Che
poi i dati alla fine sono arrivati.
Dunque
la Banca d'Italia ha stimato, anzi ha sovrastimato per loro stessa
ammissione, le previsioni del Prodotto Interno Lordo per gli anni
2017, 2018 e 2019.
Per
il 2017 hanno previsto un incremento del 1,4%, per il 2018 del 1,3% e
per il 2019 del 1,2 %. Hanno sovrastimato in base a una percezione
extrasensoriale del ministro Padoan, suppongo, secondo il principio
che l'ottimismo deve sempre permeare le nostre vite.
Hanno
anche previsto un'inflazione del 1,4% nel corso di quest'anno.
Inflazione un tempo brutta e cattiva e che ora appare come una
ciambella salvagente a chi ha decantato per decenni la gioia dei
prezzi stabili e della deflazione. Magie del riposizionamento.
Poi
qualcuno osserverebbe che un'inflazione all'incirca stabile del 1,5%
per i prossimi anni è un inflazione del put, come si dice a Milano.
Ma
torniamo al grafico del PIL. Nella nuvoletta verde ci sono due linee:
una continua, la percezione dello “scenario macroeconomico”, e
una tratteggiata, l'interpolazione fra i valori possibili. E, se le
percezioni del ministro fossero fallaci, i suddetti valori sarebbero
circa 1,3 % per quest'anno, 0,9 % per il prossimo e 0,7 % per il
2019.
Ma...
aspe'... Se la matematica non è un'opinione, 1,3 è più piccolo di
1,4 e 1,2 è minore di 1,3. Ossia l'incremento di PIL salirebbe di
un'anticchia quest'anno ma poi riprenderebbe a scendere di nuovo. Ah
già, ma nel frattempo arriverebbero altre 'percezioni'.
Non
c'è che dire, ottimisticamente possiamo affermare che: daje, aamo
svortato! Da qui è tutta discesa...
Siamo
sempre a Luglio, fa il solito caldo del cazzo, e vince la speranza (e
l'ottimismo).
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