Ci vorranno anni, speriamo mesi, ma ci libereremo. Tutta Europa si libererà.
venerdì 31 marzo 2017
domenica 19 marzo 2017
Compleanno 2017 - Wiener Klatsch und Tratsch
Come mi ero promesso, per il mio cinquantaseiesimo
compleanno mi regalo un videino sull'aria « Venere bella » tratta dall'opera
stupenda « Giulio Cesare in Egitto » di Georg Friedrich Haendel, del 1724.
Come invece ti ho promesso nel post precedente, ti
svelo chi potrebbe aver ucciso, o meglio causato la morte di Mozart.
Ecco la seconda puntata di 'Wiener Klatsch und Tratsch'
ossia gossip viennese.
Ho già detto che Mozart morì all'una di notte del
5 dicembre del 1791. Era malato da quindici giorni, ma prima dell'insorgere
della malattia era in perfetta salute e scriveva alla moglie Constanze, che se
la spassava alle terme di Baden con la scusa di curarsi delle piaghe alle
gambe, di essere di buon umore e di avere appetito e che era pure ingrassato.
Wolfgang Mozart viveva un periodo di grazia. In
quell'anno aveva ottenuto un incarico come compositore di corte per le danze,
un posto minore ma che gli garantiva uno stipendio di 800 fiorini l'anno, non
una gran cifra per i prezzi viennesi e le mani bucate di Wolferl, ma insomma
era sempre meglio che ciapaa dii sgiaff, come si dice in dialetto viennese
stretto.
Aveva composto
La clemenza di Tito, che era piaciuta durante le celebrazioni per
l'incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia, ma soprattutto andava in scena a
Vienna, con clamoroso successo, Il Flauto
Magico, al Theater auf der Wieden. Era una produzione indipendente dalla
corte viennese, una produzione in sostanza sua e del suo amico Emanuel
Schikaneder, autore del libretto e regista, e anche Papageno sulla scena.
Vediamo ora le posizioni dei principali sospettati
di congiura contro Mozart.
Per primo si sospetta sempre del maggiordomo.
In assenza della moglie, Joseph Diener detto don Primus
cameriere presso la locanda Zur silberner Schlange (al Serpente d’argento) si
occupava di Mozart. Ma Wolfgang stesso ne parla benissimo: dice che si
preoccupava di accendergli il fuoco prima che si alzasse (e Mozart dormiva poco
e si alzava prestissimo) e che lo nutriva di prelibatezze che portava dal Serpente
d’argento e ogni altra premura. In una lettera dice che, mentre faceva la
solita passeggiata nei giardini di Vienna, da casa verso il teatro,
all’improvviso sente il profumo delle polpettine di don Primus ed entra nella
locanda dove cena in abbondanza. Don Primus è scagionato.
La congiura dei massoni. Mozart apparteneva a una
delle logge ufficiali della massoneria austriaca, di fatto sotto il controllo
della corona (si diceva che il compianto imperatore Giuseppe fosse anch’egli un
fratello…). Sembra molto improbabile che i massoni lo uccidessero perché aveva
rivelato non so che nel Flauto Magico.
All’epoca e anche nel secolo dopo erano tutti massoni, come nel Rinascimento
erano tutti terziari francescani, se avessero ammazzato ognuno di quelli che parlavano
troppo dei presunti segreti dell’iniziazione massonica sarebbe stata una strage
infinita.
Si sa che l’ipotesi Salieri non è altro che
un’invenzione letteraria di Puskin. Invenzione legittima, in quanto artificio
letterario, ma su cui non si può basare un’accusa di omicidio.
Salieri era il compositore più di successo da anni
a Vienna. Musicista di solida preparazione, si adattava alle invenzioni di moda
che appassionavano i viennesi, sempre alla ricerca di novità. Queste
innovazioni erano quasi tutte parto di Paisiello che dagli anni sessanta in poi
intercettava, come si dice oggi, il gusto internazionale. Gusto che appunto
perché internazionale scadeva spesso nel provincialismo. Il miglior Paisiello è
quello degli anni sessanta, in quella che definisco le generazioni intermedie,
tra i colossi fra XVII e XVIII secolo e la catastrofe della lirica del XIX
secolo: Porpora, Piccinni, Hasse, Gluck, Galuppi, Anfossi, Traetta ecc… fino a
appunto Paisiello o Salieri.
Paisiello era stato a Mosca e aveva scritto delle
opere ‘nuove’, sul tipo di quelle che poi faranno Cimarosa e Rossini, per
capirsi. Siccome erano piaciute ai francesi, che era da Charpentier (Lulli era
italiano) che non facevano qualcosa di decente ma contavano nel decidere cosa
era bello e cosa no, tutti giù a copiarlo.
Insomma Antonio Salieri era il compositore
preferito da sempre dal volubile pubblico viennese. Come vice Kappelmeister, il
titolare era ancora il vecchio Giuseppe Bonno, guadagnava 3500-4000 fiorini di
stipendio fisso più i compensi come autore delle opere.
Sarebbe quindi come se Frank Sinatra uccidesse
Dean Martin per invidia, mettendo a rischio successo, carriera e denaro. Non regge.
Semmai l’opposto. Non dimentichiamoci che Mozart non era considerato
unanimemente il genio musicale di cui oggi tutti parliamo, aveva un suo
pubblico di estimatori, ma la maggioranza pendeva per la novità del momento.
Wolferl è il grande che lodiamo proprio perché non abiurò mai a sé stesso,
oltre che per i meriti intrinseci ovviamente. Aveva ragione, ma allora non
poteva saperlo e nemmeno oggi è detto esplicitamente (che lo abbiano compreso è
un altro paio di maniche, come il fatto che nessuno citi, se non a mezza bocca,
Haendel…). Ma vanno capiti: se si conoscono i colossi dopo crolla tutto.
Tutti assolti allora? Direi di sì, ma…
Franz Hofdenel, funzionario del Tribunale, era un
amico di Mozart, erano coetanei, uno di quelli cui chiedeva soldi in prestito.
D’accordo, li chiedeva a tutti, ma a Hofdenel con maggior frequenza.
La moglie di quest’ultimo, Maria Magdalena
Hofdenel nata Pokorny, era un’allieva di Mozart. Non saprei dire di che
livello, se dilettante o di maggior talento, come la Josepha Barbara
Auernhammer, della quale Mozart non perdeva occasione per criticare la
bruttezza e sciatteria ma che doveva essere una gran pianista se per lei
Wolfgang ha scritto più di un concerto e alcuni li hanno eseguiti insieme
suonando a due fortepiani. Aveva persino ottenuto che fosse ospitata dalla
baronessa Waldstättner. Barbara voleva andare a Parigi e fare la concertista,
magari con Wolfgang di cui era innamorata, poi sposò un funzionario e il suo
talento finì lì.
Insomma Mozart e Maria Magdalena Hofdenel nata
Pokorny si frequentavano con continuità.
Il 6 di dicembre dell’anno 1791 Hofdenel tenta
di assassinare la moglie incinta in un attacco di gelosia poi, convinto
d’averla uccisa, si suicidò. La moglie sopravvisse e si vociferò a lungo che il
padre del nascituro fosse proprio Mozart, deceduto il giorno prima.
E se Hofdenel avesse avvelenato Mozart per
compiere la sua vendetta, tanto i soldi che gli aveva prestato non li avrebbe
mai più rivisti, e una volta compiuta la rivalsa, immaginando che gli
inquirenti lo potessero scoprire oppure perché distrutto dal dolore, avesse
voluto compiere tutta l’opera uccidendo prima la fedifraga e poi sé medesimo?
Wiener Klastch und Tratsch… e Mozart è in realtà morto
di una delle centottanta cause che i vari studiosi hanno identificato come
possibili punti di debolezza della sua salute.
Dalle lettere emerge però che la sola cosa di cui
si lamenta Mozart rispetto alla salute nel corso della sua vita era il mal di
denti e nelle lettere alla moglie ripete di sentirsi benissimo e di essere
felice per come le cose si stavano mettendo. Era anche fortemente miope, ma a
lui interessava solo di vedere bene alla distanza fra i suoi occhi e i fogli da
musica o la tastiera.
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