A
questo punto chi voleva capire ha capito. Chi non ha capito o è un
ritardato mentale, congenito o acquisito, o non vuol capire, per
motivi psicanalitici o di convenienza personale, o è pagato per non
capire: giornalisti o manager.
Mi
riferisco a quello che sta succedendo in Italia e in Europa a livello
politico o economico o giuridico, non fa una gran differenza.
È
finito il tempo delle parole. È finito il tempo dell'analisi e del
dibattito. Ora contano solo e giudicheremo i fatti, ciò che faranno
gli stati, i popoli, i politici, i partiti, le istituzioni.
Detto
questo voglio fare una premessa. Per chi vive in Europa la dittatura
di sistema della Unione Europea o la moneta unica, la prassi
politica, il disprezzo per i Paesi membri, l'assoluta indifferenza
per i rapporti da instaurare con i governi nazionali sono
particolarmente pesanti, così come lo sono i partiti e i politici
che rappresentano e difendono il progetto europeista unionista. Va
però anche detto che la UE, l'euro, la Commissione Europea, la BCE
ecc... non sono che la versione europea di un progetto, un disegno,
una forma di capitalismo che è comune in tutto il mondo.
Dagli
anni ottanta del XX secolo è in atto un processo di trasformazione
nella produzione del profitto dal sistema dello sviluppo industriale
classico verso quello dell'economia finanziaria. Da un lato è stata
una risposta la cui opportunità dipese dal dato che la produttività
ottenuta col miglioramento tecnico ha un po' tolto il terreno sotto i
piedi del sistema industriale tradizionale, e questo rappresentava
un'occasione d'oro per levarsi dai coglioni il problema dei rapporti
con la forza lavoro, dall'altro era ed è un sistema in cui i soldi
fanno i soldi e la quantità è potenzialmente illimitata. Ciò ha
fatto nascere l'idea di una trasformazione totale della società,
completamente disegnata sulle esigenze dell'economia dapprima
finanziaria, o sia il cui profitto dipendeva dalle iniziative e dalle
speculazioni borsistiche, e in seguito iperfinanziarizzata per
sostituire del tutto il vecchio sistema industriale. In questo quadro
l'uomo risulta essere un accidente, una noia, che rallenta
l'implementazione di questa immagine di mondo.
Questo
sistema non può reggersi se non con continue privazioni e sofferenze
dell'umanità. Alla fine crollerà ma fino all'ultimo ci proveranno.
Fino all'ultimo significa: fino all'ultimo soldo guadagnato poiché
dietro questo modello di mondo e di società non c'è alcuna
ideologia o ipotesi di massimo sistema. Banalmente lo scopo è quello
di fare soldi a spese altrui, finché tutto non imploda su sé
stesso. A quel punto il conto lo pagheranno gli altri, ovviamente.
Questa è l'unica filosofia che c'è dietro il sistema mondialista.
Con buona pace dei ' complottisti ' i quali, in buona fede, cercano
di sfruttare il bisogno di irrazionalità, nato dalla crisi di tutte
le religioni, per avvisare la gente sui pericoli del sistema di
potere in atto. Ma questo è un altro discorso.
Quello
che voglio dire è che a questo punto della vicenda dobbiamo capire
che, se non hanno vinto la guerra, per loro stessa ammissione, e mai
la vinceranno, non per questo non hanno già fatto danni gravissimi e
forse irreparabili.
Il
progetto mondialista è fallito, almeno nel suo modello originario, e
per quello che riguarda gli europei la UE non sta troppo bene. Ma non
facciamoci illusioni: cadranno ma il sistema resterà in piedi,
barcollando, ma cercherà sempre di dettare le leggi e le condizioni.
Allora
facciamoci la domanda sul perché potrà sempre farlo, nonostante i
suoi fallimenti.
La
risposta è semplice e terrificante: perché ha convinto la gente che
stare sottomessa, subire, ringraziare per l'existenzminimum che i
padroni vorranno concedere, sia cosa buona e giusta, come la grazia
di Dio o il beneficio del nobile di turno nella storia. Perché è
sempre stato così e quando non è stato così era un capriccio della
storia, un momento transitorio.
In
pochi decenni hanno annullato ciò che era costato secoli di lotte e
conquiste. Di più: hanno disinnescato il cervello delle persone. E
sempre più grande sarà la loro sconfitta in termini politici ed
economici, tanto più la vendetta sul piano della minorità giuridica
dei popoli, degli individui, sul processo di decerebrazione delle
menti sarà il loro programma, la loro visione del mondo.
Riflettendo
questo cambia non poco le cose perché cambia il nemico da
combattere. Oggi il nemico non è tanto o solo la UE, l'euro, i
centri di potere: Trilaterale, Bilderberg o quello che vi pare. Loro
sono nulla senza una particolare componente, di cui non possono fare
a meno e che infatti si stanno alacremente costruendo: la legittimità
nella mente dei loro sudditi.
Oggi
il nostro nemico sono i lacchè di questo sistema, ma di più coloro
che lo accettano fatalisticamente come cosa di logica conseguenza, di
normalità, di esistenza in sé. Come normale ricorso storico. I
nostri nemici sono oggi quelli che vivono in mezzo a noi non i genii
del male che sono separati in qualche luogo inaccessibile a
predestinare il futuro del mondo.
No,
i nostri nemici sono i rassegnati, gli ignoranti, i conformisti, gli
stolidi borghesi, il popolazzo acquiescente, i giovani decerebrati
dall'uso smodato dei social (e anche di qualche schifezza che si
calano...), sono i ' cazzomene ', i gretini, i nazistelli che pensano
di essere la nuova sinistra ecc... ecc...
Quelli
che pensano che la cultura non serve a niente, o peggio si infatuano
di false culture solo perché riprendono le modalità formali già
viste e riviste nel secolo scorso, che lasciano agli altri di
decidere cosa sia giusto o ingiusto, buono o cattivo, con chi devono
interagire o no, persino come si devono rincoglionire davanti alla
televisione. Le persone che allo stesso tempo sono per un ritorno
all'autoritarismo fascistoide nel controllo del pubblico e per il
totale menefreghismo nella vita privata, che scambiano la libertà di
dire o fare quello che in quel momento gli passa per la mente come la
vera e suprema libertà, lasciandosi condizionare dallo stereotipo di
moda ripreso dalle élite mondialiste: ecologia, pauperismo,
l'accoglienza, la corruzione, il 'siamo noi che non abbiamo sfruttato
le opportunità', l'autorazzismo, il senso di colpa per essere
bianchi e occidentali ecc...
Fra
l'altro questa umanità senza coscienza, non pensante, è la plastica
raffigurazione del fallimento di decenni di cultura malata della
sinistra. E poi si stupiscono che la gente vota a destra? Vabbe',
altro discorso anche questo...
Il
colpo decisivo per il rincoglionimento dei cervelli, per ottenere la
grata sottomissione degli animi all'impalpabile potere, lo ha vibrato
il telefonino. Sembra che tutta la tecnica informatica sia stata
inventata perché un giorno stesse su un telefonino che sarebbe
diventato il Santo Graal dell'uomo completamente amorfo, privo di
forma propria e docile argilla da plasmare. Il computer è troppo
faticoso, macchinoso, ingombrante e molte fasce d'età ne hanno come
un rifiuto. Tutti vediamo persone anziane (utilissime fra l'altro per
rincoglionire i nipoti e viceversa) che non sanno, anzi hanno
rifiutato per anni di usare il computer, ma che un Natale hanno
ricevuto in regalo uno smartphone e in due settimane hanno imparato a
usarlo e abusarlo.
Oggi
osservate i giovani, ma non solo: camminano guardando di continuo
quell'oggetto luminoso, facendo scorrere senza sosta il display.
Ricevono attraverso di esso una quantità di notizie, messaggi,
nozioni inutili ma scatta il riflesso pavloviano e la crisi
d'astinenza in caso di non uso. Io non ho dubbi: gli smartphone sono
l'eroina di questi tempi, con la differenza che chi si faceva le pere
poi se ne stava sdraiato nel letto o nel cesso a soffocare nel suo
vomito, questi invece agiscono come se fossero in pieno possesso
delle loro facoltà. Ma non è vero! Sono completamente controllati e
indotti a fare, scegliere, giudicare e condannare. Con la sicurezza
di chi stia in colloquio con la Divinità. Le loro menti sono
artatamente sballottate fra pensieri contrapposti, senza memoria,
senza base discorsiva, iperattive per impedire che si concentrino,
che focalizzino un problema e lo analizzino. Sono esseri umani
ridotti a materia inerte della quale è possibile prevedere il
comportamento e di conseguenza indurlo. Sono servi della gleba in cui
la terra di cui sono schiavi è l'idea che il pianeta non appartenga
a nessuno e di conseguenza possono essere spostati sul loro elemento
di sudditanza secondo esigenze messe in atto da relativamente pochi
ma presentate come l'emergenza del momento. La condizione per la
sopravvivenza del pianeta, che è poi la sopravvivenza del loro
regime di servaggio.
I
poverini sono arrivati al punto di non chiedersi nemmeno se sono
felici o almeno sereni nella loro condizione. La loro condizione è
ritenuta da essi come logicamente normale.
Non
so se si riuscirà a riparare a questi danni, a questa mutazione
antropologica, forse ormai non c'è più speranza, ma una cosa è
chiara: sono loro i nostri nemici, loro vanno combattuti. Non
perdiamo tempo a convincerli, non lo vogliono. Mostriamo in quel poco
che si può fare la nostra differenza. A chi ci spiega che ogni
differenza è sbagliata, che siamo tutti uguali, che le razze non
esistono, le condizioni sociali sono solo una percezione o una colpa,
che persino i sessi non sono che immagini fallaci e che devono
sbiadire nella nostra mente. Opponiamo fieramente le nostre
differenze. La nostra differenza dal loro essere passivamente anfibi
e osmotici. La nostra pienezza di essere umani liberi contro la loro
ignava schiavitù.
R.P.
Posteris
memoria mea