In questo periodo in cui si parla solo della covid19 io non ne parlerò, verrà
forse il giorno in cui dirò quello che penso di questa epidemia. Adesso il
problema è un altro. Questa epidemia è strumentalizzata un po' da parte di
tutti, tutti coloro che hanno interesse a nascondere la crisi finanziaria che
non è stata punto determinata dal cosiddetto lock-down ma che era già in atto e,
siccome era già in atto, a molti è venuta la tentazione di utilizzarla per i
loro loschi intrighi. Se almeno non si è capito che il virus è la foglia di fico
di qualcos'altro allora addio! Ebbi già modo di dire che il problema della crisi
in Italia e in molti paesi dell'Europa è stata determinata dalle scelte della
Unione Europea, dalla sua moneta e dalle regole di bilancio. Dicevo anche però
che se per un incanto dovessero sparire UE e euro ne avremmo un bel sollievo ma
non ci troveremmo in un mondo ideale e perfetto. Infatti la UE e l'euro, per
quanto odiosi, sono solo espressione di una tendenza generale del mondo che
possiamo definire ideologia ordo-liberista, la quale ha come suoi vessilli la
globalizzazione e la mondializzazione quali strumenti soprattutto mentali per
normalizzare tutto. Tutto il resto deriva di conseguenza, anche se gli interessi
sono contrastanti e spesso ne prevale uno e poi un altro e poi un altro ancora
con effetti diversi e generale senso di confusione. Bene, ma nemmeno questa è
una novità dei nostri tristi anni. Propongo due pagine tratte dal romanzo “Justine” del marchese Donatien Alphonse François de Sade. Romanzo pubblicato
nel 1791. Uso qui l'edizione della collana Oscar Classici, Arnoldo Mondadori
Editore, Milano, 1976, X ristampa 2000. Un brevissimo riassunto per
contestualizzare il testo. Justine, che si fa sempre chiamare Therese ed è la
voce narrante del romanzo, sta raccontando di quando rincontra quel tale Saint
Florent che, agli inizi delle sue peripezie, Justine aiutò ed egli per tutta
riconoscenza la violentò dopo averle dato una botta in testa. Non voglio qui
dissertare sul romanzo più di quanto le righe del testo me lo suggeriranno.
Faccio solo notare che se è una ovvia necessità drammaturgica che Justine non si
chiami col suo vero nome, ma con un altro molto comune nel settecento, poiché
sta parlando senza saperlo con la sorella Juliette, che ha sfruttato a
differenza di Justine la sua bellezza e dissolutezza per fare carriera e
diventare una nobildama, potrebbe anche essere che fra Justine e Therese ci sia
una ben più profonda differenza. Fra idealismo e realismo, vittima e carnefice,
indole e comportamento, apparenza e realtà, individuo e società ecc... Ci tengo
anche a dire che de Sade utilizza la parola libertino nell'accezione stretta di
persona dedita a pratiche sessuali giudicate immorali. In realtà sappiamo che il
libertinismo è una teoria filosofica iniziata con l'abate Pierre Gassendi
(1592-1655) la quale aveva come base il concetto che l'uomo non può liberarsi
della sua natura animale e quindi questa va assecondata per non esserne schiavi.
Teoria alla base dell'approccio tantrico dello yoga e dell'induismo, fra
l'altro. L'accettazione di questa evidenza ovviamente porta a ipotizzare una
libertà assoluta dell'investigazione filosofica, teologica e scientifica, da cui
il nome. In senso politico il Libertinismo non è contrario alle teorie che
porteranno all'estensione del potere dagli aristocratici al popolo, in un arco
multiforme che va dalle formulazioni anarchiche a quelle proto-democratiche, ma
ritenevano prematuri i tempi perché ciò avvenisse nelle istituzioni pubbliche.
Occorreva attendere una presa di coscienza delle masse e ciò poteva avvenire
solo per via culturale e progressivamente. Nel romanzo si parla del libertinismo
sessuale come allegoria di quello politico e filosofico. Insomma, Therese
incontra Saint Florent che le proporrà di lavorare al suo servizio e quello che
egli vuole è scritto nelle due pagine seguenti che potrebbero essere state
redatte oggidì. Ho sottolineato le frasi che più di tutte possono spiegare anche
il motore di tante vere depravazioni che stanno uccidendo il mondo. Qui Saint
Florent spiega la psicologia sua e di quelli come lui, la potremmo chiamare la
psicopatologia del potere. Naturalmente il senso del testo va considerato al
netto delle specifiche aberrazioni sessuali che hanno solo un valore emotivo.
Dai delitti compiuti si alimenta il desiderio di nuovi crimini, nella certezza
dell'impunità. I mezzi divengono sempre più spietati perché è dalla spietatezza
che essi ricavano il senso di onnipotenza. E dove la violenza del dominio
colpisce? Negli strati più deboli della società dove la privazione di tutto
lascia il posto al puro istinto di conservazione, a ogni costo. Quante volte lo
abbiamo sentito: la vita è bella! Anche nei lager nazisti secondo un fine
comico, letterato esponente di rilievo di quella banalizzazione del bene che
nutre questo mondo ordo-liberista. Ma se il progresso economico, scientifico,
sociale, che deve essere affermato per avere la legittimazione se non
direttamente politica almeno morale al comando, se il progresso dovesse ridurre
le fasce di povertà? Ebbene allora ci sono strumenti per impoverire le persone.
A seconda del momento si può ridurla alla fame o all'accettazione di
restrizioni, utilizzando ogni mezzo: senso di colpa perché hai ' vissuto sopra
le tue possibilità ', perché stai inquinando, perché c'è chi è più sfortunato di
te, perché hai il dovere di accogliere tutti i migranti che scappano perché non
hanno i tuoi privilegi, perché sei bianco e occidentale, perché anche voi siete
emigrati, perché il tuo paese era colonialista ecc... Insomma la banalità del
bene e del giusto dopo la banalità del male. Si agisce sull'economia, sulla
cultura, sul linguaggio... ogni metodo può essere utile. E la gente si dimostra,
sempre da secoli, pronta a leccare la mano di chi la sta torturando perché ti dà
il becchime (la gallina di Stalin), o il vaccino o il reddito di cittadinanza
ecc... Ma non si può fare tutto da soli occorre avere dei complici: consulenti
finanziari, magistrati, militari, medici, funzionari pubblici, insegnanti,
giornalisti e ogni genere di vassalli e valvassini che ti diranno che lo
facevano perché obbedivano agli ordini... Vedi Therese, è il mondo che va così,
tutto sta nell'abituarsi e nell'approfittare dei più deboli, dei più idealisti,
di quelli che si fanno scrupoli, di chi ha una coscienza e una dignità umana, di
chi ha onestà intellettuale, di quelli che temono di non essere al passo coi
tempi che cambiano (ah! buona questa: i tempi che cambiano!).
R.P.
Renatus in aeternum
Posteris memoria mea